Tra il petrolio e il nucleare c'è di mezzo...il mare

19 Maggio 2010   14:46  

L’8 e 9 novembre 1987 gli Italiani votarono per 5 referendum di cui 3 erano sulla cancellazione dell’approvvigionamento di energia a partire dalla fissione nucleare. Riguardo tali referendum sul nucleare si sfiorarono l’80% dei sì allo stop.

Eppure, a poco più di 20 anni, anni dal voto, Silvio Berlusconi annuncia il ritorno alle centrali nucleari nel nostro Paese. Tra i detrattori c’è chi parla di referendum con la data di scadenza, chi fa notare che la maggior parte delle regioni (13) ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge 99/2009 che reintroduce il nucelare in Italia. E c’è chi, come Di Pietro, dell’Italia dei Valori, ha iniziato una raccolta di firme per un contro-referendum che dice no al Nucelare. In Abruzzo, quello che in molti considerano un pericolo, pare sia stato scampato. Dopo le dichiarazioni di ieri del Presidente della regione Gianni Chiodi, il quale dopo aver precisato che non ci saranno concessioni per nuove trivellazioni in Abruzzo ha anche parlato di Nucleare. Per la verità il Presidente non si è dimostrato aprioristicamente contrario al nucleare, ha detto. Ma i vincoli di compatibilità idrogeologica, sismica e tettonica, ha precisato, non consentiranno mai all'Abruzzo di poter ospitare centrali nucleari. Ergo, le centrali nucleari sul nostro territorio non potranno essere costruite. Magra consolazione, penserà qualcuno, se poi verranno realizzate in regioni vicine. Altri spiegano che le centrali di terza generazione, quelle più sicure, sono ancora avanti a venire e costose, altri ancora ironizzano, non si sanno smaltire i rifiuti solidi urbani, figuriamoci quelli radioattivi, gli assertori, invece, sottolineano l’estrema sicurezza delle centrali in questione e la necessità di ricorrere ad esse. Certo l’energia è un argomento di estrema attualità. C’è chi vuole puntare su quelle rinnovabili o quelle pulite, il sole, il vento. C’è chi si scaglia contro la petrolizzazione dell’abruzzo, che a quanto pare, almeno a terra non ci sarà. Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare…nel vero senso del termine, qui la competenza è dello Stato, e la Regione, ha detto Chiodi ieri, può e deve farsi sentire. Il Centro Oli a terra non si farà più, ora ci si mette la piattaforma a mare col nome di un pesce, Ombrina 2, contro cui si sono scagliati comitati, cittadini e residenti. Tant’è che il problema energetico resta. E la Regione si sta dando da fare. Spendere le energie in energia conviene soprattutto pensando al futuro.


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore