VIDEO consiglio comunale di Pescara: solidarietà a D'Alfonso

22 Dicembre 2008   09:43  

VIDEO CONSIGLIO COMUNALE

19.30: "Con D'Alfonso ho cercato un cambiamento e anche voi Ds quando lo abbiamo eletto segretario lo avete amato quanto noi della Margherita. Perchè ora lo dimenticate invece di rivendicare l'orgoglio di averlo eletto?". Lo ha detto Franco Marini nel suo intervento nel corso dell'assemblea del Partito Democratico che si è tenuta a Sulmona. "Perchè non siete razionali? Io il mio posto ve lo lascio. Invece di continuare a piangere, decidiamo se questo partito lo facciamo o torniamo indietro", ha chiuso l'ex presidente del Senato.

Intervento del Vice Sindaco Camillo D'Angelo al Consiglio Comunale su Luciano D'Alfonso. Grandissimo calore dei presenti ... - di gianran1
 


Il Capogruppo del PD Moreno Di Pietrantonio esprime solidarietà a Luciano D'Alfonso - di gianran1




Presidente del Consiglio di Pescara legge la lettera di dimissioni del Sindaco Luciano D'Alfonso - di gianran1

 

Manifestazione pro Luciano D'Alfonso in Consiglio Comunale - di gianran1

18:07: ALCUNI CITTADINI LO ATTENDONO E GRIDANO, 'FORZA LUCIANO'
Li hanno arrestati entrambi per tangenti, ma la reazione popolare è stata diversa. Imbarazzo, a luglio, per l'ex governatore Ottaviano Del Turco; incredulità e manifestazioni di sostegno per l'ex sindaco di Pescara, Luciano D'Alfonso, finito ai domiciliari lunedì scorso e oggi accolto dagli applausi di alcuni suoi concittadini all'uscita dall'interogatorio-fiume cui è stato sottoposto dal Gip Luca De Ninis. Non solo: se l'ex governatore scelse di non rispondere ai magistrati che ne decretarono l'arresto, D'Alfonso - faldoni in mano - è stato un fiume in piena. Nei due interrogatori della settimana più lunga della sua vita - quella successiva al tonfo, alle elezioni regionali, del Pd, partito del quale era segretario regionale - si è difeso, ha spiegato, ha negato gli addebiti. Per D'Alfonso si parla di tangenti in appalti pubblici: una quarantina gli imprenditori coinvolti e sottoposti a indagine, tra loro il patron di AirOne, Carlo Toto, che, secondo gli inquirenti, in più occasioni, avrebbe versato al sindaco tangenti, contribuendo ai suoi viaggi e versando mazzette per il partito, mascherate da prestazioni rese al Comune. D'Alfonso, nel corso dell'interrogatorio di garanzia, che si è svolto in due giornate e durato complessivamente quasi otto ore, ha negato di aver ricevuto dazioni in denaro, spiegando che con Toto vi sono stati e vi sono rapporti personali: l'imprenditore è stato, fra l'altro, suo testimone di nozze. L'ex sindaco ha ripercorso punto per punto, davanti ai magistrati, le vicende che lo vedono coinvolto, sottolineando di aver operato sempre scelte amministrative legittime. Scelte che - ha fatto presente - hanno avuto il plauso dei cittadini, una decina dei quali, oggi, lo hanno atteso davanti all'aula del Tribunale di Pescara per esprimergli la loro vicinanza. All'uscita da Palazzo di Giustizia lo hanno accolto fra gli applausi, gridando "dai Luciano, forza Luciano". Una vicinanza espressa, in maniera ancora pi˘ clamorosa, ieri pomeriggio, nel corso del Consiglio comunale di Pescara, quando centinaia di persone hanno occupato l'aula consiliare con cartelli e striscioni, contestando gli avversari politici dell'ex sindaco e raccogliendo firme da consegnare a istituzioni e magistrati. A proposito di magistrati, il Pm Gennaro Varone, che si occupa dell'inchiesta nella quale è coinvolto D'Alfonso, oggi non ha preso parte al seguito dell'interrogatorio di garanzia. Intorno alle 10, ora fissata per l'audizione, è entrato in aula e subito dopo ne è uscito, lasciando intendere di aver già più volte ascoltato D'Alfonso. Lunedì prossimo, nell'ambito dell'inchiesta, sarà sentito l'imprenditore Massimo De Cesaris, anche lui finito ai domiciliari con l'ex sindaco e il suo ex braccio destro, Guido Dezio. Subito dopo l'imprenditore, il Gip, Luca De Ninis, ascolterà due tecnici comunali per i quali è stata chiesta l'interdizione dai pubblici uffici.

16.55: TANGENTI PESCARA: DEL TURCO,OK SOLIDARIETA' GENTE A D'ALFONSO
"Le manifestazioni pro-D'Alfonso di ieri indicano che anche a Pescara esistono persone garantiste e non solo giustizialiste". Lo ha detto l'ex governatore d'Abruzzo Ottaviano Del Turco arrestato lo scorso 14 luglio nell'ambito di un'inchiesta su presunte tangenti nella sanità, attualmente con obbligo di dimora a Roma. "Sono contento - ha ribadito - che esistono dei garantisti anche a Pescara: mi si apre il cuore alla speranza. Per la mia vicenda - ha concluso Del Turco - ho ricevuto 1.500 lettere di solidarietà: equivalgono alla solidarietà espressa ieri a Luciano D'Alfonso dai pescaresi".

"Sono sicuro che la solidarietà a Luciano D'Alfonso è ancora più grande del numero dei manifestanti e anche più grande della quantità straordinaria di lettere che io ho ricevuto", cosÏ ha continuato l'ex Governatore. "In un paese normale, in un regime democratico - ha proseguito Del Turco - ciò che conta alla fine sono i voti e chi sa leggere i risultati delle elezioni abruzzesi sa che in quel risultato c'era anche della solidarietà per la mia vicenda".

14.00: "Non ho mai intascato tangenti". "Nell'impianto accusatorio ci sono molte incongruenze temporali".  Luciano D'Alfonso è determinato ad andare avanti sulla linea difensiva già palesatasi negli interrogatori di ieri.
Fuori il palazzo di giustizia tanta gente a sostenere il sindaco. C'erano anche gli ambientalisti che ringraziano il sindaco per il suo impegno contro il Centro oli.  Lunedi si deciderà sulla scarcerazione di Guido  Dezio.
Anche D'Alfonso chiederà la scarcerazione, ma il Natale lo passerà con ogni probabilità ai domiciliari.

ARBORE MASCIA PDL ATTACCA

"Quello che e' accaduto ieri in consiglio comunale non e' stato un bello spettacolo di democrazia, ma un vero e proprio linciaggio nei confronti di chi ha fatto per sei anni opposizione, e sembra quasi che sia una rincorsa alla riabilitazione dell'ex sindaco D'Alfonso", arrestato lunedi' sera. Lo ha detto questa mattina il capogruppo in consiglio comunale del Pdl, Luigi Albore Mascia, che ha ricordato le denunce della minoranza su una serie di passaggi amministrativi della giunta D'Alfonso, le "battaglie vinte" su alcuni fronti, e ha fatto notare che "se qualche monito fosse stato ascoltato oggi non vivremmo questa tragedia, che e' una sconfitta per tutta la politica". Ricordando le denunce politiche del passato, "che non erano peregrine", il consigliere Guerino Testa ha segnalato "una determina del 16 dicembre per l'assunzione di dieci persone". Il senatore Andrea Pastore, invece, ha commentato che "questi anni di amministrazione hanno prodotto nella coscienza civica una mancanza di sensibilita' per la legalita', e ci sono stati atti censurabili che hanno creato un bubbone malefico, ora esploso". Il parlamentare ha censurato, poi, il "cambio di casacche con corresponsioni di favori o altro" che si e' verificato in consiglio. Critiche anche a Antonio Di Pietro, che ha avuto un "atteggiamento forcaiolo, e quando gli fa comodo si allea con sindaci indagati e quando no li scarica". Sempre Pastore si e' detto "offeso" da chi dice che "tangentopoli non e' mai finita", perche' dieci anni della giunta Pace sono trascorsi nel segno della legalita'. Il consigliere Marcello Antonelli, poi, ha parlato delle ultime vicende come della "sconfitta della politica e del palazzo e l'arresto - ha detto - non ha aggiunto nulla ad un quadro che era gia' negativo per come venivano gestite le risorse". Lorenzo Sospiri ha invece voluto ricordare che e' stata l'opposizione "a presentare un ricorso al Tar sulla riqualificazione dell'area di rIsulta e le prime denunce sull'iter seguito dal Comune risalgono a ottobre 2005

09.30   Cominciato nel palazzo di giustizia di Pescara il prosieguo dell'interrogatorio, dinanzi al Gip, Luca De Ninis, dell'ex sindaco della città adriatica ed ex segretario del Pd Abruzzo Luciano D'Alfonso, agli arresti domiciliari da lunedì scorso per presunte tangenti in appalti pubblici. L'altro ieri per quasi tre ore D'Alfonso aveva spiegato la sua posizione. A conclusione aveva lasciato il palazzo di Giustizia da una uscita secondaria, eludendo i giornalisti. Stamani è giunto a palazzo di giustizia alle 9. Sul posto è arrivato poco prima dell'inizio dell'interrogatorio anche il pm Gennaro Varone che però ha lasciato subito l'aula, annunciando ai giornalisti che non avrebbe partecipato.

E' ACCADUTO IERI

17.03   I lavori del Consiglio comunale sono ripresi alle 17.03 con un appello ai cittadini presenti in aula del presidente Dogali a mantenere la calma, ad avere 'pazienza e rispetto'. Il capogruppo del Pdl, Luigi Albore Mascia, riprendendo la parola, ha fatto notare l'allontanamento dalla giunta dell'Italia dei valori dopo l'arresto di D'Alfonso. Mascia ha anche ricordato alcune vicende amministrative che nei mesi scorsi sono state al centro di forti attacchi da parte del centrodestra come la riqualificazione dell'area di risulta, la privatizzazione dei cimiteri, l'operazione Di Properzio, le consulenze e le borse di studio erogate dal Comune, i mecenatismi 'interessati' dei privati e che hanno avuto 'costi sociali elevatissimi'. Dopo Mascia ha preso la parola Moreno Di Pietrantonio, il quale ha detto che oggi e' il giorno 'della tristezza e del dolore, ma anche dell'orgoglio e della speranza'.

16.31   "Sei e sarai sempre il nostro sindaco. Luciano D'Alfonso, il sindaco che ha fatto grande Pescara. Ridateci il nostro sindaco. Tieni duro, la citta' di Pescara sta con te. Luciano ti vogliamo bene". Sono le frasi scritte su un cartello affisso oggi pomeriggio all'interno dell'aula consiliare del Comune di Pescara, dove cominceranno a breve i lavori del Consiglio, che si riunisce per la prima volta dopo l'arresto del sindaco Luciano D'Alfonso, finito ai domiciliari lunedi' sera e dimissionario da lunedi' mattina. Ad assistere ai lavori, in aula, centinaia di persone, sedute e in piedi, arrivate a Palazzo di citta' per dimostrare vicinanza a D'Alfonso. Su un altro cartello, intanto, c'e' scritto "Siano tutti con te forza sindaco" e su un altro ancora "Pescara vicina al suo sindaco", frase ispirata al logo creato dall'ex sindaco che recita 'Pescara citta' vicina'. All'ex sindaco D'Alfonso i pescaresi che hanno raggiunto la sala consiliare del Comune hanno riservato dei lunghi applausi, prima e dopo l'inizio dei lavori. A presiedere la seduta Enzo Dogali, presidente dell'assise civica, che prima di esaminare i punti all'ordine del giorno ha letto in aula la lettera di dimissioni dell'ex primo cittadino. La tensione si e' fatta altissima quando la parola e' passata al capogruppo del Pdl Luigi Albore Mascia che e' statao fischiato tanto da dover sospondere per alcuni minuti il Consiglio.

15.07   Riprendera' domani mattina, alle 10, l'interrogatorio di garanzia dell'ormai ex sindaco di Pescara Luciano D'Alfonso, che si trova agli arresti domicilari da lunedi' scorso nell'ambito dell'inchiesta su presunte tangenti relative agli appalti pubblici. Oltre a D'Alfonso sono finiti agli arresti domiciliari l'ex braccio destro del sindaco e dirigente comunale Guido Dezio, e l'imprenditore Massimo De Cesaris.

9.00   Le inchieste sulle tangenti determinano in Abruzzo elezioni anticipate "pesanti", come quelle per il Consiglio regionale, appena svolte, e le altre in programma il prossimo anno per il Consiglio comunale di Pescara che dal 5 gennaio sarà sciolto e arriverà un commissario in seguito all'arresto, il 15 dicembre scorso, del sindaco, Luciano D'Alfonso (Pd). Un arresto richiesto a fine novembre - come si è saputo in seguito - ma concesso solo poche ore dopo la chiusura dei seggi, riaperti in anticipo per scegliere presidente e consiglieri della Regione rimasta "monca" per gli arresti (il 14 luglio) di Ottaviano Del Turco, accusato di avere chiesto tangenti assieme a due assessori (Bernardo Mazzocca e Antonio Boschetti), il segretario alla presidenza (Lamberto Quarta), tutti del Pd, e al capogruppo di quel partito in Consiglio regionale, Camillo Cesarone. In passato, sempre alla Regione (nel 1992) e in alcuni Comuni (L'Aquila, Chieti, Pescara negli anni a seguire) gli arresti di Giunta e sindaci non determinarono il ritorno alle urne in quanto il sistema elettorale era diverso. Vi furono, tuttavia, contraccolpi politici che alle elezioni successive determinarono maggioranze di colore diverso da quello in carica al momento del "tintinnio delle manette", come si usava dire a quei tempi. Lo stesso contraccolpo che si è avuto alle recenti regionali: ha vinto il PdL mentre il Pd ha subito una consistente diminuzione di consensi, scendendo di 16 punti (ora é al 20 per cento), proprio mentre il partito dell'ex Pm di mani pulite Antonio Di Pietro è balzato dal 4 al 14 per cento. Nel caso di Pescara, gli assessori di D'Alfonso hanno già fatto sapere che si ripresenteranno tutti, perché hanno "lavorato per il bene della città, senza portare a casa neppure una penna". Il "vento" della moralità già soffia sopra il Pd abruzzese che per sabato ha convocato un'assemblea regionale su voto, arresti e questione morale. Per quel giorno l'ex presidente della Commissione antimafia Massimo Brutti dovrebbe avere sciolto la riserva se accettare la nomina di commissario del Pd locale. Tutto - ha affermato - dipenderà dal tipo di mandato che gli verrà chiesto e dalla sua durata. Se cioé si tratterà di un commissariamento in senso stretto o piuttosto di un ruolo temporaneo di accompagnamento del partito verso rapidi passaggi di rinnovamento della classe dirigente locale.

E' ACCADUTO IL 18 DICEMBRE

Ore 20.17 In seguito si  appreso che D'Alfonso avrebbe escluso di avere preso denaro e di non sapere nulla di eventuali dazioni. Inoltre, ha sostenuto che "non gli appartengono scelte amministrative illegittime" ed ha dato spiegazioni su tutti i capi di imputazione. Sull'appalto da 18 milioni per i servizi cimiteriali - inchiesta dalla quale sono scaturiti altri accertamenti - l'ex sindaco ha sostenuto di avere dato soltanto un indirizzo politico e che il resto  stato svolto dalla Commissione tecnica del Comune. Ha infine spiegato che i rapporti con il patron di AirOne, Carlo Toto, sono di tipo personale (Toto  il testimone di nozze di D'Alfonso, N.d.R.). Secondo fonti del Palazzo di Giustizia, D'Alfonso avrebbe confermato quanto già dichiarato in deposizioni rese in passato ai magistrati, senza aggiungere nulla di nuovo. Il suo ex braccio destro, Guido Dezio, si  invece avvalso della facolt di non rispondere.

Ore 19.30  L'interrogatorio di Luciano D'Alfonso  è terminato pochi minuti fa.  L'ex-sindaco ha riconfermato il suo impianto difensivo. Quel patto stretto con Dezio non esiste, qualunque cosa è stata fatta, l'hanno fatta i miei collaboratori. con cui tra l'altro, avrebe tenuto a dimostrare il sindaco si era incrinato il rapporto fiduciario. Non sono passati soldi tra le mie mani, io non sapevo nulla,  avrebbe aggiunto. Dezio insomma millantava di lavorare per conto del sindaco, diversamente dall'ipotesi su cui si sorregge  tutto l'impianto accusatorio.  

Ha parlato anche l'-ex dirigente Guido Dezio, il presunto braccio destro del sindaco. Rimarrà a deporre a lungo. E' probabile una resa dei conti?  Tutto lascia pensare ad una risposta affermativa. Per un istante D'Alfonso e Dezio si sono incrociati e non si sono salutati. Anzi i testimoni hanno parlato di un gelido scambio di sguardi carichi di disprezzo. Spunta intanto un concorso truccato, e un nuovo avviso di garanzia  Dezio potrebbe però avvalersi della facoltà di non-rispondere. 

Domani ne sapremo di più.

ORE 17.30 Secondo quanto è stato possibile apprendere, non sarebbero state molte le domande poste dai magistrati, mentre l'ex primo cittadino avrebbe fornito moltissime precisazioni. D'Alfonso ha iniziato parlando degli appalti dell'Area di risulta dell'ex stazione ferroviaria e dei suoi rapporti con l'imprenditore Carlo Toto. Poi ha parlare dll'appalto per i servizi cimiteriali, delle consulenze, della composizione delle commissioni di valutazione dei vari progetti. Sembra che l'ex sindaco si sia difeso spiegando che tutte queste operazioni hanno avuto un costo zero per il Comune e ovviamente ha negato ogni addebito personale. Finora vi sono state almeno due interruzioni per consentire ai Pm di esibire altri documenti. Dopo l'interrogatorio di D'Alfonso, a seguire è èprevisto quello del suo ex braccio destro, Guido Dezio, finito come D'Alfonso agli arresti domiciliari assiema all'imprenditore Massimo De Cesaris. Dezio attende in una sala a parte de palazzo di Giustizia.

E' iniziato poco fa al tribunale di Pescara l'interrogatorio del sindaco di Pescara, Luciano D'Alfonso, ai domiciliari da lunedi' sera nell'ambito di un'inchiesta su presunte tangenti in appalti pubblici. L'ormai ex primo cittadino - si e' infatti dimesso dall'incarico - e' entrato al palazzo di giustizia da una porta secondaria intorno alle 15.20. Ad ascoltarlo sono il gip Luca De Ninis ed il Pm, titolare dell'inchiesta, Gennaro Varone. Intanto in tribunale c'e' un uomo che espone un cartellone nel quale c'e' scritto "chi ha avuto vuole sempre di piu' e c'e' chi non riesce a portare un pezzo di pane ai propri figli. La legge e' uguale per tutti". Lo stesso "manifestante" tiene attaccato un pezzo di giornale con la scritta "Babbo Natale si prende D'Alfonso". L'uomo e' lo stesso che circa quattro anni fa sali' sul tetto del municipio per reclamare un posto di lavoro. Ma da allora la situazione non e' cambiata.

E' arrivato  al Tribunale di Pescara, anche lui da un ingresso secondario, Guido Dezio, ex segretario particolare dell'ex sindaco di Pescara, Luciano D'Alfonso. Dezio, agli arresti domiciliari da lunedì scorso, come D'Alfonso, sarà ascoltato dal Gip Luca De Ninis e dal Pm Gennaro Varone subito dopo l'interrogatorio dell'ex primo cittadino.

IL GRAN BROGLIACCIO DEL SISTEMA D'ALFONSO. CIFRA E NOMI

 

Oggi pomeriggio  l’ex-sindaco di Pescara ed ex-segretario del Pd abruzzese Luciano D’Alfonso, da due giorni agli arresti domiciliari,  sarà ascoltato dal gip Luca De Ninis. Pesanti le accuse: corruzione, concussione, abuso, falso ideologico, truffa aggravata. Le stesse ipotesi di reato che hanno fatto scattare il secondo arresto per il più fidato dei suoi collaboratori, Guido Dezio, ex-dirigente comunale del settore patrimonio, già arrestato a maggio per concussione. Seguì in quell’occasione, la notifica di un avviso di garanzia al primo cittadino. L’imprenditore Massimo De Cesaris, in stato di fermo con l’accusa di corruzione aggravata sarà ascoltato, invece, nella mattinata di lunedì 22 dicembre.

L’inchiesta coinvolge altre 35 persone tra cui molti imprenditori. I tre principali accusati esporranno davanti al gip la loro versione dei fatti. E come nel caso di Ottaviano Del Turco e di Sanitopoli è bene ricordare che un avviso di garanzia non è una condanna. Per un inquisito, sia esso uno spacciatore rumeno  o un importante uomo politico,  vale cioè la presunzione di innocenza. Premesso ciò i verbali del gip  sono comunque una lettura istruttiva, perché essi ricostruiscono un sistema di potere e un rapporto incestuoso che intercorre tra  politica e affari, che non riguarda solo Pescara, ma anche Napoli, Firenze, Cosenza, Perugia, Potenza, solo per citare le città e i rispettivi poteri locali travolti negli ultimi giorni da inchieste, che questa volta colpiscono in particolare il Partito democratico. Molte le analogie. Identico o quasi  lo schema, ben oliato, sempre lo stesso sin dai tempi di Tangentopoli, che, ha ricordato ieri il procuratore della Repubblica Nicola Trifuoggi, non è mai finita.  

Da una parte ci sono i sindaci e assessori, dall’altra gli imprenditori, il mondo degli affari. Entrambi colpevoli, entrambi con argomenti a loro discolpa. I politici: “ La macchina dei partiti costa, così pure la campagna elettorale. Inoltre se non accontento i poteri forti, non potrei mai fare politica”. Gli imprenditori: “Se non  pago non lavoro, se non ungo gli ingranaggi mi tocca chiudere e licenziare la gente”.Imprese e amministratori instaurano così un rapporto di “do ut des”: appalti e commesse in cambio di denaro, favori, viaggi, sostegno economico per campagne elettorali. In mezzo ci sono  i cittadini ignari e i loro soldi, versati all’erario in qualità di contribuenti.

Soldi pubblici che, se un appalto viene truccato, se un incarico è conferito a chi non ha i requisiti, sono quasi sempre soldi spesi male, nella migliore delle ipotesi. Al di là del fatto che la concussione e il falso ideologico sono reati, per quanto questo possa essere importante nell’Italia di oggi.In mezzo anche gli imprenditori,  danneggiati perché esclusi dalle gare, costretti a  giocare una partita truccata,  in un sistema dove non c’è concorrenza. E anche professionisti onesti e competenti , a cui nessuno darà mai una consulenza, perché  non corrompono nessuno e non non sono accoliti di corporazioni e cupole. In mezzo, ed altrettanto escluso infine chi fa politica in modo onesto e trasparente. Anime belle che somigliano  sempre più a macchiette  donchisciottesche.  

A Pescara pensavamo, c’era un sindaco dinamico, capace, grande affabulatore, espressione di una sinistra moderna, e che era stato riconfermato primo cittadino con un grande consenso popolare, perché, indubbiamente a Pescara ha fatto anche molte cose buone.

E invece, si legge con rammarico nell’ordinanza del gip Luca De Ninis,  D’Alfonso Luciano era a capo di una “squadra di azione che agiva per commettere una serie indeterminata di delitti di truffa, concussione, peculato, corruzione, falso ideologico, distraendo denaro pubblico dai fondi comunali (apparentemente impiegati, attraverso delibere incriminabili di falso ideologico) al fine di utilizzarlo per finanziare l’attività del partito La Margherita, (come la convention Prodi del 2005). Ma la medesima squadra - prosegue la procura - operava anche sistematica distrazione dei finanziamenti conferiti alla Margherita, utilizzandoli per scopi privati”.  Il meccanismo, questa volta si basava secondo secondo il gip “su un scambio tra promessa di trattamenti di favore da parte dell’amministrazione comunale, soprattutto in attività qualificate da decisioni discrezionali, quali gli affidamenti diretti di lavori o project  financing e contributi in nero, che venivano richiesti dal sindaco o da Dezio in nome e per conto del primo, e dei quali Dezio teneva accurata contabilità occulta” Le prove di questo do ut des illecito tra imprenditori e amministratori è un  brogliaccio, un foglio elettronico stampato nel quale l’allora dirigente comunale Dezio  annotava un nome, un numeretto e una lettera.  La lettera “B”,  se il versamento in denaro dell’imprenditore era regolare, “N”, se si trattava invece di  fondi neri. Ma vediamolo più da vicino questo sistema occulto. In esso ci sono solo ipotesi di reato. A pensarci bene 180mila euro di denaro circolato illecitamente non è una gran cifra rispetto ad altri scandali.

Però ne emerge esattamente l’ idea della politica e dell’imprenditoria che hanno almeno la metà degli abruzzesi che non sono andati a votare.

 

Loculopoli

Nel 2004   il sindaco D’Alfonso avrebbe per così dire fatto modificare il bando in project financing  relativo alla manutenzione straordinaria e all’ampliamento  dei due cimiteri di Pescara, a Colle Madonna e a San Silvestro, aggiungendo la “gestione” degli stessi, non previsto dal programma triennale dei lavori pubblici, al fine di rendere “economicamente appetibile” il bando all’unica ditta in gara, quella dell’imprenditore Massimo De Cesaris.

E chi controlla e approva la proposta di project financing? Due consulenti esterni del Comune, Un avvocato e un professionista le cui parcelle, da 300mila euro  sarebbero state pagate da dalla stessa ditta aggiudicataria di De Cesaris-La Rocca. Il gip osserva: "incredibile l’anomalia dei due consulenti componenti della commissione di gara retribuiti soltanto a condizione che approvino il progetto controllato".

L’imprenditore per questo trattamento di favore, avrebbe versato, su richiesta del sindaco D’Alfonso,  8.400 euro alla società Informabruzzo sas, e avrebbe messo gratuitamente a disposizione manodopera e materiale per la ristrutturazione dell’abitazione di D’Alfonso in via Salita Zanni, e della sede della Margherita a Manoppello.  Lavori  “per un valore di decine di migliaia di euro”.Altri 6.000 euro sono annotati nel brogliaccio elettronico di Guido Dezio, dal gip definito “collettore di denaro dalle imprese”. 5 N è la sigla, che per il gip significherebbe appunto 5mila euro in nero.

Massimo De Cesaris è difeso dall’avvocato  Manuel De Monte e Giovanni Cervelli che affermano. "La posizione del mio assistito è decisamente marginale. I fatti gli erano già stati contestati nello scorso luglio e aveva fornito tutta la documentazione necessaria su versamenti, fatture registrate, finanziamenti a partiti e altro".

Toto è possibile

Giungiamo ad uno dei capitoli dell’inchiesta che maggiormente hanno destato scalpore, perché il protagonista è questa volta Carlo Toto il patron di Air One, il signore delle cave, il proprietario dell’autostrada dei Parchi, e da ultimo, salvatore della compagnia Alitalia. Solo l’altra settimana il presidente Silvio Berlusconi in occasione della convention elettorale pescarese di Gianni Chiodi così lo ha salutato: “ Qui il signor Toto: lo ringrazio a nome mio e anche del governo per l’impegno profuso per il buon fine della trattativa su Alitalia”Guido Dezio, “persona di strettissima fiducia del sindaco ed incaricato del reperimento di risorse per l’attività politica”,  avrebbe indotto Carlo Toto e il figlio Alfonso  “già impegnati con la Toto spa in delicate operazioni economiche con il Comune quale quella per la gestione dell’area di risulta” a versare 7000 euro non dichiarati come contributo elettorale in prossimità dele politiche 2006, a retribuire  l’autista di D’Alfonso Fabrizio  Paolini, borsista presso il Comune di Pescara, con uno stipendio mensile di 1500 euro, a rimborsare il carburante dell’Alfa 166 usata dal sindaco.  E poi ancora: Toto avrebbe pagato una vacanza alla famiglia D’Alfonso a Malta e Venezia, e un  volo gratis su un aereo privato ( solo il volo oltre 25mila euro) E poi varie cene elettorali e di rappresentanza per un totale di 10000 euro.Toto avrebbe poi versato soldi alla Pro loco di Lettomanoppello, il paese di D’Alfonso e ha acquistato anche un mezzo di soccorso in favore della lega abruzzese antidroga. “Per il ritorno di immagine del sindaco” specifica il gip. La contro-partita sarebbe dovuta essere il mega-appalto da 60 milioni di euro per la riqualificazione dell’area di risulta, assegnato alla Toto Costruzioni, ma poi revocato, a seguito di una serie infinita di polemiche.

Dichiara in una nota l'avvocato Augusto La Morgia, legale di Carlo e Alfonso Toto: “I miei assistiti hanno sempre operato in totale trasparenza e nel pieno rispetto delle leggi, e confidano che le indagini in corso da parte delle autorità giudiziarie chiariranno l'assoluta correttezza del loro operato".   

 

“Pensate a lavorare, non pensate ai soldi”

Una parte consistente dell’ordinanza del gip si riferisce ai contributi elettorali in occasione delle politiche del 2006.L’imprenditore Enzo Perilli avrebbe versato 3mila euro, sempre alla società Informabruzzo sas come contropartita per numerosi e piccoli appalti pubblici,come la  valorizzazione di una piazza , la messa in sicurezza di una strada, la  ripavimentazione  di un parcheggio. A spiccare è però il risanamento delle condotte nere e bianche del Tribunale di Pescara. Molto simile il rapporto intrattenuto con l’imprenditore edile Giacomo Costantini. In cambio di appalti, già aggiudicati o promessi, D’Alfonso l’avrebbe indotto a versargli prima 2000 euro e poi altre 4000 in prossimità delle elezioni politiche del 2006. Anche l’imprenditore Nicandro Buono, in cambio dell’approvazione di un accordo di programma, avrebbe versato come contributo elettorale 2500 euro. Più sostanzioso il contributo ovviamente elettorale dell’imprenditore Lorenzo Di Properzio, 50.000 euro, impegnato nell’accordo di programma per il Polo giudiziario. Il gip sottolinea come D’Alfonso avrebbe tentato di trasferire al gruppo Di Properzio “terreni demaniali di ingentissimo valore per prezzo assolutamente inferiore al loro valore di mercato”. Ma la decisione fu revocata a causa delle proteste dell’opposizione e anche di una parte della maggioranza. L’imprenditore Pietro Colanzi avrebbe versato  5mila euro  sempre per garantito appalti e affidamenti. L’imprenditore Dino Di Vincenzo  avrebbe versato invece 15mila euro, il suo interesse gravava  nel settore edilizio. Per l’accusa, l’area che il privato si impegnava a cedere al Comune è stata supervalutata, considerata come edificabile mentre era destinata a verde pubblico. L’imprenditore Vincenzo Fanì avrebbe invece pagato una cena elettorale che D’Alfonso ha offerto all’allora candidato alle regionali Marino Roselli presso il ristorante Buffalo Bill. Sempre in prossimità delle elezioni 2006 secondo l’accusa, D’Alfonso e Dezio avrebbero poi  indotto l’imprenditore delle cliniche private Luigi Pierangeli “a versare 8 mila euro, in contropartita dell’accordo di programma sull’area ex Fonderia Campione”. La tipografia Brandolini  sarebbe stata costretta a stampare manifesti gratis su volere di D’Alfonso in cambio delle commesse che il Comune  gli affidava. In  un fax   l'ex primo cittadino avrebbe scritto di suo pugno “pensate a lavorare, non pensate ai soldi”.   Altre spese che servivano a finanziare la campagna elettorale della Margherita venivano fatte  passare  come spese istituzionali e fatte gravare indebitamente sul bilancio del Comune. Il  palco della convention di Prodi  sarebbe stato camuffato come un affidamento di pubblicità istituzionale per la “valorizzazione urbana e turistica del lungomare nord/sud”.   

Il cerimoniere

C’è poi l’episodio  che vede come protagonista  Gianfranco Giancaterino, pagato dal Comune per promuovere pubblicità istituzionale per il completamento di Piazza duca degli Abruzzi,  ma poi impiegato da D’Alfonso come suo cerimoniere personale,  “al fine – scrive il gip - di far eccellere la sua immagine presso la popolazione in vista del consenso personale”, ma a spese della pubblica amministrazione.  Certo, verrebbe da osservare: qual è il politico che non abusa del suo ruolo istituzionale, delle auto blu, degli addetti stampa per promuovere a fini elettali e di carriera la sua immagine?. Però, anche se suona strano, sarebbe un reato.   

 

Incarichi mediterranei

Nicola Di Mascio della Mediterranea spa, in cambio di “incarichi altamente discrezionali da parte del Comune di Pescara”, e all’approvazione di un accordo di programma  avrebbe  concesso in comodato gratuito alcuni locali all’Associazione Europa prossima, che il gip reputa molto vicina al sindaco. Tra questi incarichi  quello di direttore operativo per un “intervento di integrazione del programma di completamento e manutenzione di difesa della costa” per il quale,  spiega il gip “sul fittizio presupposto che egli fosse un esperto di opere marine gli veniva corrisposto un onorario di 18mila euro.”  E’ stato poi nominato a direttore dei lavori del Ponte sul mare. Alessandro Di Carlo  sempre della Mediterranea life, avrebbe per la stessa ragione pagato al sindaco il costo di  un viaggio a New York. Bellafronte Taraborrelli, detto Tino attuale dirigente comunale a Montesilvano, ha ricevuto due incarichi da 90 mila e 30 mila euro, e per questo avrebbe pagato 5 mila euro nel 2005 all’associazione Europa Prossima e 8mila euro a Dezio.

 

FT  

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