Timida ripresa, ma la crisi la pagano i giovani, i precari e le donne

Rapporto Bankitalia 2010

16 Giugno 2011   14:02  

L'economia abruzzese timidamente inizia a risalire la china dopo la crisi, registrando segnali di ripresa. Ma resta drammatico il problema della disoccupazione, e la ripresa non investe tutti i settori.

Questo il sintesi l'andamento dell'economia abruzzese nel 2010 fotografata dal rapporto annuale di Bankitalia, illustrata oggi alla Reiss Romoli dell'Aquila.

Cominciamo dalle note liete: le vendite all'estero sono cresciute del 18,8%, trainate soprattutto dal settore dei mezzi di trasporto (soprattutto nella Provincia di Chieti).

In lieve ripresa le grandi aziende e i settori tecnologicamente più' avanzati, e le aziende manifatturiere, le più investite dalla crisi, che hanno innovato diversificato la gamma dei prodotti.

Buoni segnali nel settore del turismo, gli stranieri tornano ad affacciarsi nella nostra regione.

Le note meno liete: continuano a soffrire il grosso delle piccole medie imprese. Particolarmente difficile e la situazione del settore delle costruzione: si costruiscono meno case ed più difficile venderle, stagnano le commesse pubbliche che sono il 70% del mercato. Unica eccezione ovviamente il cratere sismico aquilano grazie alle ristrutturazione delle abitazioni con danni meno gravi causati dal terremoto, e varie opere pubbliche.

In attesa che prenda finalmente il via la ricostruzione dei centri storici e delle case classificate E, un mercato dal valore di 8,2 miliardi di euro.

Il cratere sismico in compenso vive in maniera più forte la crisi del commercio dei servizi, a cui si aggiunge la crisi del turismo.

Infine il lavoro che non c'è: anche se si registra segnali incoraggianti, il tasso di disoccupazione è al'8,8 per cento, superiore alla media nazionale.

Sono 8mila gli addetti in meno nell'industria, aumentano del 20 per cento i contratti part-time e quelli internali e saltuari. Aumentano le ore di cassa integrazione straordinaria, che interessa 8mila lavoratori e 1120 aziende, il numero di chi il lavoro non le cerca nemmeno più.

A pagare la crisi anche in Abruzzo sono i giovani, le donne e i precari. L'italia peggiore, per citare l'ineffabile ministro Brunetta?

IL COMUNICATO STAMPA DI BANKITALIA

L'economia in Abruzzo manifesta segnali di ripresa, non decisa, limitata in alcuni settori, percio' a macchia di leopardo. Si tratta di un primo accenno di ripresa". Lo ha detto stamane il direttore della Filiale della Banca D'Italia dell'Aquila, Luigi Bettoni, nell'illustrare l'andamento dell'economia in Abruzzo nel 2010.

Il fatturato e la produzione delle imprese industriali - e' scritto nella relazione annuale della Banca d'Italia - sono tornati a crescere, grazie al contributo delle esportazioni e al miglioramento della domanda interna. Le vendite all'estero sono cresciute del 18,8%, trainate soprattutto dal settore dei mezzi di trasporto (soprattutto nella Provincia di Chieti), che ha determinato quasi l'80% dell'incremento complessivo. Il valore delle esportazioni si e' tuttavia attestato nel 2010 su livelli ancora inferiori a quelli rilevati prima della recessione. L'espansione - sempre secondo la relazione della Banca d'Italia - non si e' estesa a tutte le imprese e i comparti produttivi. Le grandi aziende e i settori tecnologicamente piu' avanzati hanno mostrato una migliore capacita' di recupero; le piccole e medie imprese, in particolare quelle operanti nel "made in Italy", hanno continuato a risentire degli effetti della recessione."

"L'analisi dei bilanci aziendali conferma come a seguito della crisi si sia avuto un aumento della dispersione dei risultati economici delle imprese. Le recenti indagini della Banca d'Italia sulle imprese manufatturiere evidenziano il legame tra capacita' innovativa e performance. Le imprese che, in risposta alla crisi, hanno adottato strategie di miglioramento qualitativo o di ampliamento della gamma dei prodotti offerti hanno registrato un andamento atteso delle vendite migliore rispetto alle altre imprese. La capacita' di innovare dell'economia regionale presenta ampi margini di miglioramento. All'inizio del decennio i principali indicatori di attività innovativa si collocavano su livelli particolarmente contenuti nel confronto europeo. Il divario non si e' ridotto negli anni successivi. Nel settore delle costruzioni - sempre secondo il rapporto annuale di Banca D'Italia nella regione Abruzzo - l'attivita' produttiva, in mancato calo nel biennio precedente, nel 2010 ha ristagnato. All'impulso espansivo proveniente dall'avvio della ricostruzione nell'area colpita dal sisma si e' contrapposto un ulteriore calo degli appalti pubblici e dagli investimenti delle imprese nelle altre aree della regione. Nel comparto residenziale l'attivita' produttiva ha risentito della perdurante flessione delle compravendite."

"Dopo il mancato arretramento registrato nel 2009, sono tornati a crescere i flussi turistici, in particolare gli arrivi di provenienza estera. La quota dell'Abruzzo sul totale della spesa degli stranieri in Italia si attesta tuttavia su valori ancora contenuti e pressoche' invariati rispetto all'inizio del decennio. La debole dinamica del reddito delle famiglie, su cui incidono le condizioni di mercato del lavoro, continua a penalizzare i consumi e il commercio. Nel 2010 le vendite al dettaglio sono rimaste sui livelli dell'anno precedente, sia nel comparto alimentare sia su quello degli altri beni di consumo. Il settore dei servizi e' quello che ha maggiormente risentito del terremoto del 2009. La ripresa delle attivita' del commercio e del resto del terziario a L'Aquila, continua ad essere penalizzata dall'inagibilita' di gran parte del centro storico e dalla carenza di sedi alternative nell'immediata periferia della citta'. Nel mercato del lavoro si e' attestato il calo dell'occupazione."

"Il numero degli occupati e' aumentato nei servizi diversi dal commercio mentre e' ulteriormente diminuito nell'industria. Il ricorso alla cassa integrazione guadagni, soprattutto a quella straordinaria o in deroga, e' risultato ancora molto diffuso. Il tasso di disoccupazione e' ulteriormente aumentato, collocandosi all'8,8%, un livello superiore alla media nazionale. Anche in Abruzzo, come nel resto del Paese, la crisi economica ha colpito con maggiore intensita' i giovani. Tra le persone di eta' compresa tra i 15 ed i 24 anni, il tasso di disoccupazione si e' attestato nel 2010 al 29,5% (nel 2008 era pari a circa il 20%). Appare ugualmente in aumento la tendenza dei giovani a non partecipare attivamente al mercato del lavoro, pur non essendo impagnati negli studi o in altre attivita' di formazione. Nel corso del 2010 i finanziamenti erogati dalle banche hanno ripreso a crescere. Alla fine dell'anno l'incremento dei prestiti alla clientela residente in Abruzzo e' stato pari all'1,1% (-0,5% nel 2009). La crescita si e' rafforzata nei primi mesi del 2011 (1,9% a marzo). Nel 2010 il credito alle famiglie consumatrici e' cresciuto del 4,6%. In particolare, si e' avuta una ripresa dei prestiti per l'acquisto di abitazioni, aumentati del 6,3%. La debolezza della domanda e degli investimenti ha invece frenato l'aumento del credito alle imprese, in particolare a quelle di maggiore dimensione."

"La recessione ha inciso in maniera accentuata sulla capacita' di rimborso dei prestiti delle imprese, in particolare di quelle che presentavano una struttura finanziaria meno equilibrata prima della crisi. Nel 2010 e' aumentato il flusso delle nuove sofferenze bancarie in rapporto ai prestiti al settore produttivo (dal 2,9 al 4,4%; 2,5% in Italia) ed e' aumentata la frequenza con cui le posizioni creditizie transitano verso stati di deterioramento progressivamente piu' gravi. La qualita' del credito alle famiglie e' risultata invece sostanzialmente invariata rispetto ai livelli pre-crisi. L'accumulazione di ricchezza finanziaria da parte delle famiglie abruzzesi e' apparsa frenata dalla debole dinamica dei flussi di risparmio. I rendimenti piu' elevati sui titoli del mercato monetario hanno indotto le famiglie a ridurre i depositi in conto corrente e ad accrescere gli acquisti di pronto contro termine, titoli di Stato e obbligazioni non bancarie."


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