Sentenza di assoluzione per l’esplosione del 2020, mentre continuano le indagini per il nuovo incidente del 2023.
Esplosione alla Sabino Esplodenti: tutti assolti, la tragedia non trova colpevoli
Tutti gli imputati del processo relativo all’esplosione avvenuta il 21 dicembre 2020 alla Esplodenti Sabino di Casalbordino sono stati assolti con la formula "il fatto non sussiste". L’incidente, che causò la morte di tre operai, è stato oggetto di un processo svoltosi con rito abbreviato presso il Tribunale di Vasto, sotto la guida del giudice Anna Rosa Capuozzo. Gli imputati, tra cui i membri del consiglio d'amministrazione dell’azienda e i dirigenti responsabili della sicurezza, erano accusati di cooperazione colposa in omicidio colposo.
Le vittime della tragedia furono Carlo Spinelli, Paolo Pepe e Nicola Colameo, tre dipendenti dell’azienda specializzata nel recupero e trattamento di polvere pirica derivata da ordigni bellici. Durante l'esplosione, avvenuta quattro anni fa, i tre operai persero la vita mentre svolgevano le loro mansioni all’interno dello stabilimento.
Gli imputati, tra cui il presidente del CdA Gianluca Salvatore, e altri membri della famiglia Salvatore, nonché vari responsabili aziendali come il direttore Giustiniano Tiberio e il capo reparto Carlo Piscopo, sono stati prosciolti da tutte le accuse. Il giudice ha infatti stabilito che non esistevano le condizioni per procedere contro di loro, escludendo anche la responsabilità amministrativa della Esplodenti Sabino Spa.
La sentenza di assoluzione arriva dopo che la pubblico ministero Silvia Di Nunzio aveva richiesto condanne che variavano da 4 a 6 anni di reclusione e una multa di 287mila euro per l'azienda. Tuttavia, tali richieste sono state rigettate dal tribunale, che ha escluso ogni responsabilità penale.
Parallelamente, è in corso una nuova inchiesta relativa a un’altra esplosione verificatasi il 13 settembre 2023, sempre alla Esplodenti Sabino, dove altri tre dipendenti – Gianluca De Santis, Giulio Romano e Ferdinando Di Nella – hanno perso la vita. Per questo secondo incidente, le indagini preliminari sono tuttora in corso, e sette persone, inclusi membri della famiglia Salvatore e dirigenti aziendali, sono state iscritte nel registro degli indagati.
A seguito del secondo incidente, il prefetto di Chieti, Mario Della Cioppa, ha emanato un decreto di sospensione di tre licenze detenute dall’azienda. Le licenze riguardano la fabbricazione di esplosivi e la detenzione di munizioni da guerra, con la sospensione in vigore fino a quando non saranno completati gli accertamenti tecnici. Tali accertamenti, svolti dalla Commissione tecnica provinciale per le materie esplodenti, mirano a verificare la conformità dell’azienda con le normative di sicurezza.
La vicenda ha scosso profondamente la comunità locale e ha aperto un dibattito sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, specialmente in industrie ad alto rischio come quella della Esplodenti Sabino. L’azienda, che da anni si occupa della demilitarizzazione di ordigni bellici, è stata al centro di numerose polemiche per le misure di prevenzione adottate, e la sospensione delle attività solleva ulteriori interrogativi sul futuro dello stabilimento e dei suoi lavoratori.
Il percorso giudiziario, conclusosi con l'assoluzione per l'incidente del 2020, non chiude tuttavia il capitolo legale della Esplodenti Sabino, poiché le nuove indagini per l’esplosione del 2023 potrebbero portare a sviluppi significativi nelle prossime fasi processuali.