Uccise ex moglie e nuovo compagno, Kapllani giudicato "capace di intendere e di volere"

I periti: "Rabbia distruttiva ma nessun vizio di mente"

27 Maggio 2014   11:02  

Nuovi sviluppi nella tragica vicenda di Burhan Kapllani, il 49enne imprenditore di origine albanese che la sera del 17 gennaio 2013 uccise a colpi di revolver l'ex moglie Orietha Boshi ed il nuovo compagno della donna, Sheptin Hana.

Sviluppi che in sede dibattimentale saranno con ogni probabilità decisivi, dal momento che la perizia psichiatrica cui Kapllani è stato sottoposto, richiesta dalla difesa, ha stabilito che l'imputato fosse capace di intendere e di volere all'epoca dei fatti.

La perizia è stata depositata ieri e, forse un po' a sorpresa, rimette dunque in discussione la posizione dell'imprenditore albanese, che può dunque essere regolarmente sottoposto a giudizio e rischiare l'ergastolo, mentre in caso gli fosse stato riconosciuto un qualche deficit avrebbe con ogni probabilità beneficiato di uno sconto di pena.

Nell'atto di richiedere l'esame, la difesa dell'imputato aveva posto in evidenza un danno organico cerebrale, visibile con le strumentazioni, che ne avrebbe potuto condizionare il comportamento. Secondo i periti, tuttavia, tale referto è da ritenersi "assolutamente specifico e privo di valore clinico pur costituendo un elemento di rischio cardiovascolare che non va minimizzato. La storia personale del soggetto, inoltre, consente di escludere che vi siano stati elementi cognitivi interferenti con il suo comportamento sociale".

Al contrario, nel momento di compiere il delitto, gli esperti hanno ritenuto che Kapllani presentasse "una rabbia sconfinata nel vedere la coppia". Rabbia distruttiva, dunque, ma nessun vizio di mente, come secondo gli esperti andrebbe a dimostrare anche il fatto che "l'atto non è congruo con una dinamica psicopatologica derivante da una condizione depressiva maggiore non essendo stato seguito da nessun tentativo di suicidio".


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