Uil: "Bene le aperture dell'Abruzzo alle altre regione, primi passi di politica estera"

18 Gennaio 2012   16:13  

"Dopo una lunga fase di crescente e per nulla splendido isolamento dell’Abruzzo, primi atti potenzialmente di segno diverso: non facciamoli restare episodi ma connettiamoli in una strategia." Inizia così l'intervento di Roberto Campo, per la Uil Abruzzo.

"Bene l’incontro tra l’assessore ai trasporti della Regione Abruzzo Giandonato Morra e il suo collega della Regione Marche, Luigi Viventi- spiega Campo -salutiamo con soddisfazione quello che deve essere solo l’inizio di un lavoro diplomatico e di idee per negoziare con Trenitalia investimenti che interessino anche la fascia adriatica, cancellata più che penalizzata dalle strategie ferroviarie nazionali. Non limitiamo il confronto alle rotaie, ma allarghiamolo all’insieme delle tematiche infrastrutturali e di trasporto."

"Bene l’approvazione in Senato della Macroregione Adriatico-Ionica -continua per la Uil Roberto Campo- seguiamo la partita, premiamo sul Governo, affinché si accorci il ritardo rispetto alle macroregioni Baltica e Danubiana: qui si giocherà parte importante del prossimo ciclo di programmazione europea 2014-2020.

Bene che l’Abruzzo stia al tavolo del Mezzogiorno con i Ministri del Governo Monti. Il fatto positivo che l’Abruzzo non abbia dovuto subire la rimodulazione forzata di FAS e Fondi Strutturali, come invece accade alle altre regioni del Sud, non deve trasformarsi nel fatto negativo di emarginare di fatto l’Abruzzo dalle politiche in via di costruzione per il Mezzogiorno. Se l’Italia riuscirà a tornare alla crescita, sarà con il contributo decisivo del Sud: l’Abruzzo deve essere della partita."

"Chiediamo al Presidente Chiodi -spiega ancora Campo- di porre al Governo la questione dell’esclusione dell’Abruzzo dalla “lista Passera” delle opere infrastrutturali da salvare: non è possibile che non ci sia un’opera di interesse della nostra regione tra le priorità nazionali.

Chiediamo al Presidente Chiodi che anche l’Abruzzo aderisca all’Osservatorio Economico delle Regioni del Mezzogiorno promosso da Svimez: manchiamo solo noi."

"Il fascicolo della rivista Limes - spiega Campo in conclusione- l’Italia dopo l’Italia (febbraio 2011) individua 7 Italie. L’Abruzzo non sta né con il Sud né con il Centro, ma viene accorpato a Roma: Roma e entroterra. Fotografa la fase difficile della nostra transizione interrotta, che non ancora superiamo. Dobbiamo reagire, anche dal punto di vista geopolitico, ricominciando a guardarci intorno. Noi e il Sud, noi e il Centro, noi e Roma, noi e la fascia adriatica, noi e i Balcani. La dimensione delle alleanze sovra-regionali non è un lusso per tempi migliori ma il solo modo di affrontare con speranza di efficacia i tempi di ferro presenti."


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