Uccisione Gheddafi. Petrilli: "Una barbara esecuzione sommaria di un uomo che si era arreso"

21 Ottobre 2011   10:19  

"La democrazia e i nuovi corsi non si affermano sparando alla testa di prigionieri inermi Qualche settimana fa , quando avvenne il ritrovamento di una fossa comune vicino al carcere di Tripoli di Ali Salim con i corpi di 1600 detenuti trucidati dal regime di Gheddafi nel 1996, non ebbi esitazioni a definirla una pratica doppiamente criminale, perché uccidere una persona già detenuta e inerme è un crimine doppio". Lo dice Giulio Petrilli, responsabile giustizia Pd L’Aquila.

"Oggi anche uccidere Gheddafi, già prigioniero con un colpo di pistola alla nuca, denota una logica da barbarie che appoggiata anche dalla Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna e Italia fa venire i brividi. Critichiamo i criminali e ci comportiamo esattamente come loro, nessuna parola di condanna verso una esecuzione sommaria, anzi parole di apprezzamento sulla rivoluzione compiuta da parte di Obama, Sarkosy, Frattini e un po’ tutti. Nessuna riflessione sulla necessità di aprire un nuovo ciclo, senza applicare la tortura nelle carceri e le esecuzioni sommarie.

Quale differenza tra il regime di Gheddafi e i nuovi liberatori? Rastrellamenti e uccisioni ieri, rastrellamenti e uccisioni oggi. Tortura ieri e tortura oggi. Esecuzioni sommarie ieri, esecuzioni sommarie oggi. I bombardamenti Nato e delle potenze occidentali - conclude Petrilli - sono serviti a creare un nuovo regime, che uccide i prigionieri e li trascina lungo le vie con le macchine e non più i cavalli".


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