Le macerie dell'Aquila hanno restituito un altro tesoro. E' stata infatti recuperata la testa del crocifisso in legno policromo del Quattrocento, attribuito al Maestro Di Visso, posto sopra l'arco trionfale di Santa Maria di Collemaggio.
Il ritrovamento e' avvenuto durante il lavoro di rimozione controllata delle macerie dalla chiesa "questa splendida testa - spiegano i funzionari delle Soprintendenze Archeologica e ai Beni Storico Artistici che guidano il gruppo di lavoro Vincenzo Torrieri e Bianca Maria Colasacco - e' stata recuperata in quattro frammenti che presentano distacchi verticali progressivi dal retro della testa e verso il volto; e' come se, nell'impatto violento con il pavimento dovuto alla caduta, questa parte del crocifisso, si fosse sfogliata come un libro.
Nonostante questo il pezzo e' in buono stato di conservazione perche' le polveri e i materiali sciolti degli intonaci l'hanno protetto creando una sorta di micro-ambiente asciutto e asfittico privo, quindi di qualsiasi attivita' di degrado.
Sono, infatti, ancora perfettamente riconoscibili le parti dipinte, con le gocce di sangue che dalla corona di spine cadono sulla fronte e gli stessi capelli. La particolarita' di questa opera - sottolinea Colasacco - e' dovuta proprio al fatto che essa presenta ancora la pellicola pittorica originaria". Condizioni queste che permettono di pensare ad un restauro completo dell'opera il cui corpo era stato rinvenuto gia' alcune settimane fa nel corso di uno scavo mirato, mentre si stanno recuperando in queste ore i frammenti delle braccia e delle dita dei piedi. "Ancora una volta - sottolinea il Vice Commissario delegato per la tutela del Patrimonio culturale, Luciano Marchetti - ci troviamo di fronte a un recupero importante che ci permettera' di restituire alla comunita' aquilana un'opera d'arte preziosa sia per il suo valore artistico che per quello di devozione popolare.
Ancora una volta ci troviamo di fronte ad un recupero che sa di miracoloso, se si pensa a quello che questo crocifisso ha subito. Caduto violentemente sul pavimento a seguito del distacco del setto murario del transetto sopra l'arco trionfale, ha subito la rottura della testa e degli arti dal corpo.
Subito dopo - conclude Marchetti - tutti questi frammenti sono stati letteralmente schiacciati dal crollo della cupola centrale e a seguito dell'esplosione dei pilastri".