Tragedia Rigopiano, spunta nuova intercettazione funzionari: "Stanno al caldo nella Spa......"

19 Aprile 2019   10:38  

Nell'inchiesta della tragedia dell'Hotel Rigopiano, travolto da una valanga il 18 gennaio del 2017 e che costò la vita a 29 persone, è spuntata una nuova conversazione choc dei funzionari della Prefettura di Pescara.

“Io mi devo preoccupare non di chi sta in un Resort, per quanto impaurito dal terremoto, ma il terremoto lo abbiamo sentito tutti, al di là di quello stiamo tutti tranquilli”.

La frase sarebbe attribuita dagli inquirenti al dirigente della Prefettura di Pescara, Giancarlo Verzella, intercettato al telefono il 28 dicembre scorso mentre parla con un’altra dirigente dell’ente provinciale, Ida De Cesaris in relazione alla tragedia dell’Hotel Rigopiano.

I due sono indagati insieme ad altre 5 persone nell’inchiesta bis sulla tragedia del resort 

Nel fascicolo bis, chiuso nei giorni scorsi, l’accusa formulata a carico degli indagati dalla Procura di Pescara è di frode in processo penale e depistaggio per aver occultato il brogliaccio delle segnalazioni ricevute il giorno del disastro, in particolare allo scopo di far sparire la telefonata effettuata dal resort, alle 11.38 del 18 gennaio, dal cameriere Gabriele D’Angelo.

“Se uno mi dice qui all’hotel c’è stato il terremoto, è crollato l’hotel allora è diverso”, dice ancora Verzella, “ma alle 11.38…non era questo, quindi per noi era una notizia normale tra virgolette, perché c’erano altre priorità, non quelle di uno che sta lì, sì sta a lavorare in un posto…sarà pure scomodo, però ehhh il centro benessere insomma una spa, ehhh che quindi non ha quelle priorità che hanno altre situazioni”.

E ancora: “Io dovevo segnalare altre situazioni, io dovevo tenere presente altre cose, non quella. Cioè per me era più importante cercare una turbina per liberare le strade che uno che mi telefona e dice ho paura, sto all’albergo Rigopiano. Non me ne frega un c… di niente di quello lì, capito, con tutto il rispetto, per me l’emergenza è un’altra”.

“Se io devo liberare le strade, quindi mi dò da fare per quello – prosegue Verzella – il resto non conta niente o conta se c’è un’emergenza all’istante. Uno ti riferisce un’emergenza e vedi come fare per … ma uno che ti dice ho paura perché sto là all’albergo e per me non è una notizia… cioè lo metti, sai che si deve liberare pure l’hotel Rigopiano però con i suoi tempi”.

E il 12 dicembre scorso la De Cesaris dice in un’intercettazione: “Uno che mi telefona sei ore prima della valanga e mi dice abbiamo paura, e se avete paura state lì belli belli al caldo ed aspettate, qualcosa facciamo” .

L'ex Prefetto Provolo , anche lui indagato in un colloquio telefonico con l'attuale prefetto di Pescara intercettato il 18 dicembre del 2018 giustifica il suo comportamento con la questa frase: “Guarda tu non hai idea, io stavo senza Vicario, un capo di gabinetto di m, la dirigente sta sfaticata”. facendo riferimento all’ex capo di gabinetto Leonardo Bianco e alla dirigente Ida De Cesaris. L’intercettazione, che rende l’idea del caos in cui si trovava la prefettura di Pescara dopo la valanga, e’ contenuta nell’informativa dei carabinieri forestali.

“Figurati io il 18 sono stato sempre in giro per riunioni non sono riuscito nemmeno a scendere giu’ in sala operativa per vedere i casini che stavano facendo”, aggiunge Provolo. E poi punta il dito ancora contro la dirigente De Cesaris: “Che quella era una cretina che non sapeva gestire la sala operativa lo sapeva tutto il mondo”. In un’altra telefonata, datata 20 dicembre 2018, Provolo parla invece con l’attuale capo gabinetto della Prefettura: “Che la Prefettura non funzionava l’ho detto io. Se non arrivavi tu e Carlo, guarda questa Prefettura si doveva chiudere”.


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