Via Piaggio, simbolo della decadenza della vecchia zona industriale

27 Maggio 2013   13:29  

Negli anni '60 scoppiò il boom industriale di Chieti Scalo, e sorsero uno dopo l'altro numerosi capannoni industriali nella zona di via Piaggio, parallela di viale Abruzzo e di viale Croce lungo la Tiburtina.

Da venti anni a questa parte, tuttavia, le industrie scaline stanno attraversando un periodo di grave crisi, con la chiusura i serie di numerose aziende, ed altre con probabilità sempre maggiori di fare la stessa fine (come l'ormai arcinota Sixty).

Una delle conseguenze più visibili di questa incalzante decadenza é senza ombra di dubbio la stessa via Piaggio, apparentemente abbandonata a sé stessa. A destare preoccupazione é, in modo particolare, il manto stradale della via, talmente pieno di buche da assomigliare di fatto più ad una groviera che ad un'arteria pubblica.

Inutile precisare che una tale quantità di buche costituisce un pericolo non indifferente sia per il traffico veicolare della via, sia per le auto stesse, in particolare per le loro sospensioni ed i loro ammortizzatori. Senza considrare le "acrobazie" che qualche automobilista potrebbe ritenere di dover fare per evitare le buche più profonde.

L'incuria é evidente in tutta la via, ma presenta le maggiori problematiche nel tratto compreso tra la Sixty e la rotonda in corrispondenza della "Rodrigo", particolarmente martoiato da veri e propri crateri, soprattutto all'incrocio con via Penne.

Come non bastasse la pavimentazione stradale in condizioni a dir poco approssimative, la via presenta altri preoccupanti segni di incuria, come l'immondizia abbandonata in vari punti, alcuni dei quali simili a vere e proprie discariche a cielo aperto, molte volte occultate dalle macchine in sosta.

La situazione in cui versa via Piaggio, purtroppo, non presenta possibilità di risoluzione in tempi brevi, anche per via della sua posizione lievemente decentrata rispetto al vero e proprio abitato di Chieti Scalo.

Ciò non impedisce, tuttavia, che numerose volte i residenti della parte bassa del capoluogo teatino abbiano segnalato alle istituzioni la pessima manutenzione della strada, luogo di passaggio delle vetture comunque abbastanza utilizzato.

Il più grande ostacolo ad una adeguata manutenzione é però rappresentato dalla mancanza di chiarezza su quale ente eserciti effettiva competenza sulla via, se il Comune di Chieti o il Consorzio per lo sviluppo industriale della Val Pescara.

Come spesso accade in questi casi, gli enti sembrano ben disposti al mantenimento di tali dubbi, onde evitare di intervenire e dover prendere in considerazione le prospettive di riqualificazione di un'area che difficilmente riuscirà a tornare in auge come polo industriale.

Lorenzo Ciccarelli

 


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