Pensieri critici a Casematte: filosofia per resistere all'ovvio

28 Gennaio 2013   16:29  

Con l’intento di suscitare una riflessione il più ampia e plurale possibile, Casematte ha deciso di organizzare una serie di incontri, di natura pluridisciplinare (filosofica, sociologica, psicologica, antropologica, economica, letteraria, ecc.), in grado di mettere in circolo idee nuove e, perché no?, anche inconsuete, intorno a temi di interesse condiviso e diffuso.

La necessità di problematizzare ciò che viene spacciato per ovvio, di mettere in discussione il cosiddetto “senso comune” e i luoghi comuni più triti, è da sempre infatti un momento inseparabile dall’organizzazione di un’azione politica efficace ed incisiva.

Da sempre, il momento analitico, critico (dal greco krinein, separare, scegliere, giudicare…) svolge un ruolo non secondario nell’elaborazione e nell’immaginazione di strategie e condotte politiche alternative a quelle vigenti. Non è possibile infatti produrre il nuovo senza avere una chiara visione di ciò che siamo e che, per esempio, non vogliamo più essere; non è possibile creare l’incalcolabile e l’imprevedibile senza sapere cosa non vogliamo diventare e a che cosa dobbiamo resistere.

Mobilitando prospettive e saperi tra loro diversi, l’iniziativa prevede quindi una prima fase in cui verranno coinvolti giovani ricercatori, studiosi e appassionati interessati a rendere pubblici e a condividere i risultati del loro lavoro al di fuori dei contesti consueti (università, scuole, ecc.), nella convinzione che oggi ancor più di ieri la vera produzione di pensieri critici trovi una sua collocazione privilegiata in ambiti extra-istituzionali e politicamente attivi.

La seconda fase costituirà invece un tentativo di interfacciarsi anche con docenti e specialisti che dall’interno delle istituzioni manifestano comunque un interesse per il dialogo e lo scambio di opinioni con una realtà di movimento come Casematte.

Ogni incontro prevede un intervento di massimo quarantacinque/cinquanta minuti e uno spazio di dibattito almeno altrettanto lungo. Il tutto, naturalmente, coronato da un buon aperitivo finale!

“Poichè la razza votata all’arte o alla filosofia non è quella che si pretende pura, ma quella oppressa, bastarda, inferiore, anarchica, nomade, irrimediabilmente minore…” Deleuze & Guattari, 1991

I Ciclo

Mercoledì 6 Febbraio, ore 18

La “cosa” che dunque sono. Riflessioni sulla nozione di “coscienza” a partire da Raymond Ruyer, a cura di Daniele Poccia

L’attributo della coscienza è normalmente ritenuto essere esclusivamente umano o, nel migliore dei casi, animale. Il filosofo francese Raymond Ruyer (1902-1987), invece, ha fondato la sua riflessione su una riformulazione di questa cruciale nozione che la proietta in maniera inattesa non soltanto al di là dell’essere che noi stessi siamo ma anche oltre il mondo della vita biologica, verso ciò che è solitamente ritenuto “inanimato” ed “incosciente”. Perché se è vero che siamo degli esseri da parte a parte “naturali”, come la modernità scientifica ci ha insegnato, ci deve pur essere una parentela profonda tra noi e il resto del cosmo, una parentela per cui si possa dire che l’uomo e le “cose” sono fatti della stessa fondamentale stoffa.

Mercoledì 20 Febbraio, ore 18

L’Aquila istituzionalizzata a cura di Emanuele Sirolli

Mercoledì 6 Marzo, ore 18

Sessualità post-ideologica e rapporti in pillole a cura di Giacomo Ciocca

Mercoledì 20 Marzo, ore 18

Disagio della civiltà e nuovi sintomi: un legame tra pulsione di morte e il discorso del capitalista, a cura di Chiara Massari

Mercoledì 3 Aprile, ore 18

Chi ha paura della verità? Alcuni (necessari) chiarimenti sulla questione del relativismo, a cura di Alessio Santelli

Mercoledì 17 Aprile, ore 18

Comune e comunità. Lo spazio politico dell’alterità, a cura di Isabella Tomassi

 

 


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