"Vertenza Golden Lady, Provincia assente"

22 Marzo 2012   10:02  

"Sapere che la Provincia di Chieti non ha presentato la documentazione di sua competenza per concretizzare il riconoscimento di area di crisi della Val Sinello, è scandaloso". Lo dice in una nota Rifondazione comunista.

"Sono mesi che si parla di area di crisi e da altrettanti mesi si discute su come dare contenuto a questa scatola vuota. Per questo è ingiustificabile per la Provincia essersi presentata a mani vuote al tavolo regionale dello scorso 16 marzo, che aveva l’unico scopo di discutere nel merito di quel documento mancante. Decine e decine di lavoratrici e lavoratori Golden Lady, hanno appreso la notizia mentre partecipavano ad un incontro pubblico promosso da Rifondazione Comunista e tenutosi a Vasto, nel corso del quale è stata data voce a chi da mesi è in cassa integrazione. Si è notata la tensione, la rabbia e delusione crescere mentre veniva data loro questa notizia, che è misura della scarsa attenzione che la Provincia sta realmente riponendo sulla vertenza Golden Lady.

I richiami dell’assessore alle Politiche del lavoro, Daniele D’Amario a fare fronte comune per risolvere il dramma di 382 lavoratrici e lavoratori, sono inutili fintanto che rimangono parole non supportate da fatti concreti, che finora nessuno ha visto. Invece è importante accelerare i tempi, perché le lavoratrici ed i lavoratori Golden Lady soffrono già da troppo tempo i pesanti disagi imposti da una basta paga al 70%, e soprattutto perché sta per scadere anche la cassa integrazione: tra 9 mesi quelle 382 persone rimarranno senza stipendio. Si riempia di contenuti il riconoscimento di area di crisi della Val Sinello.

E nel farlo, a nostro parere - continua la nota di Rifondazione - occorrerà agire su più fronti: oltre a programmare soluzioni per superare l’attuale crisi, sarà necessario pensare a prospettive per il futuro. Sul primo versante, oltre all’aspetto logistico, come il miglioramento della rete dei trasporti e delle telecomunicazioni, sarà necessario, sull’esempio dei risultati che si stanno ottenendo per la Omsa di Faenza, che i Comuni interessati si impegnino a velocizzare gli aspetti burocratici pur mantenendo il necessario rigore nei procedimenti amministrativi; che la Regione e la Provincia si facciano carico della formazione professionale delle lavoratrici e dei lavoratori, al fine di agevolare la loro ricollocazione, e non solo nell’ambito di chi subentrerà alla Golden Lady, ma anche rispetto alle esigenze professionali del territorio.

Riteniamo (è questo il secondo aspetto), che occorrerà valutare ipotesi di contrasto alla pirateria imprenditoriale, quella cioè che seguendo il modello Golden Lady, beneficiano di agevolazioni e finanziamenti con soldi pubblici e poi scappano all’estero. Sulla base di questa considerazione, riteniamo che in un’ottica di riconversione, che con molta probabilità non riuscirà a ricollocare tutti i 382 lavoratori e lavoratrici in un’unica azienda, si dovrà anche agevolare la nascita di una partnership tra piccole e medie imprese locali, da collocare nello stabilimento ex Golden Lady. Evidentemente una soluzione del genere potrebbe contribuire a dare respiro a piccole realtà locali, oggi strangolate dalla crisi e che domani non scapperanno via con il malloppo, come invece sta facendo Golden Lady".


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