"Yes We Filler: Riempi una crepa con una ruga”. Campagna Shock dei Centri Estetici

14 Settembre 2016   10:42  

Spunta direttamente dal web l’ultima iniziativa pro Terremoto del centro Italia, iniziativa che solo con una forzatura potremmo definire “singolare”.

Studi di medicina estetica invitano a fare dei trattamenti di filling cutaneo promettendo, in cambio, un versamento per ogni prestazione eseguita.

Spieghiamo innanzitutto in cosa consiste questo piccolo intervento.

I filler sono materiali che vengono iniettati nel derma o nel tessuto sottocutaneo allo scopo di riempire una depressione o di aumentare i volumi. Gli effetti sono transitori. Tra i più adoperati vi sono l'acido ialuronico, uno zucchero presente in tutte le specie animali che non richiede alcun test prima dell'inoculazione, e il collagene. Sono ambedue considerati filler transitori. Ci sono anche filler permanenti, ma in Italia non è possibile farne.

“Riempi una crepa con una ruga” recita lo slogan della campagna pubblicitaria. Una parte di quello che spenderai (citando sempre la pubblicità) sarà devoluto per “riempire una crepa” dovuta al terremoto dell’Italia centrale.

La legge, diceva Kant, non si identifica con la morale, difatti questa iniziativa non ha nulla di illegale. Ma la moralità è andata letteralmente a farsi un bagno. Innanzitutto proporre pratiche mediche non strettamente necessarie viola indubbiamente il codice deontologico dell’ordine dei medici, in seconda battuta suona come un “cavalcare l’onda” della tragedia.

Già alcune critiche sono state rivolte alle cosiddette “amatriciane di beneficienza” dove locali, insieme con la solidarietà, veicolavano anche il proprio nome, invitando clienti ad andare da loro (con chiaro intento pubblicitario), ma addirittura qui sfioriamo il ridicolo. Oltretutto sulla pubblicità c’è scritto (molto in piccolo) “la presente iniziativa è senza fine di lucro”.

Ognuno può intendere la beneficienza come preferisce, ma la spettacolarizzazione o, peggio, la strumentalizzazione di una tragedia sfociano nella mancanza assoluta del rispetto per coloro i quali vivono un dramma.

Oltretutto non viene fornita alcuna indicazione circa la destinazione dei fondi, lasciando tutto in quel regno dell’aleatorio, tipico di ogni iniziativa discutibile. C’è, in tal senso, da auspicare un intervento dell’ordine dei medici, volto a controllare e supervisionare quantomeno la veridicità di quanto affermato da questi studi medici.

Non sarebbe male anche un esame sull’opportunità o meno di sfruttare per della dubbia pubblicità un evento così terribile.

Massimiliano Laurenzi
Twitter: @max_laurenzi

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