Tragedia familiare a Sulmona, padre uccide la figlia di 25 anni

La follia di un ex agente penitenziario

25 Agosto 2009   14:39  

Un ex agente di polizia penitenziaria, Vincenzo Marrucelli, di 53 anni, ha ucciso la figlia Irene con un colpo di pistola. Il fatto e' avvenuto a Sulmona. L'uomo si trova nel commissariato di Sulmona.
Sovrintendente in prepensionamento della polizia penitenziaria, Maruccelli ha esploso alcuni colpi di pistola alla figlia Irene, 25 anni, prima ferendola e poi uccidendola.
Il padre, stando alle prime testimonianze in fase di verifica, avrebbe accompagnato la figlia gia' ferita al Commissariato di Sulmona e qui, nel piazzale, avrebbe esploso il colpo fatale. L'arma non era quella di ordinanza in quanto gli fu ritirata dall'Amministrazione penitenziaria dopo una relazione sul suo stato di salute mentale. Sulla vicenda la Procura della Repubblica di Sulmona ha disposto il piu' stretto riserbo. La donna uccisa conviveva con il fidanzato dal quale aveva avuto una bambina di 2 anni. Sull'accaduto indaga la polizia di Sulmona.
L'uomo ha sparato alla figlia nella propria abitazione di Bagnaturo, frazione di Sulmona, di fronte alla moglie. Con un colpo di pistola l'ha colpita in testa. Poi, con l'auto, una Fiat Bravo, dopo averla caricata, l'ha portata al commissariato dove, nel piazzale, ha rivolto la pistola contro se stesso, ma l'intervento degli agenti lo ha fatto desistere dal proposito di togliersi la vita. E' stato subito bloccato. La figlia e' morta poco dopo l'arrivo dei sanitari del 118. Il suo corpo e' stato trasferito nell'obitorio dell'ospedale di Sulmona. Da quanto si e' appreso sembra che la giovane fosse dedita all'uso di sostanze stupefacenti e che questo, in passato, avrebbe suscitato numerosi litigi tra padre e figlia.

LA STORIA Avevano trascorso la mattinata insieme ed erano di ritorno dal Sert di Sulmona dove la figlia Irene, di 25 anni, era stata condotta dal padre per la sua tossicodipendenza, ma la giovane aveva ancora una volta rifiutato di curarsi. Nel tragitto di ritorno a casa il padre, Vincenzo Marruccelli, di 53 anni, forse preso da raptus, le ha sparato alla nuca con una pistola Beretta 7,65, uccidendola sul colpo. L'uomo, un ex agente di polizia al carcere penitenziario di Sulmona, era stato riformato dal lavoro per motivi psico-fisici da poco piu' di un anno. Marruccelli aveva la regolare detenzione dell'arma, tecnicamente "per motivi affettivi", in quanto le era stata lasciata in eredita' dal padre. Nella sua casa di San Pietro di Bagnaturo, una frazione di Pratola Peligna, sono stati rinvenuti una cinquantina di proiettili detenuti illegalmente. I particolari dell'omicidio sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa presso il commissariato di Sulmona. Il fatto e' avvenuto intorno alle 11 di questa mattina nelle vicinanze della stazione ferroviaria di Sulmona. L'uomo, dopo essersi reso conto di quello che aveva fatto si e' diretto immediatamente al commissariato di polizia di Sulmona con il corpo della figlia in auto. Con la macchina e' entrato nel cortile approfittando del cancello lasciato momentaneamente aperto. Nel cortile e' uscito dall'auto con la pistola in pugno ed ha cercato di togliersi la vita puntandosi l'arma contro. Circondato dagli agenti e in preda al panico, pero', non e' riuscito a premere il grilletto, ha buttato a terra l'arma scoppiando in un pianto dirotto. Gli agenti che lo circondavano lo hanno subito bloccato. La Procura di Sulmona lo ha indagato dei reati di omicidio e porto abusivo di arma. L'uomo e' stato tradotto nel carcere di Sulmona. La figlia, secondo quanto emerso in conferenza stampa, e' morta sul colpo e i sanitari del 118 quando sono arrivati nel cortile del commissariato non hanno potuto fare altro che costatarne la morte. La giovane, sempre secondo quanto emerso, in passato aveva avuto guai giudiziari per problemi relativi all'uso di sostanze stupefacenti. La Procura della Repubblica ha disposto l'autopsia, mentre la figlioletta di due anni e' stata affidata ai nonni materni.

LA RICOSTRUZIONE DEL LEGALE Quello di oggi sarebbe stato l'ultimo dei ripetuti diverbi che c'erano tra padre e figlia a causa dei noti problemi della ragazza. Lo ha dichiarato all'Agi l'avvocato Alessandro Scelli, legale di Vincenzo Marruccelli, l'uomo che questa mattina, verso le 11, ha ucciso la figlia Irene, di 25 anni, a San Pietro di Bagnaturo, frazione di Pratola Peligna ( e non Sulmona come riferito in precedenza), con un colpo di pistola. La giovane aveva avuto in passato qualche procedimento penale per problemi relativi all'uso di sostanze stupefacenti. Lo stesso Marruccelli, ex agente di polizia penitenziaria, era stato riformato dal lavoro per motivi psicofisici. "Il colpo di pistola - ha spiegato Scelli - dovrebbe essere partito a casa. L'uomo ha portato, poi, in auto la figlia al commissariato di Sulmona, dove approfittando di un momento di apertura del cancello sarebbe entrato dichiarando di aver sparato sparato alla figlia. Avrebbe poi tentato il suicidio puntandosi la pistola alla pancia ma non ce l'ha fatta. Dopo aver gettato a terra l'arma - ha aggiunto l'avvocato - gli agenti lo hanno immediatamente bloccato. Marruccelli stravedeva per sua figlia ma era il suo cruccio. A volte l'eccesso determinato dal troppo amore - conclude Scelli - puo' portare alla follia".


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