Piscicelli- Gagliardi, parenti serpenti

L'italia gelatinosa

13 Febbraio 2010   10:45  

La vicenda Piscicelli-Gagliardi comincia ad assumere aspetti grotteschi. I due stanno giocando a scarica-barile. Ieri la lettera aperta agli aquilani, excusatio non-petita, da parte dell'imprenditore Francesco Maria De Vito Piscicelli, di De Vito:

"Scrivo perche' sono un padre, scrivo perche' sono un marito, scrivo perche' sono un uomo! Non posso nemmeno pensare che l'ipotesi di un mio coinvolgimento in questa vicenda possa avere offeso persone che, come me, hanno sofferto e soffrono per i loro cari, per i loro luoghi, per la loro storia. Anche se sono innocente mi scuso! Innocente - ribadisce l'imprenditore - perche', come ho gia' chiarito e intendo ripetere, non ho mai pronunciato quella terribile frase che ho solo dovuto ascoltare e che mi ha lasciato, come e' chiaro dal tono della telefonata, senza parole limitandomi appunto a rispondere a monosillabi".

Poi una surreale intervista su Repubblica in cui afferma tra le altre cose:  "Gesù, quello non sono io", "Per carità, sono io che parlo. Ma non sono io che dico quella frase. La dice la persona che è al telefono con me, mio cognato", "I carabinieri devono aver fatto confusione. Ci sarà il nastro no? Lo giuro. È mio cognato. Io ho detto solo "vabbuò", "vabbuò". Sa no, come si dice a Napoli quando si vuole tagliare corto. Guardi ero inorridito anche io quella mattina quando ho sentito quella frase. I-nor-ri-di-to". "Ho detto solo "Vabbuò". "Rido di imbarazzo. Si ride anche di imbarazzo, no? E poi che ne so io che è la Feratella'', ''Che lavoro fa mio cognato? Lo sa lei? Energie alternative, mi sembra". ''Per fortuna non lo vedo da mesi''.

Ma il cognato Perfrancesco Gagliardi non cin sta a fare il capro espiatorio e giura: a dire la frase della vergogna - ''Eh, certo, io stamattina ridevo alle tre e mezzo dentro al letto?''- è stato come da verbali dell'inchiesta e sbobinatura delle registrazioni, proprio De Vito Piscicelli''.

E inoltre afferma: '' Io con mio cognato non ho più rapporti, l’ho già querelato perché gli ho prestato centinaia di migliaia di euro e attendo ancora la restituzione. Con lui ho avuto il solo torto di presentargli una persona per aiutarlo nella sua attività. E comunque - sottolinea - in tutta questa storia io ho scelto la via maestra, che è quella di parlare solo con il magistrato''

E allora per Piscicelli le cose si potrebbero mettere davvero male. Don Vito, così è chiamato negli ambienti che frequenta, secondo i magistrati toscani è infatti un imprenditore in odore di mafia. Nonostante ciò ha costruito una caserma della Guardia di Finanza in Sardegna, ha disinquinato il Lido di Latina, ha costruito un'ala della scuola di Polizia di Nettuno, e soprattutto ha realizzato la piscina dei mondiali di nuoto del 2009 a Valco San Paolo, un appalto da 12 milioni di euro affidato in procedura d'urgenza in regime di commissariamento della Protezione civile.

Piscicelli era poi pronto ad approdare in Abruzzo con la sua impresa edile ''Opere pubbliche e ambiente spa'', sede legale via Margutta 3 Roma, in società nel Consorzio Stabile novus'', che secondo gli inquirenti puzza di mafia e camorra. A fare da garante del consorzio il suo amico Antonio Di Nardo, napoletano, che ha una società che certifica l'abilitazione tecnica delle imprese in gara di appalto, e lavora però al Provveditorato delle Opere Pubbliche, l'ente che sta assegnando gli appalti per la ricostruzione abruzzese.

Piscicelli era poi un intimo, secondo l'inchiesta, non solo di Angelo Balducci e Fabio De Santis, gli ex-vice di Bertolaso ora in carcere, ma anche con il consigliere della Corte dei Conti Antonello Colosimo, inquisito e che Gianni Letta, voleva segretario generale del Cnel, e del magistrato sempre della Corte dei conti Mario Sancetta, anche per lui l'accusa di corruzione, che addirittura distribuiva brochure della Consorzio Stabile novus.

G8 MADDALENA: DALL'ABRUZZO AD ANCE,RADIATE PESCICELLI E GAGLIARDI
 Confartigianato Abruzzo ha scritto al Presidente Ance, Paolo Buzzetti, chiedendo, a nome anche dei loro iscritti, di radiare dall'associazione, "per comportamento ignominioso", gli imprenditori Francesco Maria De Vito Piscicelli e Gianfranco Gagliardi.
   "Senza entrare nel merito della piu' ampia vicenda giudiziaria che li vede coinvolti - scrivono - vogliamo incentrare la nostra attenzione solo su un fatto inequivocabile e non smentibile: l'intercettazione telefonica nel corso della quale i due soggetti de quo si rallegravano tra loro del tremendo sisma e, forse, brindavano alla disgrazia, mentre noi cercavamo, tra le macerie, i cadaveri dei nostri morti, molti dei quali giovani e nel fiore degli anni, e cercavamo di lenire le ferite di oltre 1500 vittime". "Dunque un' intera comunita' umana e civile, prostrata fino all'inverosimile, ha costituito il banchetto nuziale di alcune imprese che hanno libato e lucrato su una tragedia che - conclude la nota - non ha avuto eguali nella nostra penisola negli ultimi 90 anni di storia".(AGI)

 


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