"Una vita da precario - analisi del precariato giornalistico in Abru

22 Giugno 2007   16:05  
“Il ruolo della stampa, quello di informare, è intrecciato con la crescita democratica del Paese. Se l’informazione è scadente viene meno la democrazia a cui tutti ci dobbiamo sentire ispirati”. Con queste parole l’assessore alla Cultura Adelchi De Collibus ha definito un concetto importante all’interno del convegno dedicato al precariato giornalistico, tenutosi stamane nella sala Figlia di Iorio della Provincia di Pescara. Il concetto è che “la vita da precario” in cui versa il giornalista oggi interessa tutti, perché tutti abbiamo il diritto di ricevere un’informazione sana e puntuale, per crescere e per continuare a sentirci parte di un mondo che sta fuori dall’uscio di casa, dai confini regionali, statali o europei. Il giornalista, dalla piccola cittadina di provincia alle grandi emittenti nazionali, unisce le persone, crea fili condivisibili di idee, educa e informa eppure resta in attesa da 1000 giorni che questo importante ruolo venga riconosciuto, con un rinnovo del Contratto nazionale del lavoro. “In Abruzzo ci sono attualmente 1840 precari, tra giornalisti professionisti e pubblicisti iscritti nei registri di Assostampa – comunica il tesoriere Antonio Buccilli – di questi solo 120 hanno il privilegio di un contratto di lavoro”. Cosa che, a esempio, non è toccata a Paolo Antonilli, giornalista pescarese morto il 6 febbraio 2007 dopo venti anni di precariato, senza essere riuscito a ottenere un normale contratto, simbolo del convegno (una targa in sua memoria è stata consegnata a Renzo Gallerati, intervenuto in vece del fratello di Antonilli) e della situazione di vera emergenza in cui versa la stampa italiana. I precari, poi, non sono solo nei quotidiani, ma anche negli uffici stampa e nelle emittenti radiofoniche e televisive, un esercito che il più delle volte viaggia in balìa delle decisioni prese dagli editori o dagli Enti, in contraddizione tra la necessità di avere personale e l’impossibilità di mantenerlo. “Abbiamo previsto un Piano per la stabilizzazione dei precari, in base al quale la prima cosa che bisogna fare – ha detto il presidente della Provincia di Pescara, Pino De Dominicis – è determinare una nuova tipologia di contratto, una cosa che è stata decisa e concordata ieri con il sindacato. Questo significa la trasformazione dei contratti da Co.co.co a tempo indeterminato e l’istituzione di concorsi per la stabilizzazione delle figure precarie”. Il tipo di contratto più recente, a detta di Nino Germano, della Commissione Aeranti-Corallo-Fnsi, sembra essere proprio quello Aeranti, stipulato il 27 aprile del 2005. Di questi contratti l’Abruzzo ne conta 27, distribuiti tra le varie emittenti locali, di cui un merito particolare va a Radio Delta uno, una delle poche radio in Italia ad avere 3 contratti attivi. Nonostante questi piccoli segnali positivi, però, siamo ancora molto lontani dall’ottenere un vero riconoscimento per una professione a cui si affacciano anche tanti giovani che ogni giorno, armati di penna e taccuino, raccontano quello che succede nel mondo. Il tutto senza tutele, contributi, a volte senza neanche uno stipendio o con un tetto mensile che non raggiunge i 532 euro, limite della soglia di povertà. (Nella foto un momento della conferenza) Valentina Tenaglia

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