Terremoto, al via processo a carico di Presidenza del Consiglio

I parenti delle vittime chiedono 22milioni di euro

17 Febbraio 2011   13:58  

Si è aperta stamani a L'Aquila la prima udienza istruttoria per l'azione legale intentata da una quarantina di famiglie di altrettante vittime del terremoto che il sei aprile 2009 devastò il capoluogo e altri centri dell'Abruzzo interno.

Davanti al magistrato la presidenza del Consiglio dei ministri, rappresentata e difesa dall'avvocato dello Stato Stefano Varone, alla quale viene chiesto un risarcimento danni per 22 milioni e mezzo di euro.

La causa civile, che muove i suoi primi passi parallelamente ai procedimenti penali in corso, poggia le basi sulle fuorvianti dichiarazioni rese dai componenti della Commissione Grandi rischi, che per molti sopravvissuti al sisma, furono colpevolmente rassicuranti.

E per la Commissione a rispondere della citazione in sede civile è proprio la Presidenza del Consiglio, di cui la più importante struttura scientifica di riferimento per il Dipartimento della Protezione Civile è diretta emanazione.

E se da un lato c'è l'avvocatura dello Stato che anche con l'ausilio di un corposo atto documentato presentato oggi mira a dimostrare l'infondatezza delle accuse mosse dai parenti delle vittime e già stamani ha chiesto il rigetto dell'istanza – subito respinto dal giudice – dall'altro ci sono le vite di quaranta famiglie che dalle 3e32 di quella notte, sicuramente non sono più come prima.

I loro avvocati hanno ora sette mesi di tempo – la nuova udienza è fissata al 29 settembre – per produrre la documentazione necessaria ad inchiodare le istituzioni, memorie, prove documentali a sostegno della tesi per la quale se decine, centinaia di persone hanno continuato a dormire sonni tranquilli nonostante uno sciame sismico che durava da mesi, lo hanno fatto per i toni confortanti e le rassicurazioni fornite da alcuni dei massimi esperti di terremoti in Italia. Quest'ultimi, comunque, dovranno rispondere anche in sede penale, dunque personalmente, di omicidio colposo.

Ma al giudice Bianca Maria Serafini, spetta una decisione non meno difficile, e forse neanche più tempestiva, dei suoi colleghi che stanno portando avanti i processi penali.

 

servizio Marco Signori
riprese Alessandro Di Giacomantonio
montaggio Marialaura Carducci.


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