Terremotati. Testimonianze dall'Inferno

Atti di eroismo nella città perduta

07 Aprile 2009   19:51  
Continuano i ritrovamenti dei dispersi abruzzesi sotto le macerie delle abitazioni, dei locali pubblici, delle strutture ospedaliere. A Tempera una donna di 98 anni è stata ritrovata viva nel proprio letto, bloccata da calcinacci e detriti mentre faceva l'uncinetto. Doveva "ammazzare il tempo" ha detto ai giornalisti che l'hanno interrogata increduli. Sopravvissuta grazie alla pazienza che solo i centenari sanno di possedere si è nutrita con qualche cracker, aspettando che la Divina provvidenza facesse il suo corso. Prima di uscire davanti alla telecamere, Maria D'Antuono- questo il nome della sopravvissuta- ha chiesto, suscitando la tenerezza dei presenti, di potersi “almeno pettinare”.

La fortuna dell'anziana signora non ha però graziato altri abruzzesi. Un papà affranto ha raccontato alle telecamere del Tg5 la perdita dell'unica figlia di 13 anni: "aveva paura, così le ho detto di venire con me e la mamma sul divano", dopo il crollo è lì sotto che l'hanno trovata..." . Nelle lacrime limpide di questo padre un oceano inestinguibile di sofferenza. Riusciranno a convincerlo di aver fatto il possibile e che in questi casi a nulla vale la ragione?

Nel servizio del Tg5 la testimonianza in assoluto più mediatica: quella di Dario Pallotta, 23enne estremo dell'Aquila Rugby. Si è lanciato nel caos alla ricerca di un amico, salvando vite e sfondando portoni a suon di spallate. Alle domande ossequiose del giornalista ha risposto umile "ho fatto soltanto ciò che spero qualsiasi persona avrebbe fatto in quei momenti".

Dario ha estratto due anziani infermi dalle macerie della loro abitazioni. "Nel caos generale- ha raccontato il giovane- all'improvviso si è alzato un gran polverone, una chiesa era appena crollata e poco più avanti una donna chiedeva aiuto, i suoi genitori erano rimasti intrappolati tra le macerie dalla propria abitazione. Ho sfondato la porta- ha continuato Dario- e la scena che mi si è parata davanti era agghiacciante... polveri e detriti ovunque, il primo che ho trovato è stato il padre della donna, steso sotto un grande masso, l'ho caricato sulle spalle e sono uscito facendo attenzione al mio e al suo corpo. Poi sono rientrato..". Dario Pallotta ha salvato anche la madre della signora, l'ha portata in salvo con tutta la bombola d'ossigeno. Probabilmente una delle più belle "mete" che abbia mai segnato nell'arco della sua giovane vita.

Il giovane sportivo non si è più fermato, e giunto in via Sallustio ha sfondato diversi portoni con la speranza di trovare gente viva. Poi si è diretto all'ospedale dove con alcuni volontari ha sfollato i piani più alti della struttura, quelli pericolanti. Al momento dell’intervista, oggi pomeriggio, Dario stava cercando anche un altro ragazzo, ma al giornalista del tg5 non è riuscito a nominarlo tanta è stata la commozione. Si trattava del collega e amico Lorenzo Sebastiani: " fin quando non verrà trovato- ha detto Dario- per me è vivo".

In serata sono giunte notizie ufficiose sul ritrovamento dello sportivo. Poi le agenzie ne hanno ufficializzato la morte. "Sono distrutto per Lorenzo" ha affermato il collega rugbista Ollie Hodge, lo sportivo britannico di 29 anni che gioca a L'Aquila. "Era un bravo ragazzo" ha aggiunto , "un vero talento". Anche Hodge ha partecipato alla ricerche e ai soccorsi che i civili hanno prestato alle vittime del disastro:"Con i miei compagni di squadra siamo andati all'ospedale per dare una mano, perche' gli edifici erano pericolanti e dovevano evacuarli. Le scene al centro erano surreali - ha affermato Ollie- Era come una zona di guerra, davvero spaventoso. Come in un film, le auto accartocciate dove di solito andavamo a passeggio o a prenderci un caffe', gli edifici erano tutti crollati".

 

Nei pressi della città una donna appartenente al corpo dei Vigili del fuoco ha salvato un cane rimasto sul tetto di una casa sventrata. Lo ha fatto scendere all'indietro prendendolo in braccio subito dopo. Incredibile come l'animale abbia seguito per filo e per segno le istruzioni della vigilessa. Una scena di enorme bellezza di fronte al massacro dei corpi continuamente estratti dalle rovine cittadine. C'è anche chi, invece di abbandonarsi al silenzio rassegnato del proprio dolore, sfrutta lo stato d'animo della rabbia per affrontare la perdita. La sorella di uno dei giovani rimasti uccisi nel Casa dello studente ha espresso così l'insensatezza di quanto accaduto : "...stava studiando ingegneria gestionale. Abbiamo perso mio padre qualche tempo fa, e per non gravare ulteriormente sulla famiglia ha scelto di andare nella casa dello studente. Questo è il modo in cui la sua scelta è stato ripagata".

A Tempera la tensione è servita per scavare meglio. Dopo la prima scossa un gruppo di volontari ha cominciato a scavare a mani nude là dove si sentivano gemiti e lamenti. Alle 10 del mattino erano ancora sopra le macerie tentando di estrarre i corpi rimasti. Alla fine, stremato dalla fatica e dall'orrore, il volontario della Protezione civile di Tempera, Fabiano Ettorre, ne ha contati 11: 6 quelli morti, 5 i vivi. L'ultimo ritrovamento è stato drammatico: moglie e marito abbracciati. Nella località distante appena 7 chilometri dall'Aquila, la gente ha dovuto, nelle prime ore, gestire tutto da sola. Oggi Tempera è un paese distrutto.

Ha avuto coraggio Annalisa Angelini, la giovane donna fuggita dall'Ospedale aquilano dopo aver partorito. "Uscivo da un cesareo alle 19.30, sono riuscita a scappare con i punti, senza scarpe, le flebo attaccate e mia madre con la bambina. scappavano tutti, anche i medici". La neomamma ha raccontato la propria esperienza alle telecamere di Studio Aperto: "C'era mia madre che stava facendo la notte perché avevo appena subito l'intervento - ha ricordato la giovane donna - il terremoto è stato molto forte, sono caduti dei pezzi dentro l'ospedale e siamo scappati a piedi. Poi è arrivato mio marito con la macchina che mi ha portato all'ospedale di Chieti- ha aggiunto Annalisa- con le flebo che ho staccato in macchina e la mia piccola Giorgia. Doveva essere il più bel giorno della mia vita e invece...".  Invece lo è stato. Fortunatamente l'intera famiglia è riuscita a trarsi in salvo da una tragedia che molte altre non hanno potuto evitare.

Ognuno ha una storia, un passato che lo ha condotto al crudele presente di una perdita, di una casa distrutta, di un parente disperso. Ogni storia è come il filo sottile di una gigantesca trama collettiva. Impossibile raccontarle tutte, impensabile non tentare di farlo. Che aspettate a raccontare la vostra? Noi siamo qui.

Giovanna Di Carlo

 

 


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