il fotografo delle tradizioni

Giuseppe Iammarone,

03 Settembre 2007   12:37  
L’Abruzzo è una regione che conserva ancora inalterate molte delle sue tradizioni e dei suoi riti, patrimonio inestimabile della cultura e dell’identità di un popolo. Lo aveva capito Giuseppe Iammarrone, il fotografo abruzzese scomparso a marzo dello scorso anno, che ha raccontato con i suoi scatti una terra ricca di tradizioni, esplorando le ritualità abruzzesi dai serpari di Cocullo alle farchie di Fara Filiorum Petri, al "lupo" di Pretoro passando per le Verginelle di Rapino, la corsa degli zingari a Pacentro, il bue di San Zopito a Loreto Aprutino e le panicelle di Taranta Peligna, fino alla processione di Sant´Andrea a Pescara. Le fotografie inedite dell’artista sono oggi raccolte in un volume intitolato “Riti propiziatori in Abruzzo”, presentato al Caffè Letterario di Pescara il giorno dell’inaugurazione della mostra fotografica dedicata a Iammarone, al Museo delle genti d’Abruzzo, che resterà aperta fino al 10 settembre. Alla presentazione dell’opera, di grande valore artistico e culturale, hanno partecipato il presidente del Cram, Donato Di Matteo, che ha patrocinato la realizzazione del volume, la docente di antropologia culturale, Lia Giancristofaro, che ne ha curato i testi, Alberto Maria Cinese, uno dei massimi esperti di etnoantropologia d’Italia, Giovanni Di Iacovo, della casa editrice Textus e i figli di Giuseppe, Paolo e Silvia Iammarrone, che hanno ricordato le loro prime fotografie scattate a soli sei anni. Il volume, che raccoglie 110 scatti del noto fotografo, esplora alcuni aspetti poco conosciuti della nostra regione e approfondisce quel patrimonio di ritualità e antica religiosità che si trova alla radice delle feste e delle celebrazioni tradizionali abruzzesi. “Il Cram sostiene sempre iniziative culturali come questa pubblicazione che riscoprono o valorizzano le tradizioni del nostro Abruzzo - scrive Di Matteo nel suo intervento pubblicato sul volume - perchè, come Presidente del Cram so che i nostri corregionali emigrati sono appassionati di opere come questa. Anche in questo modo, infatti, la Regione Abruzzo vuole essere sempre più vicina ai suoi concittadini che, pur vivendo lontano, si sentono orgogliosi delle proprie radici e delle peculiarità della propria terra d´origine. Le fotografie di Iammarrone, anche lui "emigrato" in Abruzzo dalla Puglia, sono una testimonianza storica senza precedenti, che descrivono con passione e arte aspetti quasi sconosciuti ai più e che rendono questa opera unica, preziosa come poche nella storia dell´editoria abruzzese. I riti propiziatori rappresentano, infatti, una delle tradizioni autoctone dei propri paesi di origine che solo gli emigrati rivelano e portano fuori dei confini paesani, con orgoglio ma anche nostalgia, quando si trovano a raccontare o a descrivere le peculiarità della propria terra d´origine. Lo fanno perchè è un modo per esprimere la propria identità e per distinguersi in terra straniera o anche quando si trovano fra italiani emigrati da altre regioni dello Stivale”. (Nella foto la copertina del libro) Valentina Tenaglia

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