Uomo gambizzato a Rancitelli, emerge un sospettato

Prova stub sul ragazzo che ha prestato primi soccorsi

11 Novembre 2014   11:23  

Proseguono le indagini sull'episodio di gambizzazione di cui è stato vittima nella serata di sabato scorso il 40enne pescarese Massimo Rendine, raggiunto da due colpi d'arma da fuoco in via Lago di Capestrano nel quartiere Rancitelli.

Sono ancora da chiarire gli aspetti principali del ferimento dell'uomo, secondo gli inquirenti correlato all'incendio della sua auto avvenuto appena quattro giorni prima, a cominciare ovviamente dall'autore del gesto e dal perché sia stato commesso.

A tal riguardo, la convinzione degli investigatori è che Rendine sappia chi sia stato e perché abbia sparato ma non intenda dirlo: a quanto risulta ci sarebbe già un sospettato, ma giocoforza occorrono conferme, che al momento non risultano giunte né da Rendine né dal rom 27enne che gli ha prestato i primi soccorsi dopo l'agguato.

Sempre secondo gli inquirenti, del resto, anche il soccorritore non avrebbe detto tutta la verità circa l'episodio, e potrebbe anzi sapere a sua volta chi ha sparato Rendine ed il motivo per cui lo ha fatto: proprio al fine di accertare tale ipotesi, gli investigatori hanno sequestrato la maglietta che il 27enne indossava quella sera e lo hanno sottoposto alla prova dello stub, atta ad accertare l'eventuale presenza di polvere da sparo.

In attesa di ulteriori passi in avanti nelle indagini, il pm Barbara Del Bono ha aperto un fascicolo per tentato omicidio, per quanto in base alle ricostruzioni operate dalla squadra mobile chi ha sparato non avrebbe avuto la volontà di uccidere Rendine, quanto piuttosto quella di dargli una lezione o un avvertimento.


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