Venezuela: Guardie armate del governo, sequestrano per 4 ore Kapriles Radonsky leader oppositore

08 Settembre 2016   11:34  

Continua la deriva totalitaria del governo venezuelano che ieri con un provvedimento preso dal TSJ, Tribunale Supremo di Giustizia che ha dichiarato nulli tutti gli atti del parlamento recentemente eletto e a maggioranza assoluta in mano all’opposizione.

Oltre agli arresti massicci dei dirigenti dell’opposizione e alla persecuzione dei  pochi mezzi d’informazione che ancora pubblicano notizie di quello che sta succedendo in realtà nel paese sud-americano, ieri notte è stato sequestrato per più di quattro ore, da gruppi paramilitari armati, il leader dell’opposizione Kapriles Radonsky nell’aereoporta dell’isola di Margherita.

Lo scarso interesse dei media internazionali a quello che sta succedendo in Venezuela lascia ancora di più mano libera al governo di continuare nella politica di repressione nei confronti di chi chiede che si ristabiliscano le regole democratiche dettate dalla costituzione e che si proceda ad indicare una data certa per il referendum revocatorio previsto dalla stessa e richiesto dall’opposizione.

Il governo però cosciente di aver perso il consenso anche degli strati più poveri della società, che a causa della colossale inflazione, dilagare della criminalità organizzata, mancanza di farmaci ed alimenti è ridotta ormai alla fame, cerca con una feroce repressione di  mantenere il controllo della situazione.

All’orizzonte, non troppo lontano, si intravedono i pericoli di una guerra civile con conseguenze inimmaginabili.

L’ago della bilancia potrebbe spostarlo, a favore di una soluzione pacifica e democratica, solo l’esercito che rimane però in questo fase più attento al mantenimento degli immensi privilegi acquisiti nel corso di questi ultimi anni.

In questo panorama è certamente degna nota la presa di posizione Eugenio Marino, responsabile nazionale degli italiani all’estero del Pd, e Fabio Porta deputato estero del PD dopo le manifestazioni del popolo venezuelano di Caracas e di molte città nel mondo dei giorni scorsi, tra le quali Roma, alla quale era presente anche Marino.


"Ognuno deve sentirsi partecipe di quanto avviene e fare ciò che è in suo potere per aiutare il Venezuela a uscire democraticamente e pacificamente da questa crisi”, proseguono i due esponenti democratici. “L’impegno del PD, dell’Italia, dell’Europa, della comunità internazionale tutta, deve essere quello di aiutare il dialogo pacifico e democratico tra Governo e Parlamento venezuelano. Deve essere invertita la rotta – aggiungono Marino e Porta - che ha condotto al radicalizzarsi delle posizioni di governo e opposizione, che creano oggi continue e forti tensioni sociali e politiche. Occorre ripartire da un reciproco riconoscimento delle parti”.


“Il governo venezuelano deve fissare la data del referendum revocatorio. Referendum che, a nostro avviso, sarebbe politicamente significativo, ai fini della pacificazione nazionale, convocare entro l’anno.

Gianfranco Di Giacomantonio  


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