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09 Maggio 2007   11:43  
In Brasile gli italiani di Bahia sono senza dubbio una delle categorie di emigrati italiani più difficile da classificare in Brasile e nel mondo. Gli italiani di San Paolo, per esempio, sono ben inseriti nel tessuto economico-sociale della città (alcuni sono imprenditori di successo). Molti degli italiani di Rio de Janeiro hanno avuto un discreto successo negli affari. Inoltre a Rio la bellezza della città ha attratto molti italiani che, nostalgici di una vita ai tropici, hanno deciso di trasferirsi in Sudamerica nella "cidade maravilhosa" per godere in situazione di conforto del gruzzolo mezzo da parte. Rio è, con San Paolo, una città che offre di tutto in termini di benessere e infrastrutture del mondo europeo. In più, le spiagge di Copacabana e Ipanema sono indubbiamente luoghi che sono costantemente nei sogni degli italiani che lavorano in um clima plumbeo (tipo Milano) o anche assolato (come Napoli). E´ interessante notare il dominio italiano delle edicole, in particolar modo quello di origine calabrese a Copacabana. È vero, inoltre, che alcuni italiani di dubbia provenienza passano la vita in appartamenti di lusso che ricordano film del passato italiano. E´, però, sicuramente a Bahia e in particolare a Salvador che si incontrano gli italiani più singolari del Brasile, i più difficilmente identificabili. Influenzati dal mistero di questa città afro-brasiliana, gli italo-bahiani sembrano essere nascosti dallo stesso cono d´ombra che copre questa splendida città da decenni. Qui a Salvador tutto è misterioso e affascinante, nessuno è chi dice di essere e nessuno dice chi realmente è. Gli italiani sono anch´essi coperti da questo alone di mistero, tipico delle strade pavimentate del Pelourinho, dove nell´ombra della notte escono figure ambigue e bellissime mulatte come in um film del mistero. Ma chi sono e cosa fanno gli italiani qui a Salvador? Cominciamo dalla Casa d´Italia, posto obbligato per un italiano che viene a Bahia. Questo perchè qui si trova ospitato il vice-consolato onorario di Salvador de Bahia. Come la terza città del Brasile, con una grande comunità italiana, abbia solo un vice consolato onorario è uno dei misteri di Bahia (ma ce ne sono molti altri, come vedremo). Basti dire che la canicola di Salvador può seriamente lasciare disidratato lo sventurato italiano costretto a stare nella fila sotto il sole bollente in attesa che il vice-consolato apra. Nella stessa Casa d´Italia troviamo una scuola di lingua di un italiano, Stefano Barbicinti, che ha lasciato l´Italia nel 1977 ed è apparso a Bahia. Il rappresentante degli italiani a Salvador nel COMITES di Rio de Janeiro (questo perchè a Salvador non c´è un COMITES, nonostante la grande popolazione italiana) è un simpatico professionista di origine abruzzese, Antonio Iervese. Le istituzioni italiane a Bahia E le altre istituzioni italiane? I partiti politici, che stanno cercando di espandere la propria presenza all´estero per crescere la presenza parlamentare? Tentativi di creare una filiale dei DS a Salvador sono stati stroncati dal diktat del segretario político del Brasile Andréa Lanzi. Qui in Brasile sembra che la ventata di riformismo dei partiti di sinistra non abbia attraversato l´Atlantico e il concetto di democrazia interna non esiste. Peggio ancora fanno i partiti di destra italiana, che praticamente non esistono a Bahia. E le Acli, i patronati, le altre istituzioni? Con eccezione della UIL a Salvador non esistono, nè si prevede di crearli. In tempi di grande attenzione agli italiani all´estero, sembra una vera contraddizione che i partiti politici (sia di destra che di sinistra) abbiano dimenticato Bahia. Al tempo stesso però Bahia ha avuto un gesuita italiano, padre Clodoveo Piazza, come responsabile della Secretaria de Combate a Pobreza e as Desigualdades (per combattere la povertà) nel precedente governo dello Stato. Si tratta sicuramente di una eccezione alla regola di non occupare ruoli pubblici assunti da membri della Chiesa cattolica. Al tempo stesso la ong di Piazza - che svolge un lavoro altamente meritório nella zona povera della Lapinha - era il punto di riferimento passato per l´attività italiana a Bahia. Anche le regioni italiane svolgono un ruolo importante a Bahia. L´odierno Centro Estero per l´internazionalizzazione (ex-centro delle Camere di Commercio Piemontesi) della Regione Piemonte aveva un consulente esterno per l´America Latina, il dottor Cesare Tromellini, che organizzava le iniziative con il Brasile e quindi a Bahia. Incuriositi da ciò abbiamo cercato tracce dell´operato del Centro a Bahia, senza trovarle. A domande circa l´operato di Tromellini, che non lavora più al Centro Estero, lo stesso ha informato che è stato costituito da poco e non sa informare dell´operato dello stesso Tromellini. Il Centro estero ha comunicato che, in ogni caso, i fondi erano della Regione Piemonte e bisogna rivolgersi a questa per vedere come venivano spesi. Vero, come è vero che la gestione dei fondi era dato, in outsourcing, al Centro e più propriamente al signor Tromellini. Rimane difficile immaginare che un ente pubblico italiano, che dovrebbe avere tutto rendicontato in termini di spese, non sappia dire le iniziative organizzate da Tromellini in passato, in particolar modo a Bahia. Qui a Salvador l´Università Orientale di Napoli ha organizzato, con i fondi europei, uno scambio culturale Napoli-Bahia con la università Universidade Federal da Bahia. Già in Itália sono avvenuti in febbraio eventi simili ed ora si aspetta con ansia l´evento in terra bahiana. Giovanni Baratta (professore italiano esperto su Gramsci) e Naomar de Almeida, rettore dell´Ufba, sono i responsabili del progetto. Il nome del progetto è affascinante: "Transito atlântico". Vari sono i progetti transatlantici con base nella Penisola: è partito nel 2004 il progetto dell´Università dell´Insubria (Varese) che, finanziato dalla regione Lombardia (196.000 euro in quell´anno), avrebbe dovuto beneficiare la popolazione delle 5 comunità che vivono intorno al lago Sobradinho, il più grande lago artificiale del Brasile che dovrà alimentare una centrale idroelettrica di oltre 1000 MW. Un progetto a cui partecipano il Ministero dell´Ambiente e Risorse idriche dello Stato di Bahia, la Camera italo-Brasiliana di Commercio di San Paolo e le Università di Pavia e di Bahia. Il professor Giordano Urbini, docente di Ingegneria sanitaria ambientale, era il gestore del progetto, ancora in corso. Nel 2004 il brillante studente di Ingegneria ambientale Emanuele Marin svolge uno studio di master all´interno del programma del Sobradinho. Nella Commissione che accompagna gli studi del brillante studente ritroviamo il Professor Giordano Urbini, la professoressa Josanidia Santana Lima come coordinatrice, Padre Clodoveo Piazza, allora responsabile della Segreteria di azioni sociali di Bahia, Emanuel Silveira Mendonça della Segreteria dell´ambiente dello stato di Bahia, Certo, la realizzazione del progetto deve essersi oberata anche del costo per l´attività di questa Commissione, ma l´utilità di avere a disposizione personalità qualificate ed interessate al miglioramento della situazione della popolazione del Sobradinho è innegabile; si vorrebbe dire altrettanto per l´ultimo componente della Commissione, persona che ben poco ha a che vedere con l´area di Ingegneria ambientale, ma i misteri italiani di Bahia sono tanti e abbiamo appena cominciato a raccontarveli.

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