Vigliacco. Non in altro modo si definisce l'inaudito gesto intimidatorio perpetrato nei confronti dell'Avvocata Simona Giannangeli, legale del Centro Anti Violenza di L'Aquila.
Modalità non dissimile da quella utilizzata dagli uomini che ogni giorno maltrattano le loro mogli, fidanzate, compagne e sconosciute, nel privato delle mura domestiche, in un esterno buio di una discoteca o di un cortile.
Le donne che ogni giorno si rivolgono al Centro Anti Violenza, lo fanno avendo raggiunto una consapevolezza fondamentale: la violenza maschile si nutre del silenzio delle donne che la subiscono e di tutte e tutti coloro che volgono lo sguardo altrove. La strada per uscirne è la denuncia pubblica.
L'Avvocata Giannangeli ha deciso di rendere pubblica la minaccia subita, come unica scelta coerente con l'attività, la storia, la ragion d'essere sue e del Centro Anti Violenza.
Vigliacco, si diceva, ma paradossalmente, segno indubitabile della validità e della qualità del lavoro svolto dal Centro Anti Violenza e che proprio di recente, in virtù dell'esperienza e del riconoscimento via via acquisito sul territorio, è stato ammesso quale parte civile nel processo a carico di Francesco Tuccia.
Tanti sono stati i messaggi di solidarietà rivolti all'Avvocata e attraverso di lei, alle donne del Centro Anti Violenza. Tanta quella pervenuta da rappresentanti delle Istituzioni e della Politica, ai quali rivolgiamo ancora una volta, la ferma richiesta a voler sostenere questo Centro Anti Violenza non solo con le parole, ma con politiche di concreto sostegno economico e finanziario.
Centro Anti Violenza di L'Aquila