Un quarto carabiniere sarebbe indagato a Pescara per la gestione delle indagini sulla strage di Rigopiano, in cui morirono 29 persone, nell'ambito della cosiddetta inchiesta quater che vede già indagati tre forestali.
Si tratterebbe del tenente colonnello Massimiliano Di Pietro, ex comandante del Nucleo Investigativo di Pescara, che sarebbe accusato di falso per il ritardo nell'invio in procura delle relazioni del Ris.
L'ipotesi di reato è appunto il falso materiale e ideologico a proposito delle telefonate con le richieste di aiuto fatte dal cameriere dell'albergo Gabriele D'Angelo la mattina del 18 gennaio 2017.
Il coinvolgimento del colonnello, ''sarebbe legato all'invio in procura delle relazioni tecniche del Ris sui telefonini di alcune delle vittime. Tra i dati estratti dal reparto scientifico dell'Arma c'è anche lo screenshot con le chiamate alla prefettura la cui importanza viene sottolineata dal Ris che la definisce di potenziale interesse investigativo. Eppure la relazione tecnica che porta la data del 17 marzo 2017, appena due mesi dopo la sciagura, finisce nelle mani dei magistrati soltanto a novembre, accompagnata da una nota dell'allora maggiore Di Pietro in cui si precisa ''qualora non pervenute, si ritrasmettono le note tecniche".
Il 3 dicembre il Gip ha disposto l'archiviazione di 22 indagati nell'inchiesta madre Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pescara, Nicola Colantonio, ha disposto l'archiviazione di 22 indagati nell'inchiesta madre sul disastro dell'Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara), avvenuto il 18 gennaio 2017, quando una valanga travolse il resort provocando la morte di 29 persone.