Avezzano 1915, L'Aquila 2009:le rivoluzioni urbanistiche post-sisma

L'esempio della nuova chiesa di San Pietro

13 Gennaio 2011   23:56  

Il terremoto che colpì Avezzano circa un secolo fa provoco' danni enormi, umani e materiali. La città fu letteralmente rasa al suolo, salvo per una sola casa (casa Palazzi), che rispettava i criteri di costruzione antisismici e che fu l'unica a restare in piedi, mentre i danni agli edifici furono così gravi da consentire il recupero solo di pochissime abitazioni.

Avezzano perse alcuni dei suoi monumenti più importanti: il Castello Orsini e la cattedrale di San Bartolomeo. Per assistere ed ospitare i terremotati furono realizzate delle strutture conosciute come "Casette Asismiche", visibili ed identificabili ancora oggi. Col passare degli anni esse sono state trasformate in case o rifugi ed insieme ai pochi ruderi del terremoto, rappresentano la memoria storica e tangibile dell’evento.

L'intero paese venne ricostruito in periferia e, così come avviene sempre nei territori colpiti da gravi calamità, tutto si decentra con la scusa della temporaneità ma poi i mutamenti restano definitivi. Le bellissime piazze quali Piazza Umberto I, Piazza Vittorio Emanuele III e Largo San Bartolomeo, esistenti nel pre-terremoto, non sono state più ricostruite. Solo Piazza Castello (Orsini) e la chiesa di San Giovanni, sono rimaste dove erano e rappresentano forse l'unica costante nei luoghi di ritrovo e di aggregazione precedente e post terremoto. Segue il video il plastico di Avezzano prima del sisma del 1915.

La gran parte della città di Avezzano secondo il piano di ricostruzione dell'ingegnere Bultrini, è risorta più a nord rispetto a quella preesistente, cambiando totalmente il suo asse urbano: solo poche strade addirittura sono rimaste le stesse – come via XX Settembre, via Vezzia, via Marcantonio Colonna e via Napoli. In queste strade poi si vede addirittutura il dislivello dovuto all'abbattimento e alla ricostruzione sopra le macerie di quelle zone.

Stesso discorso di dislocazione è stato valido anche per le chiese, sorte dopo il terremoto in zone diverse da quelle preesistenti. Il caso più eclatante è quello della chiesa di San Bartolomeo, le cui rovine si trovano in un luogo ben diverso da dove sorge ora l'omonima chiesa in piazza Risorgimento. Nuova piazza e nuova chiesa volte a soddisfare le nuove esigenze della popolazione.


Costruzione della nuova chiesa di S. Bartolomeo. I lavori per la costruzione iniziarono nel 1927, ma la cattedrale costruita dopo il terremoto, fu poi rifatta di nuovo dopo il '45 poichè venne colpita da una bomba.


Piazza Risorgimento anni '20-'30


Piazza Risorgimento anni '40 - Il Monumento ai caduti della Grande Guerra - inaugurato nel febbraio del 1927 e realizzato dallo scultore Luppi - è stato poi spostato all'angolo di Piazza Torlonia di fronte a Piazza del Municipio.


Piazza Risorgimento anni '50 - senza il  Monumento ai caduti.


Anche a L'Aquila sta succedendo lo stesso processo di decentramento diffuso di attività produttive, unità abitative, servizi, uffici ecc. Una ultima interessante notizia è saltata fuori durante il concerto di Natale organizzato dalla BCC di Roma. Durante la serata era presente Monsignor Giovanni D'Ercole, vescovo ausiliare dell'Aquila, che ha incassato un assegno relativo alla raccolta fondi effettuata per la nuova chiesa di San Pietro in via Duca degli Abruzzi.

Progetto del tutto sconosciuto ai presenti così come immaginiamo alla maggior parte degli aquilani a cui ne vogliamo dare notizia, che ancora una volta (***) vedono stravolgere l'antica e storica mappa della città, fonte di grande prestigio, dal sorgere di costruzioni che non si sa bene quanto siano temporanee e quanto permanenti e che, oltretutto, raddoppiano le spese, visto che già il recupero di una chiesa che ha subito molti danni come quella di San Pietro può costare molto per la sua ricostruzione.

Ci chiediamo, inoltre, quale sia l'esatta localizzazione della nuova chiesa e la reale esigenza di costruirla a ridosso di un centro storico spopolato e che, in quella zona, è per di più maggiormente martoriato e sarà, dunque, difficilmente riconquistabile anche parzialmente nel breve termine.

emanuela bruschi

 

(***) riferimento alla nuova chiesa di San Bernardino in piazza d'Armi.


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