VIDEO: il fiume Saline, una fogna a cielo aperto

La denuncia degli ambientalisti

20 Dicembre 2008   10:12  

 Horror Tour” lungo le rive del Fiume Saline Il 9 dicembre scorso, il WWF abruzzese e il coordinamento di Associazioni EmergenzaAmbiente Abruzzo hanno promosso un vero “Horror Tour” lungo le rive del Fiume Saline

 

 

 

 

 

 

 

 

 

da http://www.comitatoabruzzesedelpaesaggio.com 
"Corrado Di Sante, giovane ambientalista, ha guidato i presenti, tra i quali molti i giornalisti, in un percorso della vergogna.
Si parte dalla discarica vera e propria, identificata alla fine degli anni ‘90, ma perimetrata dal Ministero dell’Ambiente solo nel 2003, allorché si provvide ad identificare il fiume Saline e il fiume Alento in un’unica area di bonifica di interesse nazionale.
Solo nel 2005 si è dato inizio ad una bonifica parziale, pari ad un terzo della superficie perimetrata.
Cadmio, mercurio, solventi di ogni tipo, diossine, come spiega lo stesso Corrado nel documento video. E poi vecchi elettrodomestici, frigoriferi, arredi di negozi e uffici, i materiali più vari provenienti anche da Enti pubblici.
La discarica della vergogna inizia vicino al cavalcavia dell’autostrada A14 che sovrasta il Saline, e si snoda per vari chilometri verso il mare fino alla zona artigianale-alberghiera dell’uscita Pescara Nord della stessa A14 fin verso il ponte della Nazionale Adriatica. Dall’altro lato, ormai, i rifiuti arrivano a lambire il comune di Collecorvino.
La discarica dovrebbe essere inaccessibile, ma il cancello è solo accostato. E’ facilissimo entrare nell’area, effettuare scarichi e fuggire, data la vicinanza di infrastrutture viarie di ogni genere (ci si chiede se non sia una sorta di colpevole condiscendenza a questa pratica). Non c’è solo la criminalità organizzata che si trova a smaltire rifiuti pericolosi. L’inciviltà parte dal cittadino che si disfa dei suoi elettrodomestici, che usa il Fiume come una fogna a sua disposizione.
Il percolato fuoriesce copiosamente dalla discarica, e va nei campi coltivati alacremente, poco distanti. La situazione è simile all’Alento, dove gli stessi contadini erano soliti bruciare le coperture lacerate delle loro serre, sulle rive del fiume. Sull’Alento il livello delle diossine presenti è ancora più alto.
Lo stesso depuratore di Montesilvano, poco distante, non funziona. Un rivolo nero scorre, unendo le sue acque velenose a quelle del povero Saline. Nel video è evidentissimo.
Attendiamo una risposta, politica, civile, in una regione in cui di “verde” rimarrà ben poco, se si continua come nel recente passato.
Avrei un’ultima curiosità: vedere cosa si nasconde sotto i capannoni costruiti di recente nell’area artigianale a ridosso del Saline, e le fondamenta degli “scatoloni” che arrivano alla Nazionale, della fine degli anni ‘70. Anni in cui chi intombava rifiuti trovava conveniente persino acquistare i terreni da avvelenare. E quale miglior business di un bel cappotto cementizio da costruire sopra?
Al posto di pensare a questi problemi, alla salute dei cittadini e all’ambiente, cosa fanno i Sindaci dei Comuni interessati? Pensano alle nuove infrastrutture e alle nuove palazzine da far edificare dai loro amici… Cemento, cemento, cemento…
Gli scheletri di due grandi palazzi già si stanno alzando in Via Torre Costiera a Città Sant’Angelo, che ha in progetto di cancellare l’ultimo tratto di costa integro nell’Area metropolitana, con un bel lungomare. Che farà dimenticare anche i rifiuti tossici"

 

 


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