Venezuela in Crisi: Proteste e Tensioni Dopo le Elezioni Contestate

30 Luglio 2024   11:29  

La situazione in Venezuela è sempre più tesa a seguito delle elezioni presidenziali che hanno riconfermato Nicolas Maduro come presidente, una vittoria fortemente contestata dall'opposizione. La leader dell'opposizione, Maria Corina Machado, insieme all'ambasciatore Edmundo Gonzalez Urrutia, ha dichiarato di possedere prove schiaccianti che dimostrerebbero la vittoria di Gonzalez con oltre il 73% dei voti. Durante una conferenza stampa, Machado ha annunciato che tali prove saranno rese pubbliche attraverso un portale online accessibile a tutti i cittadini venezuelani.

Secondo quanto riferito da Machado, il portale permetterà agli elettori di verificare la corrispondenza tra il loro voto e quello registrato, offrendo una “prova matematica e incontrovertibile” della vittoria di Gonzalez. La leader ha sottolineato che "diversi leader mondiali stanno già consultando questo portale". Machado ha inoltre dichiarato che Gonzalez avrebbe ricevuto più di 6,5 milioni di voti, rispetto ai 2.759.256 ottenuti da Maduro.

Le dichiarazioni di Machado hanno innescato una serie di manifestazioni in tutto il Venezuela. Le proteste si sono intensificate nelle città di Los Teques, Charallave, Maracay, Coro e Caracas, con i manifestanti che hanno abbattuto una statua di Hugo Chavez nello stato di Falcon. A Caracas, gruppi di manifestanti, anche su motociclette, hanno occupato l'Avenida Bolivar, partendo principalmente dai quartieri poveri come Petare.

Le tensioni sono sfociate in violenze, con i media locali e social che riportano la prima vittima delle proteste: un giovane manifestante ferito a Maracay, nello stato di Aragua. Video sui social media mostrano il giovane portato via dai manifestanti e successivamente preso in consegna dalla polizia.

Nel frattempo, le milizie chaviste si sono concentrate intorno al palazzo presidenziale Miraflores, pronte a difendere il presidente Maduro. Diosdado Cabello, vicepresidente del Partito Socialista Unito del Venezuela (Psuv), ha dichiarato alla televisione pubblica che sono pronti a difendere il palazzo e la Costituzione venezuelana contro qualsiasi forma di violenza.

In risposta alle manifestazioni, le forze dell'ordine hanno iniziato a effettuare arresti tra i manifestanti. La procura nazionale ha emesso un divieto di proteste, dichiarando che coloro che verranno arrestati potrebbero essere accusati di "incitamento all'odio", un crimine punibile con pene fino a 20 anni di reclusione.

La situazione è ulteriormente complicata dall'espulsione di rappresentanti diplomatici di sette Paesi, tra cui Argentina, Cile, Costa Rica, Perù, Panama, Repubblica Dominicana e Uruguay, accusati di interferenze nel processo elettorale. Maria Corina Machado ha denunciato che agenti del governo, alcuni incappucciati, si sono posizionati vicino all'ambasciata dell'Argentina a Caracas, dove sei membri del suo staff elettorale si sono rifugiati in attesa di un salvacondotto. Questo episodio avviene dopo che il governo ha annunciato l'espulsione del rappresentante diplomatico argentino, insieme agli altri diplomatici.

La comunità internazionale guarda con preoccupazione all'evolversi della situazione, mentre il Venezuela si trova a un bivio tra tensioni politiche interne e pressioni esterne.


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