Vasta operazione dei Carabinieri a Pescara, indagini scaturite da omicidio Neri

15 Gennaio 2019   09:30  

Alle prime ore del 15 gennaio 2019, i Carabinieri del Comando Provinciale di Pescara hanno dato esecuzione a 6 misure cautelari in carcere nei confronti di pregiudicati pescaresi, fra questi appartenenti a famiglie rom stanziali nella città di Pescara.

I provvedimenti sono stati emessi dal GIP del Tribunale di Pescara – Dott. ssa Antonella Di Carlo – su richiesta del P.M., Sostituto Procuratore Dott. Luca Sciarretta, in relazione alle indagini condotte del Nucleo Investigativo. Oltre ai provvedimenti custodiali, sono state eseguite una quindicina di perquisizioni domiciliari su decreto dell’A.G. nei confronti di ulteriori indagati coinvolti nell’indagine. L’operazione è stata estesa alle limitrofe provincie di Chieti e Teramo.

Impiegati circa un centinaio di Carabinieri, unità cinofile antidroga e un elicottero del 5° Nucleo di Pescara.
Le ipotesi di reato contestate sono detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo hashish e cocaina, nella piazza di spaccio di San Donato del capoluogo Pescarese (art. 73 comma 1° del D.P.R. 9.10.1990 n. 309), nonché condotte estorsive, di porto e detenzione di armi comuni da sparo e danneggiamento di un’autovettura.

Le investigazioni traggono origine dall’omicidio di Alessandro Neri, rinvenuto cadavere nel pomeriggio dell’8 marzo u.s. in un canale in località Fosso Vallelunga di Pescara, e sono state sviluppate nell’ampio ed eterogeneo novero delle frequentazioni della vittima, pure coinvolta in attività illecite.

Sebbene non ascriva ad alcuno degli indagati la commissione del delitto, il provvedimento custodiale costituisce un importantissimo tassello ed un nodale sbocco investigativo in quanto certifica l’esistenza di un sodalizio criminoso, nel cui ambito, la vittima – ancorché incensurata – ricopriva un ruolo significativo.

Le indagini, di fatto, hanno consentito di far luce sulle attività criminali dei fratelli Insolìa, tra i più stretti amici di NERI, entrambi titolari di specifici precedenti, i quali, in concorso con gli altri indagati, nel quartiere San Donato della città di Pescara, comunemente noto quale “città satellite”, gestivano una fiorente attività di spaccio di sostanze stupefacenti, perlopiù del tipo cocaina, confidando su una spiccata capacità di intimidazione per imporre il saldo di crediti vantati nei confronti di numerosi acquirenti e non disdegnando, in alcune delle circostanze documentate, il porto e l’esibizione di armi (pistole e fucili)

illecitamente detenute ovvero di aggredire fisicamente gli assuntori al fine di sollecitarne il saldo di pregresse forniture di cocaina.
Le indagini hanno consentito di delineare i livelli gerarchici della filiera di distribuzione dello stupefacente, la cui ossatura vede al vertice la figura di Spinelli Flaviano da cui si riforniscono Insolia Junior, Lapenta Marco e la compagna, poi moglie, Spinelli Giulia i quali a loro volta si avvalgono della collaborazione di De Sanctis Christian per lo smercio al dettaglio.

Ovviamente criptica la terminologia adoperata per riferirsi allo stupefacente nel corso delle conversazioni intercettate. Briscola o bianca ad esempio per riferirsi alla cocaina mentre gli spinelli vengono genericamente definiti sigarette. Del tutto particolare poi la modalità di consumazione della cocaina che solitamente non viene inalata ma letteralmente “cucinata”, questa la dicitura usata per la preparazione delle dosi, poiché dapprima mescolata con ammoniaca e portata ad elevata temperatura in padella riuscendo così ad isolarne la parte più pura ridotta in cristalli di colore marroncino da fumare utilizzando pipe fai da te costituite da bottigliette di plastica bucate.

Ad emergere prepotentemente è l’aggressività e la pericolosità dei fratelli Insolia, non solo connessa alle dinamiche relazionali tipiche dei traffici di droga ma anche ad altri contesti; ad esempio le lesioni e l’intimidazione a mano armata in danno di Spinelli Arcangelo al fine di indurlo a riparare un’autovettura precedentemente da questi ceduta a Junior come prezzo per l’acquisto di stupefacenti ovvero l’incendio appiccato da Yordan ad un’autovettura in uso ad una famiglia rom - pure attiva nello spaccio di stupefacenti - operante nel medesimo quartiere di San Donato, episodio sul quale sono ancora in corso accertamenti.

Sono quindi emersi diversi e numerosi poli di spaccio che operavano prevalentemente nel quartiere di San Donato, collegati tra di loro come se fossero dei satelliti. Lo smercio era di penultimo e ultimo livello ed è rappresentativo di un volume di affari di migliaia di euro la settimana, periodo in cui venivano smerciati numerosi etti di cocaina.

In una circostanza è stata utilizzata una bambina di 11 anni, assolutamente inconsapevole, per recapitare dello stupefacente ad un acquirente.

Tutti i destinatari dei provvedimenti cautelari sono già gravati da precedenti penali, perlopiù specifici. Nell’inchiesta sono indagate altre 12 persone, tutte dedite alo spaccio di stupefacenti.

I nomi degli arrestati associati nelle carceri di Pescara e Chieti:

  1. INSOLIA Junior, 31enne;

  2. INSOLIA Y ordan, 23enne;

  3. LAPENTA Marco, 35enne;

  4. SPINELLI Giulia, 29enne;

  5. De SANCTIS Christian, 28enne;

  6. SPINELLI Flaviano, 33enne.


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