Visto da una prospettiva libertaria

di Bonifacio Liris

02 Dicembre 2008   08:09  

“Anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti!”

Nel 2001, Genova “chiusa da sbarre e… marcata a vista” (come canta Francesco Guccini) è stata militarmente resa inaccessibile al diritto, alla Costituzione, e la sentenza del tribunale genovese di 15 giorni fa (come l’altra di luglio per Bolzaneto) ne conferma l’assenza a distanza di più di sette anni, alla luce dell’assoluzione dei dirigenti delle forze dell’ordine, e la condanna lievissima agli “operativi” (schegge autonome e impazzite).

Questa sentenza, oltre l’amaro che inevitabilmente lascia nella cittadinanza attiva non (ancora) narcotizzata, oltre la beffa ai danni di chi subì le violenze atroci quella notte nella “macelleria” Diaz, mette nella pelle una pungente preoccupazione per la ferita inferta alla democrazia già claudicante nel nostro paese, l’amara constatazione che ancora una volta lo stato dimostra di non riuscire a processare serenamente se stesso, che è sancita l’impunità di apparati importanti della sua struttura, che è permessa l’interdipendenza di poteri che la Costituzione vuole separati…
Qualsiasi persona di buon senso si rende conto che fatti come quelli di Bolzaneto e della Diaz non possono avvenire senza il coinvolgimento di parti delle istituzioni che la legge prepone alla tutela dell’ordine pubblico e neppure nella completa ignoranza dei ministri competenti, figure che passano tranquille sui teleschermi, che ora siedono sulle scranne più alte dello stato, e che allora facevano “visite di cortesia” nelle centrali operative dei carabinieri, senza mandato istituzionale. Quello stesso buon senso non può non indurre a immaginare che tutte quelle torture fisiche e psicologiche sono state orchestrate a tavolino, per colpire un movimento pacifico e la sua portata ideale.
Quelle violenze non appartengono a uno stato democratico e se in Italia sono (state) possibili dobbiamo chiederci perché, dobbiamo analizzare il controverso rapporto che una parte del paese ha con la democrazia, col rispetto della persona e con la memoria storica; non dobbiamo sottovalutare il proliferare di tutti questi nuovi movimenti di estrema destra che inneggiano al fascismo, al nazismo, all’antisemitismo, all’odio verso lo straniero,  alla violenza privata, all’autotutela armata, non dobbiamo prendere tutto come folclore, perché oggi il terreno è fertile e la contiguità delle istituzioni con certi ambienti è forte, vista la provenienza di molti figuri che ne fanno parte.
E’ necessaria una commissione di inchiesta per fare davvero luce su quei fatti; l’appello va all’opposizione (chiamiamola così per semplificare…) affinché la smetta di nicchiare come fece nella scorsa legislatura, e al governo, in particolare ad alcuni dei suoi rappresentanti, affinché riscoprano il piacere della vergogna.


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