Trivelle,Ww: "Grave errore, Governo scommetta su rinnovabili" Acerbo: 2 anni fa Meloni era contraria

06 Novembre 2022   09:16  

"Il Governo Meloni dovrebbe fare quello che non hanno fatto i governi precedenti: scommettere sulle rinnovabili e cambiare l'approccio italiano al tema dell'energia, cosa che, negli ultimi anni, non è mai stata fatta con la giusta determinazione".

Ad affermarlo è il presidente nazionale del Wwf, Luciano Di Tizio, secondo cui "concedere nuovo spazio alle trivelle rappresenta un errore grossolano".

Almeno tre, spiega Di Tizio, i motivi per cui si tratterebbe di un errore: "il gas disponibile in Adriatico - dice - è di quantità limitatissime; in Italia vige un regime di concessioni per cui il gas non appartiene allo Stato da cui proviene, ma appartiene al titolare della concessione e lo Stato è quindi costretto ad acquistarlo; puntare sul gas significa tamponare il problema, ma non risolverlo".

La soluzione, a detta del Wwf, è invece quella delle rinnovabili: "Puntando sulle rinnovabili, nello stesso lasso di tempo si avrebbero delle soluzioni che vanno verso il futuro.
Tamponare significa guadagnare qualche mese. Scegliere la strada delle rinnovabili significa cercare di risolvere il problema a lungo termine".

Trivelle: Forum H2o, Governo promuove negazionismo climatico

"Il provvedimento sul rilancio delle trivelle in mare annunciato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni è il pessimo biglietto da visita fossile con cui lo stato italiano si presenta alla conferenza sulla crisi climatica in Egitto".

Lo afferma il Forum H2o, sottolineando che il Governo promuove il "negazionismo climatico antiscientifico" visto che da anni "tutti gli scienziati in coro, e anche l'Agenzia Internazionale dell'Energia, ricordano che per evitare il disastro definitivo sul clima bisogna lasciare le fossili, metano, carbone e petrolio, sottoterra".

  "Si tratta di una norma ipocrita - afferma il movimento - proposta da chi da un lato piange i morti delle alluvioni e grida all'emergenza siccità e dall'altro fa qualche favore ai petrolieri che ci hanno portato sulla soglia del disastro climatico irreversibile. Fa sorridere amaramente ascoltare le parole della presidente del consiglio, una politica che votò 'Sì' al referendum per bloccare le trivelle in mare qualche anno fa, mentre sul sito web del ministero dell'ambiente campeggiano slogan sull'impegno dell'Italia per il contrasto ai cambiamenti climatici".

    Nel ricordare che "il metano è un vero e proprio killer del clima", Augusto De Sanctis, del Forum H2o, parla di "una norma schizofrenica e poco seria per un paese, visto che di fatto si annulla la pianificazione, il Piano delle Aree compatibili per le estrazioni (Pitesai), approvato dallo Stato appena un anno fa".
    Il Forum parla di "specchietto per le allodole", perché riguarda "un aumento della produzione per 1,5 miliardi di mc all'anno, il 2% degli attuali consumi nazionali, quando nel 2022 l'Italia ha esportato in altri paesi già 2,7 miliardi di mc.
    "Il tutto avviene - aggiunge De Sanctis - mentre ogni giorno vengono depositati al Ministero dell'Ambiente centinaia di progetti per sfruttare la vera risorsa che l'Italia ha in abbondanza, il sole. Solare, eolico e altre rinnovabili producono energia a prezzi bassissimi; assieme a efficienza e risparmio sono l'unica strada da seguire".

Trivelle: Acerbo (Rc), Meloni incoerente, nel 2017 era contro

La coerenza di Meloni è una bufala che è servita a costruire una narrazione per l'ennesima politicante al servizio dei poteri forti presentata come portatrice di chissà quale rinnovamento. Questo governo è un ecomostro che prosegue sulla strada di Cingolani e Draghi.

Giorgia Meloni nel 2017 votò si come Salvini al refendum no-triv, accusando il Pd di essere al servizio delle lobby contro l'ambiente. Ora il loro Governo sblocca le trivellazioni per la gioia delle stesse lobby". Lo afferma il segretario nazionale di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo.

"Meloni, come il suo sodale Salvini - aggiunge - attaccano quello che definiscono 'ambientalismo ideologico' che avrebbe bloccato il Paese. Si dà il caso che non solo votarono sì al referendum, ma il divieto entro le 12 miglia e nelle aree marine protette che ora viene cancellato era un provvedimento del governo Berlusconi proposto dall'allora Ministra Prestigiacomo.
    Giorgia Meloni era ministra di quel governo e votò quel divieto che oggi abolisce". 


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