Trump lancia massiccia operazione di espulsione: 200 agenti coinvolti a Chicago

18 Gennaio 2025   09:40  

Il presidente eletto avvia un'operazione anti-immigrazione mirata alle "città santuario", con l'obiettivo di espellere immigrati illegali con precedenti penali.

Il presidente eletto Donald Trump ha annunciato l'inizio di un'ampia operazione di espulsione di massa degli immigrati. A partire da martedì, subito dopo il suo insediamento alla Casa Bianca, l'operazione prenderà il via con un blitz a Chicago della durata di una settimana, coinvolgendo circa 200 agenti.

Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, l'obiettivo principale sono gli immigrati illegali con precedenti penali, inclusi reati minori come violazioni del codice della strada. Le autorità hanno precisato che chiunque si trovi presente al momento dell'arresto e sia nel Paese illegalmente verrà preso in custodia.
Questa iniziativa rappresenta un chiaro messaggio alle cosiddette "città santuario", ovvero quelle amministrazioni locali che limitano la cooperazione con le autorità federali in materia di immigrazione. Tra le città potenzialmente interessate da future operazioni simili si annoverano New York, Los Angeles, Denver e Miami.
In una recente intervista alla NBC, Trump ha dichiarato che l'operazione non è una questione di costi, sottolineando che non c'è prezzo quando si tratta di rimuovere individui che hanno commesso crimini gravi. 

Inoltre, il presidente eletto ha lasciato intendere la possibilità di utilizzare l'esercito per facilitare le espulsioni di massa, rispondendo affermativamente a un post che menzionava l'uso di risorse militari per combattere l'immigrazione illegale.

Queste misure hanno già innescato reazioni tra le comunità di immigrati, con alcuni che stanno valutando l'opzione di lasciare volontariamente gli Stati Uniti per evitare arresti o separazioni familiari. Gli studi legali specializzati in immigrazione stanno registrando un aumento delle richieste di assistenza legale per la tutela dei minori nel caso in cui i genitori vengano detenuti o deportati.

L'operazione segna l'inizio di una nuova era nelle politiche migratorie degli Stati Uniti, con un approccio più rigoroso e una maggiore enfasi sull'applicazione delle leggi esistenti.


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