Turismo, prezzi hotel +4% nei primi 6 mesi a livello globale

02 Settembre 2014   11:41  

Il prezzo medio pagato per una camera d'albergo nel mondo ha registrato un incremento del 4% nei primi 6 mesi del 2014, se rapportato con lo stesso periodo del 2013, segno del rinnovato slancio dovuto alla ripresa economica, in particolare in Europa, e della maggiore propensione dei consumatori europei ad aumentare la propria capacita' di spesa.

Lo rileva l'Hotel Price Index di Hotels.com aggiungendo che l'Indice a livello globale si e' attestato a 115, 15 punti in piu' rispetto al momento del lancio nel 2004 e a soli 4 punti dal picco di 119 fatto registrare nella prima meta' del 2007.

"Per l'industria dei viaggi - ha commentato Johan Svanstrom, presidente del brand Hotels.com - l'inizio dell'anno e' stato in generale promettente, grazie al consolidamento della domanda di viaggi sia leisure che business a livello internazionale.

Di conseguenza, abbiamo il maggior tasso di incremento dall'inizio del 2012 e, per la prima volta, ci sono state due aree in cui gli indici HPI regionali hanno superato i livelli pre-crisi economica".

America Latina e Caraibi hanno entrambi raggiunto risultati record; i Caraibi hanno registrato il maggiore incremento dell'Indice HPI, +6%, valore che ne fa il singolo Indice regionale piu' elevato finora mai documentato. L'America Latina ha proseguito la sua crescita del 2013, toccando il suo massimo semestrale.

Due aree hanno registrato una crescita dell'Indice del 5%. In primo luogo Europa e Medio Oriente, per i quali si tratta del massimo incremento registrato da sei anni a questa parte, in secondo luogo il Nordamerica, spinto in alto dai risultati provenienti dagli USA dove, secondo la Smith Travel Research, nel mese di giugno sono stati toccati i massimi livelli di occupazione alberghiera dell'intero secolo. L'Indice e' invece rimasto stabile in Asia e Pacifico.

L'Asia in particolare continua ad essere particolarmente conveniente per i viaggiatori, mentre i visitatori diretti in Australia si sono potuti avvantaggiare della debolezza del dollaro australiano.


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