Xenon a caccia di materia oscura nel cuore del Gran Sasso

15 Maggio 2010   08:21  

Ripubblichiamo, nella sua versione aggiornata e completa l'articolo di Nicola Facciolini dedicato l'esperimento Xenon, già proposto ieri.

Xenon fa luce sulla misteriosa ed elusiva materia oscura ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell'Infn; l'eccezionale report dell'esperimento criogenico internazionale Xenon100: non l'ha ancora vista ma il Premio Nobel si avvicina! La direttrice dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso, Lucia Votano, invita alla cautela nella valutazione dei dati. In attesa delle conferme sperimentali di Lhc al Cern di Ginevra, siamo prossimi a una rivoluzione decisamente copernicana: la prova della sovrapposizione quantistica delle Realtà nel Multiverso? Un vero rompicapo: fin dal 1970 sulla base delle osservazioni degli effetti della gravità su grande scala, gli scienziati hanno avanzato l'ipotesi che la materia normale da sola non può spiegare la quantità di gravità necessaria per generare e reggere interi sistemi stellari. Un deficit gravitazionale rivelatore di materia oscura qualunque cosa essa sia. Dunque va assolutamente scoperta facendo esperimenti pioneristici come quelli sotto il Gran Sasso. Gli osservatori spaziali confermano che la materia oscura esiste e costituisce circa il 24% dell'Universo. La caccia alla materia oscura è ancora aperta e, come molti ricercatori e scienziati hanno previsto, la persona che la scopre, ottiene un biglietto per Stoccolma dove vengono assegnati i premi Nobel. Se i dati dell'esperimento Xenon100 sono di buon auspicio per la nuova generazione di rivelatori di grandi dimensioni, non bisogna aspettare certo la concorrenza. L'obiettivo finale della collaborazione è quello di costruire XENON XENON1T, un rilevatore di xenon liquido sulla grande scala. I fisici americani sanno che in soli 11 giorni di presa di dati, gli italiani sono stati in grado sotto il Gran Sasso di eguagliare la sensibilità del loro esperimento Cdms che aveva bisogno di una sensibilità superiore nella ricerca della materia oscura. A tutti come suona il confronto tra i due continenti? Il più grande rivelatore Lux raggiungerà negli Usa la stessa sensibilità in meno di 36 ore! I fisici italiani devono fare quadrato insieme ai loro colleghi che lavorano sotto il Gran Sasso, perché il Premio Nobel si avvicina e sarebbe un vero peccato lasciarselo sfilare di mano.

 

(di Nicola Facciolini)

 

"Noi non cerchiamo quello che Iddio poteva fare, ma quello che Egli ha fatto"(Galileo Galilei, Opere VII, 565). Gli scienziati e i ricercatori dell'esperimento Xenon100 scriveranno molto presto nuove pagine di matematica, fisica e cosmologia ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell'Infn. Non stiamo parlando né delle sfavillanti luci che con la loro emissione simile a quella diurna, forniscono il triplo dei fotoni rispetto alle convenzionali lampade alogene, né del famoso processore CPU. Ma dell'elemento chimico Xenon che sotto il Gran Sasso è il cuore di un esperimento avveniristico per la ricerca dell'elusiva Materia Oscura. La notizia è al centro della cronaca scientifica mondiale. In attesa delle conferme sperimentali di Lhc al Cern di Ginevra, siamo prossimi a una rivoluzione decisamente copernicana: la prova della sovrapposizione quantistica delle Realtà nell'Universo? Se gli scienziati italiani vinceranno la concorrenza, allora potranno non solo rivoluzionare la nostra attuale percezione della Realtà cosmica, ma riusciranno letteralmente ad illuminare a giorno i segreti della materia oscura, squarciando finalmente il velo di tenebra che avvolge tutte le teorie e i modelli matematici finora proposti per spiegare il deficit di energia gravitazionale nelle galassie e, quindi, la famosa Costante cosmologica di Albert Einstein, meglio nota come "energia del vuoto" ovvero Energia Oscura. Lo xenon è un gas nobile, inodore, incolore e molto pesante: sta rivoluzionando la propulsione ionica nello spazio ma soprattutto le ricerche scientifiche più ardite inaugurate dai ricercatori Infn del Gran Sasso in esperimenti come Xenon100, attivo sotto il monte Aquila e concepito, tra l'altro, per la ricerca di particelle massive debolmente interagenti, chiamate Wimp. La prova del fuoco è stata fornita dal bagno di 62 kg di xenon liquido in cui è immerso lo speciale rivelatore. Nella pubblicazione scientifica presentata in questi giorni di maggio 2010 dalla collaborazione internazionale di scienziati (E. Aprile, K. Arisaka, F. Arneodo, A. Askin, L. Baudis, A. Behrens, E. Brown, J. M. R. Cardoso, B. Choi, D. B. Cline, S. Fattori, A. D. Ferella, K.L.Giboni, K. Hugenberg, A. Kish, C. W. Lam, J. Lamblin, R. F. Lang, K. E. Lim, J. A. M. Lopes, T. Marrodán Undagoitia, Y. Mei, A. J. Melgarejo Fernandez, K. Ni, U. Oberlack, S. E. A. Orrigo, E. Pantic, G. Plante, A. C. C. Ribeiro, R. Santorelli, J. M. F. dos Santos, M. Schumann, P. Shagin, A. Teymourian, D. Thers, E. Tziaferi, H. Wang, C. Weinheimer) appartenenti a varie Università (Columbia University-Usa, Rice University-Usa, Università di Zurigo, Laboratorio Nazionale del Gran Sasso-Italia, Università di Coimbra-Portogallo, Università della California a Los Angeles-Ucla) sulla Physical Review Letters vengono illustrati i primi risultati di un campione di dati parziali acquisiti tra ottobre e novembre 2009 in appena 11 giorni. I fisici americani della concorrenza chiaramente digrignano i denti perché temono di essere stati superati nelle ricerche sulla materia oscura. Con un livello di confidenza del 90%, è vero che Xenon100 non ha ancora osservato alcun segnale di materia oscura, ma la notizia è un'altra. L'interpretazione la lasciamo chiaramente ai cosmologi perché le implicazioni, se l'esperienza e i modelli matematici annessi e connessi a Xenon100 dovessero essere confermati da altri esperimenti, vanno ben oltre la semplice contestazione di precedenti risultati e modelli sperimentali condotti sempre sotto il Gran Sasso da altri ricercatori. E' la nostra stessa visione della forza di gravitazione universale illustrata nella Teoria Generale della Relatività di Einstein, a dover essere riconsiderata e riscritta? Per alcuni non sarebbe un dramma rinunciare alla materia ed all'energia oscure. Come accadde nell'Ottocento con l'impalpabile "etere", la nuova rivoluzione copernicana potrebbe ridisegnare nella piccola e grande scala cosmologica ciò che oggi semplicemente non riusciamo a capire e percepire dell'Universo in cui viviamo e nel quale un giorno viaggeremo a Dio piacendo. Magari tra tunnel spaziali, buchi neri-bianchi e porte inter-dimensionali che ci apriranno la strada a realtà quantistiche sovrapposte e sfasate rispetto alla nostra ma perfettamente reali e coesistenti. Altre esperienze come CoGeNT e DAMA avevano visto qualcosa: forse altre tracce di materia oscura? La disputa scientifica non ci interessa. La direttrice dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso, Lucia Votano, invita alla cautela nella valutazione dei dati. La validità dei risultati dell'esperimento italiano Dama-Libra, il cui rivelatore si trova nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso e che già aveva annunciato la scoperta delle prime evidenze di materia oscura, pare non sia assolutamente sotto scacco. Da quei primi dati risultava l'immagine suggestiva di un alone di materia esotica attorno alla Galassia. I dati di Xenon100 apparentemente appaiono al pubblico e sulla stampa mondiale come una contraddizione evidente dei risultati di Dama. Per l'estate i ricercatori prevedono di avere a disposizione dati ulteriori. Xenon100 "é attualmente il rivelatore di materia oscura con le migliori prestazioni dal punto di vista del fondo radioattivo - spiega Lucia Votano - e non ha rivelato alcun segnale attribuibile a materia oscura". Questo risultato per alcuni ricercatori mette in discussione la possibilità che siano stati percepiti "veri" segnali di materia oscura da altri esperimenti. "In realtà l'inconciliabilità dei risultati esiste solo nell'ambito di uno specifico modello" - rivela la Votano. Esistono, infatti, più modelli teorici sulla natura della materia oscura per ogni esperimento e nei Laboratori del Gran Sasso sono attivi ben quattro esperimenti: oltre a Dama e Xenon100, ci sono Cresst e WarP, quest'ultimo diretto dal Nobel Carlo Rubbia. "Ognuno di essi utilizza tecniche diverse e tutti sono in gara per una scoperta che potrebbe rivoluzionare la nostra conoscenza dell'Universo. Per chiarire il mistero della materia oscura c'è ancora molto lavoro da fare ma gli esperimenti sono tanti: una scoperta potrebbe essere dietro l'angolo e i Laboratori del Gran Sasso ne saranno in ogni caso protagonisti". L'esperimento Xenon100 è solo uno di una manciata di iniziative volte a scoprire direttamente la natura di altre forme di materia, "sostanze" ed "oggetti" ritenuti abbondanti nell'Universo. La prova astronomica indica che circa il 24% dell'Universo è costituito da materia non-barionica, ossia diversa dalla nostra, quindi per il momento oscura. Varie linee teoriche indicano che la materia oscura è costituita da particelle massive debolmente interagenti (Wimp), cimeli esotici del Big Bang di 13.7 miliardi di anni fa, che esistono fino ad oggi a causa della loro presunta debole interazione con la materia ordinaria. Un candidato per le Wimp è il Neutralino, la più leggera particella predetta dalla Teoria della Supersimmetria (Susy). Comprendere la natura della materia oscura è una delle più importanti questioni aperte in cosmologia, astrofisica e nella fisica delle particelle. Il Laboratorio Nazionale del Gran Sasso è in prima linea. Invisibile ai telescopi più potenti, gli astronomi possono solo rilevare gli effetti gravitazionali che la materia oscura produce sulla materia normale (noi, i gas, i pianeti e le stelle) ma non hanno ancora confermato una misura diretta. Alcuni team avevano riferito di averla "vista" ma oggi i nuovi risultati della prova Xenon100, ritenuta molto più sensibile rispetto a tutti i precedenti esperimenti sotto il Gran Sasso ed altrove, suggeriscono che i possibili segnali di materia oscura non c'erano e, forse, non ci sono mai stati, perché bisogna fare altre domande al Creatore. Se fosse vero, nella migliore delle ipotesi, dovremmo riconsiderare le reali proprietà della materia oscura, per concepire altri esperimenti in grado di rivelarla. "Le particelle di materia oscura per ora continuano a sfuggire ai nostri rivelatori - fa notare Elena Aprile, portavoce dell'esperimento Xenon100 e un professore di Fisica alla Columbia University - ma siamo sempre più convinti di riuscire presto a svelare il mistero". Xenon100 è un contenitore in acciaio inox riempito con xenon ultra-puro allo stato liquido e gassoso, incastonato tra due telecamere 3D molto sensibili. Se una particella di materia oscura dovesse colpire il rivelatore, le telecamere dovrebbero registrare il segnale in tre dimensioni, un po' come ha fatto il grande regista James Cameron nel suo capolavoro cinematografico Avatar, filmando il pianeta Pandora su Alpha Centauri. L'esperienza Xenon100 è immersa sotto i 1.400 metri di roccia del massiccio del Gran Sasso d'Italia nei Laboratori Nazionali Infn, in condizioni di Silenzio Cosmico. Proprietà unica al mondo per un laboratorio sotterraneo di fisica sub-nucleare, autentico Patrimonio culturale dell'umanità, che meriterebbe la proclamazione e la tutela ufficiale delle Nazioni Unite. Contenuto all'interno di una camera di piombo e rame, l'apparato, insieme con la roccia, è schermato opportunamente per filtrare le rumorose radiazioni cosmiche di superficie, provenienti dallo spazio e dal sottosuolo che impedirebbero di rivelare la materia oscura. I ricercatori usano lo xenon perché è uno degli elementi più pesanti in natura: è tre volte più denso dell'acqua, ha molti più atomi per litro e ciò massimizza la probabilità che una particella di materia oscura possa scontrarsi con lo xenon e produrre un segnale. Uno dei candidati più importanti per smascherare l'identità segreta della materia oscura, potrebbe essere la particella debolmente interagente, Wimp. L'esperimento è in esecuzione in diverse fasi con rivelatori di massa diversi. Dopo il grande successo di Xenon10, ora Xenon100 con i suoi 170 kg di xenon liquido e 70 kg nel volume di destinazione, intende tracciare la via verso prove ancora più ambiziose. I risultati pubblicati sono ancora parziali perché riferiti a un piccolo target bersaglio. "Lo xenon liquido è un materiale prezioso e meraviglioso per catturare e studiare le Wimp" - spiega la prof.ssa Aprile. Nel 1997 l'esperimento DAMA-LIBRA del gruppo di ricerca dell'Università di Roma Tor Vergata, fu il primo al mondo a rivendicare con forza il primato della scoperta di tracce di materia oscura sotto il Gran Sasso. Lo scorso febbraio, la collaborazione CoGeNT condotta dall'Università di Chicago aveva annunciato di aver trovato un segnale indicativo di materia oscura. Tuttavia, le osservazioni di Xenon100 mettono in dubbio entrambi i risultati, secondo i ricercatori del progetto. La notizia ha fatto il giro del mondo il Primo Maggio 2010 nel "workshop" introduttivo alla pubblicazione sulla Physical Review Letters. Ma ripassiamo la lezione.

Gli scienziati sono da anni a caccia di materia oscura che si pensa possa essere nascosta non solo nelle profondità del Cosmo ma anche sotto i nostri occhi, anzi, sotto i nostri piedi, qui sulla Terra. La materia oscura è particolarmente ostica da trovare a causa della sua natura ignota. In effetti, gli scienziati non sanno cosa essa sia. Non emette né riflette luce, così i telescopi più potenti non hanno alcuna speranza di poterla osservare direttamente. Un vero rompicapo: fin dal 1970 sulla base delle osservazioni degli effetti della gravità su grande scala, ad esempio tra le galassie, gli scienziati hanno avanzato l'ipotesi che la materia normale da sola non può spiegare la quantità di gravità necessaria per generare e reggere interi sistemi stellari. Un lavoro immenso anche per un massiccio buco nero centrale nel nucleo galattico. Era stato così dedotto un deficit gravitazionale matematicamente rivelatore di materia oscura qualunque cosa essa sia. Dunque assolutamente da scoprire. Come? Facendo esperimenti pioneristici come quelli sotto il Gran Sasso. E se la materia oscura non interagisce con la maggior parte della materia normale, l'idea che possa svolazzare indisturbata, a destra ed a manca, attraverso la Terra, la vostra casa e il vostro corpo senza rimbalzare tra gli atomi, semplicemente attraversandoli, rimane suggestiva e intrigante. Per questo alcuni scienziati preferiscono scovarla in caverne sotterranee come il Laboratorio Nazionale del Gran Sasso, al riparo dai rumori di fondo delle altre particelle "normali". Prima o poi l'interazione o il collegamento (link) verrà stabilito. Pare solo questione di tempo, per stessa ammissione di Angela Reisseter dell'Università del Minnesota, membro di un progetto chiamato "Dark Matter Search". La recente riunione dell'American Physical Society a Washington D.C. (Usa) ha riacceso le speranze degli Americani. In un recente numero della rivista Science Express, la Reisseter e colleghi hanno riportato evidenze di due possibili eventi che forse possono essere interpretati come impatti di materia oscura sui loro rivelatori. Anche il loro esperimento Cdms è sepolto sotto una montagna, in una miniera del Minnesota sotto circa 700 metri di roccia, plastica, piombo, rame ed altri materiali destinati a schermare tutte le altre particelle rumorose, consentendo solo alla materia oscura (dicono) di raggiungere il rivelatore criogenico composto da piccoli blocchi-bersaglio di germanio e silicio. I ricercatori non sono assolutamente sicuri che i due segnali misurati possano essere frutto dell'interazione tra materia oscura e normale. Magari di qualche altra particella del "background". Due segnali sono sempre troppo pochi per essere sicuri di aver fatto centro. L'umiltà della scienza mette nel conto e nei calcoli che si possano verificare anche eventi falsi. Vale la regola generale, buona la terza! Se fosse uno, i ricercatori direbbero:"Oh, è lo sfondo"; se fossero tre eventi, comincerebbero a dire:"Oh, è un segnale". Ma ciò che non possono chiamare "sfondo" né "segnale", che cos'è? Una semplice fluttuazione statistica, secondo il fisico Richard Gaitskell.

Il team Cdms intende mantenere attivo il loro esperimento a livelli sempre più sensibili, nella speranza di scoprire un segnale più consistente. La stessa cosa accadrà, si spera, sotto il Gran Sasso. Altri tentativi per rintracciare queste elusive particelle sulla Terra si concentrano su potenti acceleratori come Lhc al Cern di Ginevra, in grado di proiettare la materia ordinaria fin quasi alla velocità della luce per poi schiacciare insieme le particelle subatomiche sperando di ottenere dalle energie di collisione incredibilmente alte (prossime a quelle del Big Bang!) la "creazione" di altre particelle esotiche, tra cui la materia oscura. Senza rischi per l'ambiente e la nostra sopravvivenza. Dunque, senza produrre buchi neri massicci. Ma anche con i nostri acceleratori più potenti, finora nessun segno di materia oscura è stato individuato. Sarebbe ben strano, tuttavia, se le particelle che compongono la maggior parte della materia dell'Universo, non rivelassero la loro natura negli acceleratori e nei laboratori sotterranei della Terra. Una ragione potrebbe essere questa: semplicemente i ricercatori non hanno ancora concepito esperimenti abbastanza potenti in grado di rivelare la presenza di materia oscura. Anche perché gli scienziati non hanno la benché minima idea di che cosa siano fatte tali particelle: potrebbero semplicemente "non esistere" (ed allora, bisognerebbe riscrivere i testi di Fisica e Matematica) o richiedere energie talmente elevate per "illuminarle" in laboratorio, da risultare insondabili. Evidentemente gli scienziati non hanno ancora posto la domanda giusta al Creatore, ossia non hanno inventato l'esperimento adatto in grado di ottenere la "risposta" di Colui che ha fatto il Mondo. Il Laboratorio Nazionale del Gran Sasso che nel silenzio cosmico del Re degli Appennini, è molto più potente di Lhc, svelerà il mistero? Per alcuni scienziati la migliore speranza resta il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern, costruito sotto la città svizzera di Ginevra: il più grande telescopio materia-antimateria in funzione sulla Terra. Ha aperto da pochi mesi i "giochi" con le sue più alte energie mai raggiunte dall'uomo nell'infinitamente piccolo. E non è ancora impostato alla velocità di crociera! A piena energia, in molti sperano che possa scoprire non solo la Particella di Higgs che dà massa a tutte le altre, ma anche la materia oscura e forse la presenza di micro buchi neri quantistici nella nostra realtà di tutti i giorni! Non sarà facile inchiodare la materia esotica. Le collisioni di particelle elementari sotto Ginevra potrebbero svelare anche ciò che finora è semplicemente inconcepibile. E torniamo all'esperimento Xenon100 che dal Gran Sasso ha avuto vasta eco sulle riviste scientifiche di tutto il mondo e non solo, ahinoi, sui quotidiani scandalistici. La macchina ha cercato un segnale di materia oscura nelle profondità del più grande laboratorio sotterraneo al mondo. Ma nessuna interazione in 11 giorni di funzionamento della macchina, è stata rivelata. Che cosa significa? Il team di ricerca, fatto assai inconsueto, ha pubblicato coraggiosamente le sue conclusioni sul sito: arXiv.org. A dimostrazione del fatto che nel mondo della scienza non ci sono segreti perché tutto è condiviso subito con tutti. La prova supporta la nozione che gli atomi e le molecole ordinarie rappresentino solo una frazione delle masse che interagiscono gravitazionalmente nell'Universo. L'individuazione diretta di particelle di materia oscura si è rivelata elusiva? Davvero sono in errore i ricercatori che per anni al Gran Sasso hanno affermato di aver identificato la materia oscura da fluttuazioni annuali indotte dal movimento della Terra che si muove, nella sua orbita attorno al Sole, presumibilmente attraverso l'alone di particelle di materia oscura che avvolgono la Via Lattea? Alcuni pensano che con la sua alta sensibilità Xenon100 avrebbe dovuto e potuto già osservare qualcosa se l'interpretazione dei dati offerti da DAMA fosse corretta. Ma si confondono ancora i termini e le regole della questione. La ricerca è anche concorrenza spietata tra gruppi di ricerca. Così procede la scienza. Il fisico Richard Gaitskell della Brown University che lavora sul grande esperimento criogenico Lux, il rivelatore di materia oscura (Large Underground Xenon) che gli americani intendono installare nel loro laboratorio sotterraneo in South Dakota il prossimo anno, sostiene che i risultati di DAMA non sarebbero stati confermati da altre ricerche. Forti critiche sono state espresse anche dal fisico Peter Fisher del Massachusetts Institute of Technology, in particolare sulla collaborazione scientifica di DAMA. Ma tutto è opinabile quando sono in gioco forti interessi. Una cosa è certa. I fisici italiani dovrebbero fare quadrato insieme ai loro colleghi che lavorano sotto il Gran Sasso, perché il Premio Nobel si avvicina e sarebbe un vero peccato lasciarselo sfilare di mano! La caccia alla materia oscura è ancora aperta e, come molti ricercatori e scienziati hanno previsto, la persona che scopre la materia oscura ottiene un biglietto di prima classe per Stoccolma dove vengono assegnati i premi Nobel. Se i dati dell'esperimento Xenon100 sono di buon auspicio per la nascita di nuova generazione di rivelatori sotto il Gran Sasso, non bisogna aspettare certo la concorrenza. Gli Americani ci temono fortemente, quindi bisogna premere ora sull'acceleratore e la classe politica italiana non ha più scuse e giustificazioni. I fisici americani sanno che in soli 11 giorni di presa dati, gli italiani sono stati in grado sotto il Gran Sasso di eguagliare la sensibilità del loro esperimento Cdms che aveva bisogno di una sensibilità superiore di 12 mesi per la stessa rilevazione. A tutti come suona il confronto tra i due continenti e i due Laboratori? Il più grande rivelatore Lux raggiungerà negli Usa la stessa sensibilità in meno di 36 ore! Diverse osservazioni astronomiche hanno registrato una convergenza su un modello di Universo che è composto da circa il 4% di materia ordinaria, il 72% di energia oscura e materia oscura per il 24%. Sulla base delle osservazioni della rotazione delle galassie, alcuni ricercatori credono che le Wimp possano esistere in una distribuzione sferica, simmetrica nella Galassia, che formano una nube di materia esotica attraverso la quale il Sistema Solare e la Terra si muovono. A volte un Wimp incontrerebbe una collisione con i nuclei degli atomi di un rivelatore sulla Terra mentre sta attraversando il vento cosmico di materia oscura. Questo porterebbe a un segnale rilevabile. Vari esperimenti di rivelazione diretta in tutto il mondo adottano questo principio per cercare le particelle di materia oscura, inaugurato sotto il Gran Sasso. Xenon100 è uno di loro. Se le Wimp esistono, tuttavia, devono avere una probabilità molto piccola d'interazione con la materia normale altrimenti sarebbero state già individuate. L'interazione tra un Wimp e un nucleo di un atomo-rivelatore, produce contraccolpi di energie piuttosto piccole. L'energia di rinculo e quella delle Wimp che l'ha depositata, possono essere misurate attraverso lo studio della luce di scintillazione o il segnale di ionizzazione prodotto nel rivelatore o misurando la quantità molto piccola di calore depositato.

Il gas nobile xenon diventa liquido ad una temperatura di -111,7° C e una pressione di circa 2 bar (http://en.wikipedia.org/wiki/Xenon). La densità elevata e l'alto numero atomico permette di costruire rivelatori compatti. La misurazione simultanea di segnali di ionizzazione e scintillazione prodotta dalle interazioni delle particelle di xenon liquido consente di discriminare le particelle Wimp dai segnali di fondo. Attualmente si utilizzano più di 100 kg di xenon liquido, circa 10 volte più grande del suo predecessore. Il rilevatore è stato installato nei Laboratori del Gran Sasso tra il 2005 e il 2007, producendo alcuni dei risultati migliori al mondo. L'obiettivo finale della collaborazione è quello di costruire XENON XENON1T, un rilevatore di xenon liquido sulla grande scala. Il Laboratorio del Gran Sasso è il più grande del mondo con un mix vincente di 800 ricercatori di 24 Paesi. Se, com'è vero, il super acceleratore Lhc del Cern di Ginevra è la punta di diamante della ricerca subnucleare mondiale, il laboratorio Infn di fisica astroparticellare di L'Aquila è uno scrigno di tesori che si apre alla società, all'impresa, all'università, al territorio. Con inevitabili ricadute tecnologiche e un sano "spin off" per la nascita in Abruzzo di imprese ad alta tecnologia in grado di dialogare, collaborare e lavorare con l'Infn anche per lo sviluppo di brevetti. Dunque, non solo grandi esperimenti di fisica subnucleare, come Icarus, sotto il Gran Sasso, ma anche una finestra aperta ai cittadini, con progetti europei e regionali di "e-learning", aggiornamento costante dei lavoratori, degli imprenditori, degli insegnanti e degli studenti di ogni ordine e grado. Non c'è solo l'esperimento neutrinico Borexino, per l'ascolto in diretta del cuore del Sole, ma anche la produzione di cristalli purissimi che, nella fantascienza, farebbero invidia agli sceneggiatori di Star Trek per il funzionamento del "motore di curvatura" nell'iperspazio. Al Gran Sasso, invece, servono a fare scienza, ossia a rivelare tracce di materia oscura e del decadimento naturale di particelle elementari in arrivo dallo spazio e dalle profondità della Terra (antineutrini). Tecnologie avanzatissime, meccanica di precisione, software d'avanguardia con computer potentissimi, diagnostica per immagini che attendono inevitabili applicazioni in campo medico per la diagnostica in tempo reale. Qui la ricerca di base e l'industria dialogano con i cittadini in maniera sistematica e duratura. L'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare è in prima linea nella fornitura di alta tecnologia alle imprese, soprattutto del nord Italia, ma in maniera significativa anche al sud. Anche per misurazioni della radioattività naturale nei siti di stoccaggio dei rifiuti, in tempo reale. E per l'importante la crescita del territorio, per l'impatto costruttivo sulla società, sulle aziende, grazie all'interazione con le imprese. Un circolo virtuoso già all'opera in Abruzzo. Non sono scienziati bizzarri alle prese con l'impossibile, quelli dell'Infn. Ma ricercatori che studiano la Natura in regime di silenzio cosmico. Come dichiarato dal fondatore dei Laboratori del Gran Sasso, il professor Antonino Zichichi. I dati parlano chiaro. Perché si creino aziende e l'impatto macroeconomico diventi significativo per la creazione di ricchezza, Pil, lavoro, poli di eccellenza e di enormi potenzialità, come accade negli Usa con la Princeton University e con le aziende affamate ed appassionate di formazione via internet, bisogna utilizzare le strutture del Laboratorio del Gran Sasso. Per formare lavoratori, studenti diplomati e laureati, e insegnanti: questo è già una solida realtà. L'Open Day del 30 maggio 2010, che coinvolge ogni anno tutti, anche le scuole materne ed elementari d'Abruzzo, ce lo ricorda. L'Abruzzo risponde davvero alla chiamata degli scienziati dell'Infn? L'ultima frontiera al Gran Sasso è la scoperta dell'origine della materia oscura nell'Universo in cui viviamo. La Politica faccia la sua parte accanto ai nostri ricercatori.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA Nicola Facciolini

 


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