Tragedia familiare: donna uccisa dal marito, poi tenta il suicidio

19 Dicembre 2024   11:44  

In una casa di Ripaberarda, Castignano, si consuma una tragedia: una donna uccisa dal marito, che poi tenta di togliersi la vita. In casa, anche i due figli minorenni.

A Ripaberarda, una frazione del comune di Castignano in provincia di Ascoli Piceno, si è verificato un femminicidio che ha sconvolto l’intera comunità. Emanuela Massicci, 45 anni, è stata uccisa a coltellate dal marito, Massimo Malavolta, 48 anni. L’uomo ha poi cercato di suicidarsi tagliandosi le vene con la stessa arma. La tragedia si è consumata intorno alle 7 del mattino, sotto gli occhi ignari dei due figli minori della coppia, che non avrebbero assistito direttamente alla scena.

Dopo l’aggressione, Malavolta ha chiamato suo padre, affermando che la moglie non stava bene e non respirava. Il genitore, allarmato, ha contattato il 112. Al loro arrivo, i soccorritori, accompagnati dai vigili del fuoco, hanno trovato i bambini in sicurezza, ma hanno dovuto forzare la porta della camera da letto, chiusa dall’interno. Dentro, Emanuela era riversa a terra, priva di vita, mentre il marito, seduto sul letto con il coltello in mano, era gravemente ferito.

Le indagini e le prime evidenze
Malavolta è stato immediatamente disarmato dai carabinieri, che lo hanno trovato quasi privo di sensi a causa delle profonde ferite ai polsi. L’uomo è stato trasportato d’urgenza all’ospedale di Ascoli Piceno, dove è piantonato in rianimazione. Nel frattempo, i medici legali e gli investigatori hanno eseguito i primi rilievi: Emanuela presentava diverse contusioni al volto e al corpo, ma non sono state rilevate lesioni vitali riconducibili ai colpi di coltello. L’autopsia fornirà una diagnosi più precisa sulle cause del decesso.

Un passato segnato da violenze
Secondo quanto emerso, non risultano precedenti denunce di Emanuela nei confronti del marito, né segnalazioni alle autorità per liti domestiche. Tuttavia, il passato di Malavolta racconta una storia diversa: nel 2015 l’uomo era stato posto agli arresti domiciliari per lesioni aggravate e atti persecutori contro un’altra donna. Successivamente, nel 2016, il Tribunale di Ascoli Piceno lo aveva condannato a due anni di reclusione, una pena poi ridotta in appello a sei mesi e venti giorni con sospensione condizionale, diventata definitiva nel 2018.

Lo shock della comunità
Il piccolo centro di Castignano, che conta circa 2.500 abitanti, è stato scosso dalla notizia. "Non c'erano segnali di conflitti nella famiglia," ha dichiarato il sindaco Fabio Polini, aggiungendo che l'intera comunità è vicina ai due bambini rimasti orfani di madre e vittime indirette della tragedia. "Faremo tutto il possibile per offrire loro il supporto necessario," ha assicurato il primo cittadino.

Emanuela, descritta come una donna tranquilla, aveva svolto supplenze come insegnante, mentre il marito era impiegato in un’azienda nella zona industriale di Ascoli Piceno. L’intera vicenda, ancora da chiarire nei dettagli, lascia un segno profondo non solo nella famiglia coinvolta ma in tutta la comunità.


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