Venezuela: Impedito l’accesso all’Assemblea al nuovo presidente Ramos Allup

05 Gennaio 2016   00:08  

Il deputato Ramos Allup, recentemente eletto dalla Mesa de la Unidad Democratica, raggruppamento dell’opposizione che ha stravinto le passate elezioni parlamentari, ha diramato un comunicato in cui informa che oggi 4 gennaio 2016 gli è stato impedito l’accesso, da parte del capo della sicurezza, alla sede amministrativa del Parlamento.

Contemporaneamente un gruppo di simpatizzanti del chavismo tentava di aggredire fisicamente il deputato, a stento le forze di polizia sono riuscite a contenere i facinorosi che hanno minacciato verbalmente Allup di avere i giorni contati.

Ramos Allup è stato designato dallo schieramento della MUD come prossimo presidente  dell’Assemblea Nacional ( Parlamento Venezuelano).

Sicuramente l’accaduto di oggi non aiuta a rasserenare gli animi e mette un grosso punto interrogativo su cosa potrebbe succedere domani giorno previsto per l’insediamento della nuova assemblea.

I risultati delle scorse elezioni non hanno lasciato dubbi alcuni sulla volontà di cambiamento dei cittadini venezuelani che hanno dato al raggruppamento dell’opposizione una maggioranza assoluta con 112 deputati, contro i 57 del PSUV, partito al governo.

Tutto ciò nonostante una campagna elettorale dove il governo è intervenuto pesantemente per influenzare il voto, arrivando, negli ultimi giorni a regalare in manifestazioni pubbliche, computer, tablet, auto e persino assegnazioni di case popolari da parte dei candidati del PSUV.

Ma la pesante crisi economica derivata in parte dal crollo dei prezzi del petrolio, in un paese dove il 96 % dei prodotti sono importati, lo scontento per una gestione politica disastrosa, le difficoltà sempre maggiori a reperire generi di prima necessità, alimenti, farmaci, ricambi di ogni tipo, lo starpotere della delinquenza comune che controlla ormai vaste aree delle città ed in ultimo la mancanza di un leader carismatico come Hugo Chavez, ha contribuito sicuramente più dei programmi  dell’opposizione a spianare la strada al successo dello scontento.

Un risultato certificato dal CNE (Consiglio Nazionale Elettorale), organismo controllato dal governo, con la proclamazione degli eletti, ma subito contestato dal governo stesso che con una riunione del parlamento già decaduto ha provveduto a nominare i nuovi giudici del Tribunal Supremo De Justicia che avrebbero poi successivamente avallato i ricorsi presentati in diversi colleggi elettorali, per di fatto impedire all’opposizione di avere la maggioranza assoluta nel parlamento.

In questa situazione l’insediamento di domani della nuova assemblea parlamentare è un grande punto interrogativo, anche perché i rispettivi schieramenti hanno chiamato a raccolta i loro simpatizzanti, gli uni per essere accompagnati a prendere possesso del loro scranno e gli altri per impedirlo.

Un appoggio alla posizione che vuole impedire l’ingresso ai nuovi deputati eletti dall’apposizione viene anche da esponenti del governo che con poco accorte dichiarazioni rischiano di alimentare una spirale di violenza già dichiarata.

Una giornata decisiva quindi quella di domani, per la stabilità di una democrazia ormai allo sbando che rischia di sfociare in una confrontazione dagli esiti molto incerti.

Intanto l’esercito in questi ultimi minuti sta prendendo il controllo dei punti nevralgici delle città più grandi.

Gianfranco Di Giacomantonio  Caracas - Venezuela


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