Visconti: ''Il centro ricerche Eni è solo una merce di scambio per centrale a biomasse e a gas''

28 Giugno 2012   17:43  

Riceviamo e pubblichiamo la replica del professor Guido Visconti all'appello di Donatella Flati di L'Aquila città Aperta a favore del centro ricerche Eni.

Leggo le considerazioni di Donatella Flati sul Centro ENI ed è un'antologia di disinformazione. I laboratori del Gran sasso hanno contribuito zero all'economia dell'Aquilano negli ultimi venti anni. La logica della spartizione ha fatto si che a Teramo andasse persino il museo della Fisica. I presunti 800 scienziati se ne stanno comodamente a casa a fare gli esperimenti (si fanno così oggi) e certe volte li sbagliano clamorosamente.

Negli USA questa disciplina è moribonda ma noi (che siamo sempre i migliori) ricompriamo i loro ferri vecchi (vedi il Super B finanziato dalla Gelmini, quella del tunnel Ginevra-gran sasso Il Gran Sasso Science Institute è una scuola di dottorato che sorprendentemente non prevede fra le sue discipline la geofisica con la quale la gente ha molto a che fare (vedi terremoti).

Eppure quella dei terremotati è una premessa dei documento di una paginetta e mezza che lo istituisce. Invece ha a che fare con le particelle elementari (aridanghete!) e con l'informatica che fa comodo a certe industrie molto decotte. In compenso ammazzerà gran parte dei dottorati che si svolgono all'Aquila.

Come si vede l'effetto è esattamente l'opposto a quello supposto dalla Flati Laboratorio ENI. Nelle sue stesse parole il centro ENI prevedeva 50 laboratori e 100 ricercatori. Allora due ricercatori per laboratorio sono pochi e 50 laboratori nello e stesso Centro sono troppi. Cioè queste sono parole in libertà.

Inoltre sa quanto costerebbero 100 ricercatori? Qualcosa come 5 milioni di euro all'anno. E meno male che si ricorda che i 12 milioni servono solo per la costruzione del manufatto.

E gli impianti, e le attrezzature? Ma di che si dovrebbe occupare questo Centro o è semplicemente merce di scambio.

Infatti si parla di una centrale a biomasse e a gas naturale che è la cosa più inquinante che si possa immaginare.

L'università cresce e funziona solo se i docenti si fanno il ''mazzo'' andando in cerca dei soldi. Si faccia dire quanti fondi esterni per la ricerca arrivano alle nostre università che sono fatte di gente per lo più pendolari (si fa prima ad arrivare a L'Aquila che a raggiungere un quartiere di Roma).

Si faccia un giro nelle nostre università il venerdì pomeriggio e vede quanta gente trova nei laboratori.

Negli USA (dove tagliano le ricerche care all'INFN) esiste il famoso detto "publish or perish" e i docenti che non portano i soldi all'Università vengono licenziati, di qualunque grado essi siano. Io dico che l'Aquila dovrebbe essere una città chiusa così almeno tutti questi geni girovaganti non scappano!


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