Vladimiro Strinati riporta i burattini in scena al Marrucino di Chieti

03 Marzo 2012   11:26  

Tornano al Marrucino di Chieti i burattini tradizionali, ossia, secondo la definizione che viene dalla storia del teatro, quei burattini a guanto mossi dal basso verso l'alto, in cui la mano del burattinaio entra in un buratto di stoffa sotto il vestito che ha due strati: il primo, quello interno, è il buratto di stoffa rigida (canapa) con le cuciture verso l'esterno, un vero e proprio guanto che si fa sulla misura della mano del burattinaio e al quale si inchioda la testa di legno e le mani di legno; al secondo, quello esterno, si cuce un gancio o un anello per appenderlo a testa in giù all'asse dei burattini. Così la mano del burattinaio diventa il corpo, il sangue e l'ossatura del burattino. E a seconda di come viene mossa, corrisponde un movimento del burattino. E' chiaro quindi che il buratto non deve essere troppo largo rispetto alla mano, altrimenti non si ottengono accurati movimenti del burattino.


A portare in scena due dei più famosi personaggi della commedia dell'arte bolognese, Fagiolino e Sganapino, è Vladimiro Strinati, uno dei burattinai più famosi in Italia che racconterà le disavventure dei due burattini che rappresentano l'anima viva di Bologna.
Fagiolino Fanfani è una figura molto caratteristica, è la gioia di vivere in carne e spirito, la monelleria piena di salute. Sempre rubicondo sotto quella sua calda berretta che non si toglierebbe mai dal capo. Non sogna che due cose: Buone tagliatelle e giustizia per tutti. Il resto è scherzo, pretesto per dire parole grosse e paroline tenere quali sono nel dialetto bolognese. Bologna può mutare, cambiare quanto vuole, Fagiolino resta sempre lo stesso,è un ottimista che non invecchia.
Fagiolino rappresenta la forza semplice che si ribella al presente e all'ingiusto. È il piccolo che abbatte il grande, è il piccolo che si trova sempre in tutti i luoghi dove c'è un innocente da difendere e un brigante da bastonare. Ride sempre, mette in burla ogni cosa, tutti i salmi finiscono in gloria e tutte le questioni in bastonate. Col suo nodoso bastone che lo accompagna sempre percuote dottori e villani, imperatori e facchini, Fagiolino è l'eroe della piazza, il birichino bolognese.


Sganapino Posapiano Magnazza è invece una creatura di un ottimo comico dialettale, Augusto Galli, il quale ebbe in vita la soddisfazione di vedere affermarsi la sua creatura, che fece apparire alla ribalta del casotto di Cuccoli nel lontano 1877. Infatti Sganapino ottenne una tale fortuna nel mondo dei burattini che in alcuni periodi sembrò avesse ad insidiare perfino il primato allo stesso Fagiolino. Anche l'etimologia del nome non presenta molte difficoltà. "Sganapar" in bolognese significa mangiare a quattro palmenti.
Cuccoli aveva creato due anni prima Flemma (personaggio adatto alle sole parti di fianco). In questi frangenti il bravo Galli, che pescata una vecchia testa che aveva un naso di eccezionale dimensioni, portò alla ribalta un nuovo burattino. Su questo viso ridente e colorito impose un copricapo a tronco di cono, munito di una grande visiera, che si differenziava decisamente dal berretto di Fagiolino e dal berretto a busta di Flemma. Anche la capigliatura castano-rosso, era motivo di contrasto con quella nerissima di Fagiolino. Sganapino indossa una giubbetta a coda di rondine di stoffa a quadretti bianchi e neri, si esprime con una vocetta a farsetto, alla quale intermezza risatine argentine, giochi di voci e frasi in italiano piene di spropositi. Il suo carattere è un misto di ingenuità e di furberia, pronto ad avanzare dubbi alle cose insensate, poiché quella malizia che nel fondo possiede, generalmente lo salva. La scopa che porta sempre con se sembra indicare il limite di ogni controversia.

In scena domenica 4 marzo alle ore 17.00 al teatro Marrucino di Chieti (piazza Valignani, 7). Per informazioni: 0871.320007 – Botteghino: 0871.330470.


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