Terremoti, italiani ignari delle condizioni della propria casa

25 Novembre 2010   11:48  

Scossi emotivamente dalla tragedia del terremoto dell'Abruzzo del 6 aprile 2009, ma non al punto da cambiare atteggiamento ed informarsi di piu' sul terremoto e sulla sicurezza del luogo in cui vivono. E cosi' di fronte ad un rischio che interessa quasi il 70% della popolazione, gli italiani restano poco informati, molto fatalisti, poco inclini a prendere provvedimenti concreti per rendere sicura la propria abitazione, in particolar modo al Sud.

E' la fotografia di come studenti e genitori vivono e fronteggiano il rischio sismico, quella che emerge dalla II Indagine su "Conoscenza e percezione del rischio sismico", presentata da Cittadinanzattiva e Dipartimento della Protezione Civile, in occasione della VIII Giornata nazionale della sicurezza scolastica che si svolge oggi in oltre 5mila scuole.
L'Indagine e' stata realizzata attraverso questionari rivolti a 4.411 studenti di scuole superiori di primo e secondo grado e 2.490 genitori. 178 le scuole coinvolte, appartenenti a 18 regioni (tutte ad eccezione di Valle D'Aosta e Trentino Alto Adige) e 77 province.
Essa presenta dati nazionali e focus relativi a 6 delle 18 regioni coinvolte: due del Nord (Piemonte e Lombardia), due del Centro (Toscana e Lazio) e due del Sud (Calabria ed Abruzzo). "Genitori e studenti conoscono i comportamenti corretti da tenere a casa e scuola in caso di evento sismico e cio' indica quanto produttive siano le iniziative di prevenzione e quanto sia importante proseguire ed estendere tali attivita' a tutti i cittadini" afferma Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva "tuttavia i cittadini mostrano di non conoscere il Piano comunale di emergenza, ne' le condizioni di sicurezza della casa in cui vivono o della scuola che frequentano. Per questo riteniamo non piu' rinviabile l'obbligo per tutti i Comuni del Piano di emergenza e della sua diffusione tra i cittadini e la messa in sicurezza delle scuole, a cominciare da quelle situate in zone ad elevato rischio sismico.

Fatalisti e poco informati, nonostante il terremoto dell'Abruzzo. Di fronte ad un terremoto (evento vissuto dal 39% degli studenti e dal 62% dei genitori intervistati) gli italiani provano paura e confusione. Sono soprattutto gli adulti a mostrare paura (50% rispetto al 37% degli studenti) e a scappare dall'edificio come prima reazione all'evento (37% contro 18%). La paura la fa da padrona soprattutto al Sud: la provano come sentimento principale il 56% dei genitori calabresi e il 52% degli studenti della stessa regione. I genitori sembrano piu' informati dei propri figli mostrando di possedere maggiori conoscenze relativamente al terremoto. Ad esempio: il 51%% dei genitori afferma correttamente che il terremoto non si puo' prevedere ma si puo' determinare la pericolosita' di una zona, a fronte del 38% delle risposte esatte fornite dagli studenti, anche se sono molto alte le percentuali di coloro che affidano la previsione degli eventi sismici ai sismografi (36% ragazzi, 32% genitori) o agli animali (13% ragazzi, 8% genitori). Elevato il livello di fatalismo: il 44% dei genitori e il 40% dei ragazzi asseriscono che il verificarsi di un terremoto sia un evento del tutto casuale. La regione che denota un livello di fatalismo piu' elevato nei ragazzi risulta essere la Calabria (il 47% risponde che il terremoto e' legato al caso). Dopo la tragedia del terremoto dell'Abruzzo, sono migliorate le conoscenze sul terremoto e sui comportamenti corretti nei genitori (lo riconosce il 57%) e soprattutto negli studenti (oltre il 70%). Tuttavia poco e' cambiato sul fronte delle azioni concrete che gli intervistati avrebbero dovuto mettere in atto: circa i due terzi di genitori e studenti non si sono attivati per conoscere le caratteristiche strutturali della propria casa, ne' le condizioni di sicurezza della scuola frequentata, ne' la zona sismica in cui si trova il Comune in cui vivono. Evidentemente non bastano immagini, interviste e dati veicolati dai media, perche' se, come e' vero, suscitano un coinvolgimento emotivo intenso e spingono anche ad una solidarieta' fattiva nel breve periodo, risultano pero' insufficienti al fine di produrre cambiamenti culturali profondi e duraturi come quelli che si richiederebbero per prevenire e contrastare efficacemente rischi naturali come quello sismico.

UN GENITORE SU QUATTRO GIUDICA SICURA LA SCUOLA DEL PROPRIO FIGLIO

Quattro genitori italiani su 10 (il 39%), dopo una scossa di terremoto, si precipiterebbe con la macchina a prendere i figli a scuola: solo uno su 4 (il 24%) si dice infatti sicuro che l'edificio sia costruito con criteri antisismici, mentre il 28% dei ragazzi non giudica sicura la scuola che frequenta e un altro 69,5% ammette di nutrire dei dubbi. E' quanto emerge dalla II indagine su "Conoscenza e percezione del rischio sismico", presentata da Cittadinanzattiva e dipartimento della Protezione Civile, in occasione della VIII Giornata nazionale della sicurezza scolastica che si svolge oggi in oltre 5mila istituti. L'indagine (disponibile sui siti web www.cittadinanzattiva.it e www.protezionecivile.it) e' stata realizzata attraverso questionari rivolti a 4.411 studenti di scuole superiori di primo e secondo grado e 2.490 genitorie conferma come la tragedia dell'Abruzzo, pur avendo scosso emotivamente gli italiani, non neha modificato idee e abitudini. Sintomatico, in tal senso, il fatto che in caso di sisma a precipitarsi dai propri figli impegnati nelle lezioni - comportamento comprensibile ma scorretto secondo gli esperti - sarebbe addirittura la meta' degli abruzzesi intervistati. Molti studenti ritengono "non sicura" la propria scuola per il fatto che si tratta di un vecchio edificio (78%) o in quanto presenta crepe (60%) o infiltrazioni di acqua e tracce evidenti di umidita' (40%). E riguardo alle attivita' di prevenzione e formazione della scuola, solo un genitore su quattro dichiara che vengono realizzate, in netta diminuzione rispetto al dato del 2009 (44%). Complessivamente, la ricerca disegna studenti e genitori molto fatalisti, poco informati e poco inclini (specie al sud) a prendere provvedimenti concreti per rendere sicura la propria abitazione: la prospettiva di possibili scosse fa paura al 50% degli adulti e al 37% degli studenti: per il 37% dei primi e il 18% dei secondi la fuga dall'edificio sarebbe la prima, immediata reazione. Mamme e papa' sembrano complessivamente meglio informati in materia dei loro pargoli: il 51% dei genitori afferma correttamente che il terremoto non si puo' prevedere ma si puo' determinare la pericolosita' di una zona, a fronte del 38% delle risposte esatte fornite dai figli, anche se sono molto alte le percentuali di coloro che affidano la previsione degli eventi sismici ai sismografi (36% ragazzi, 32% genitori) o agli animali (13% ragazzi, 8% genitori). Elevato il livello di fatalismo: il 44% dei genitori e il 40% dei ragazzi dicono che il verificarsi di un terremoto sia un evento del tutto casuale.

Dopo il 6 aprile 2009, sono migliorate le conoscenze sul terremoto e sui comportamenti corretti nei genitori (lo riconosce il 57%) e soprattutto negli studenti (oltre il 70%), ma poco e' cambiato sul fronte delle azioni concrete che gli intervistati avrebbero dovuto mettere in atto: circa i due terzi di genitori e studenti non si sono attivati per conoscere le caratteristiche strutturali della propria casa, ne' le condizioni di sicurezza della scuola frequentata, ne' la zona sismica in cui si trova il comune in cui vivono. A nutrire dubbi sulla abitazione in cui vivono sono soprattutto gli adulti: meno di un genitore su due (48%) dichiara che la propria casa sia sicura, rispetto al 56% dei loro figli. D'altro canto una parte non irrisoria del campione si mostra fatalista e dichiara che non si puo' fare nulla per rendere la casa piu' sicura rispetto ad un eventuale terremoto: lo afferma il 16% dei genitori e il 14% degli studenti. Riguardo alle misure concrete da adottare per rendere piu' sicuro l'interno delle abitazioni vengono indicate correttamente quella di evitare di tenere oggetti pesanti su mensole e scaffali (lo indica il 47% di studenti e genitori) e di fissare librerie, armadi e credenze ai muri (34% degli studenti, 38% dei genitori) ma non manca chi e' convinto che possano servire caschi di protezione per tutti i componenti della famiglia (lo dice il 15% dei ragazzi e il 7% degli adulti). Assai scarsa anche la conoscenza della sicurezza del territorio del comune in cui vivono, sia negli studenti che nei genitori: solo il 40% dei primi e il 64% dei secondi sa cosa sia la classificazione sismica di un territorio mentre il 74% degli studenti e il 72% dei genitori non conosce a quale zona sismica appartenga il proprio comune di residenza. I Piani comunali di emergenza sono sconosciuti ai piu': solo il 22% di genitori e figli ne e' a conoscenza e soprattutto e' evidente che hanno del Piano una conoscenza superficiale. I piu' informati in generale sul proprio territorio sembrano essere gli studenti dell'Abruzzo che superano la media nazionale in quanto a conoscenza della zona sismica di appartenenza del proprio comune (45% rispetto al 22% del resto delle regioni) e all'esistenza del Piano comunale (24% vs 21%). Ma sono sempre gli abruzzesi che si confondono piu' degli altri nell'individuare la prima autorita' ad intervenire in caso di emergenza: il 77% degli studenti abruzzesi (rispetto al 63% della media nazionale) e addirittura l'83,5% dei genitori (rispetto al 77% del resto delle regioni) ritiene erroneamente che sia il capo del Dipartimento della Protezione Civile. Solo un risicato 15% individua correttamente nel sindaco questa responsabilita': la percentuale scende al 9,5% in Abruzzo.


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore