Visto da una prospettiva libertaria - Questa si... questa no...

di Bonifacio Liris

23 Dicembre 2008   08:52  

Oggi voglio affrontare un argomento che mi preoccupa non poco, la riforma della giustizia, analizzando alcune proposte, cercando di spiegarne l’inadeguatezza rispetto agli scopi propagandati, anzi il nocumento che possono portare ad una giustizia già claudicante, com’è quella italiana.
Mi soffermerò nei prossimi pezzi a trattare il “lodo Alfano”, una delle leggi più vergognose mai approvate nella storia repubblicana, soffermandomi invece su alcuni punti controversi delle varie proposte, ad esempio l’eliminazione dell’obbligatorietà dell’azione penale.

La nostra costituzione reca un articolo, il 112, che prevede per il pubblico ministero l’obbligo di esercitare l’azione penale, che in soldoni significa che ogni qualvolta questi venga in possesso di notizie di reato può o disporre il giudizio oppure archiviare la notizia, ma comunque non può esservi “indifferente”.

I padri costituenti inserirono questo articolo per almeno due motivi. Innanzitutto in ossequio all’articolo 3, che sancisce l’uguaglianza di tutti cittadini davanti alla legge e poi in ossequio a un altro grande principio fondante una vera democrazia, che è la separazione dei poteri, il legislativo, l’esecutivo ed infine il giudiziario che accerta la conformità dei comportamenti di tutti alla legge.
La separazione serve proprio ad evitare l’interdipendenza tra i vari poteri, a mio avviso soprattutto per preservare la terzietà della magistratura, e ad evitare che i cittadini diventino sudditi.

Ora, l’obbligatorietà dell’azione penale serve proprio a comprimere ogni forma di discrezionalità da parte del pm, per evitare disomogeneità di trattamento delle notizie di reato, e per sollevarlo da ogni responsabilità e soggezione di fronte ad altri organi, che ci sarebbe qualora avesse la possibilità di decidere  di procedere per alcuni reati piuttosto che per altri. Per non parlare poi di altre proposte indecenti, come quella di subordinare l’esercizio di un’azione penale all’allarme sociale (vale a dire procedere solo per quei reati di più forte presa sulla cittadinanza), cosa aberrante in un contesto mediatico come il nostro, dove è palmare la scollatura tra la realtà e la percezione che di essa hanno i cittadini, manovrata dai mass-media e quindi da chi li controlla.

Non voglio dilungarmi, ma chi è attento sente i reali obbiettivi sottesi da queste proposte: una tensione ad un controllo sempre maggiore da parte della politica sui pm, sensazione confermata anche dai continui balletti nelle nomine politiche dei membri del CSM e dalla corsa alla separazione delle carriere dei pm e dei giudici, con la conseguente  restrizione dell’imparzialità del pm, che diventerebbe appunto una “parte” a tutti gli effetti, e avrà quindi solo lo scopo di far condannare l’imputato, a prescindere dalla sua colpevolezza.

Tutto questo fa parte di un’idea di giustizia sempre più vicina al potere politico, e, evidentemente, sempre più lontana dall’idea di uguaglianza, quindi di democrazia.

Bonifacio Liris

 


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore