Vertenza METRO, il giudice del lavoro accoglie ricorsi dei 9 lavoratori licenziati

26 Marzo 2014   12:53  

I nove lavoratori, Colaleo Giovanni, Di Biase Sabrina, Paolone David, Scurti Sergio, Memmo Carmine, Forlizzi Romina, Baranello Fiorella, Aceto Antonio e Fidanza Miriana, tutti dipendenti del punto vendita METRO ITALIA Cash & Carry di Sambuceto, catena internazionale di distribuzione alimentare all’ingrosso, devono essere riammessi nel proprio posto di lavoro a far data da quella del licenziamento.

E’ quanto ha disposto con ordinanza del 11 marzo 2014, il Giudice del lavoro del Tribunale di Chieti, D.ssa Ilaria PROZZO.

Il Giudice, accogliendo il ricorso presentato dai nove lavoratori, difesi dagli Avvocati Luca SEMPRONI e Antonio DI GIANDOMENICO, ha riconosciuto immotivato il licenziamento operato dalla Società di Distribuzione alimentare il 6 giugno 2013, perché l’azienda, ha espletato i licenziamenti aprendo la relativa procedura su base locale piuttosto che nazionale e per la mancata considerazione, nella valutazione del personale in esubero, di tutti i reparti del punto vendita di Sambuceto.

I lavoratori, erano stati ingiustamente licenziati il 06.06.2013 a seguito della conclusione di una procedura di licenziamento collettivo a norma degli artt. 4 -24 della legge 223/91, conclusasi senza un accordo sindacale, anzi con un mancato accordo e quindi con una decisione unilaterale aziendale tesa ad operare una riduzione di personale, ritenuta dalle OO.SS. presenti nel punto vendita ed in particolare dalla FISASCAT CISL ABRUZZO, che rappresentava i lavoratori licenziati ed altri ancora presenti in azienda, perchè immotivata ed ingiustificata nel merito e nel metodo adottato.

La FISASCAT CISL ABRUZZO, ad ogni livello, ha contestato e protestato per questa assurda decisione che si è consumata al di fuori di un sistema di regole consolidate, tanto che la stessa azienda, a livello nazionale, ha concluso un accordo con le OO.SS. Nazionali, FILCAMS CGIL, FISASCAT CSIL, UILTUCS UIL, che ha interessato tutti gli altri punti vendita presenti in Italia, adottando una soluzione che vede la cassa integrazione a rotazione per circa 267 lavoratori e le dimissioni volontarie a conclusione di detto periodo di lavoratori interessati.

Il Giudice del lavoro, accogliendo il ricorso dei lavoratori, ha:

- annullato i licenziamenti impugnati e ha condannato la società resistente alla immediata reintegrazione dei ricorrenti nel posto di lavoro;

- condannato la società resistente al risarcimento dei danni subiti dai ricorrenti in misura pari alle retribuzioni globali di fatto maturate dalla data del recesso a quella della reintegrazione, oltre rivalutazione monetaria ed interessi legali sulle somme periodicamente rivalutate dalle singole scadenze al saldo ex art. 429 c.p.c., nonché al versamento dei contributi assistenziali e previdenziali dovuti per il medesimo periodo;

- condannato la società resistente al rimborso in favore dei ricorrenti delle spese di lite.

In tempi di crisi, un segnale di speranza e di giustizia, per i tanti lavoratori che negli ultimi tempi hanno pagato con la propria dignità e la perdita del lavoro una crisi non sempre giustificata sia nelle ragioni alla base delle motivazioni che anche per i metodi adottati.

LA FISASCAT CISL ABRUZZO, da sempre convinta di combattere le ingiustizie sociali e strenue difensore dei diritti dei lavoratori, si è battuta insieme ai propri legali, per difendere fino in fondo la dignità negata ai nove dipendenti, operando anche, in estrema solitudine contro una certa cultura sindacale non sempre convinta che i diritti non hanno colore od appartenenza, ma vanno solo difesi.


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