''Una citta' senza porte; un confronto a distanza tra un imprenditore ed un comunista''

26 Aprile 2012   16:38  

 

La riflessione di Luciano Ardingo, Presidente del Gruppo SPEE, di qualche giorno fa, avrebbe dovuto scatenare un dibattito o una polemica per le cose dette. Invece silenzio assoluto. Già il titolo “una città senza porte che cattura le idee dal mondo” dovrebbe essere una “provocazione” sufficiente a stimolare la fantasia e l’ingegno.
“Senza porte”, sicuramente, è una metafora per invitarci ad entrare nella nostra realtà, nelle nostre non case e prendere atto che dopo il sisma del 6 aprile del 2009 le mura di cinta o non esistono più o si sono spostate per costruire, anche nella nostra Città ex medioevale, un’area metropolitana.
Insomma una visione della nostra realtà con la quale misurarci con gli strumenti non dell’apprendista artigiano ma con quelli della conoscenza e dell’innovazione.
L’ing. Luciano Ardingo, in base al suo bagaglio di esperienza in merito, avverte sui pericoli insiti nella non presa di coscienza di questo cambiamento strutturale del nostro territorio ed affida la soluzione ad un broker dell’innovazione individuato nel dipartimento di Business innovation, parte integrante del neo costituito Gran Sasso Science Institute.
Quello di Ardingo è il linguaggio di un imprenditore ed in quanto tale non è neutro, ma in questo caso pone un grande obiettivo che è insito nel progetto Barca e supera l’ambito dell’imprenditore.
Questo progetto, proprio per i suoi contenuti di fondo, può camminare con le proprie gambe se vi sono forze endogene al nostro tessuto sociale , costituito da piccole e medie imprese, in grado di cimentarsi e di mettersi in discussione rispetto ad un mercato sempre più selettivo e globale.
Ardingo auspica la nascita di una vera e propria industria basata sull’esperienza, partendo dagli errori fatti , da quello che oggi c’è e costruire sull’esistente. Informazione e comunicazione sono i cardini di questo progetto e questi due elementi possono sicuramente evolvere se sono in sintonia con un sistema a rete.
Con questo sistema, non ci rimane che prendere atto, che la nostra percezione dello spazio e del tempo cambia ed in questo ambito sta a noi “catturare le idee dal mondo”. E’ una vera scommessa e non possiamo che essere d’accordo con il suo segnale d’allarme; se non si sviluppa questo processo partecipativo dei diversi soggetti locali, il Gran Sasso Institute rischia di diventare un ennesimo “carrozzone”.
A questa preoccupazione di Ardingo e che noi condividiamo, intendiamo rendere partecipi Lui e la Città di un’altra nostra inquietudine: l’utilizzo dei novanta milioni di Euri della ex zona franca.
Nella nostra Regione vi è un tavolo, “Patto per l’Abruzzo”, che a distanza di quasi due anni dal suo insediamento, non è stato in grado di produrre una adeguata linea strategica per il suo rilancio economico e produttivo ed il progetto Barca sta diventando, di fatto, la sua unica ancora di salvezza e l’ennesimo osso da spolpare.
Visti i risultati fallimentari di un presidente della Giunta Regionale, che ha sostituito la sua incapacità di governo con la somma di nomine commissariali, auspichiamo che il Ministro Barca costituisca una sua task force in Città per il sano utilizzo di queste risorse.

Il Segretario Provinciale del PdCI-Federazione della Sinistra
Angelo Ludovici

 


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