25 aprile festa di tutti gli italiani

di Nicola Facciolini

24 Aprile 2010   12:54  

Il 25 Aprile è la Festa Nazionale di tutti gli Italiani che amano la Libertà. I patrioti teramani della battaglia di Bosco Martese. I valori della Resistenza, dei Partigiani e dei Patrioti: i nostri eroi. Da Cefalonia alla corazzata "Roma", le stellette in prima linea per la difesa della Patria. Come in "Avatar", simbolo di lotta dei popoli nativi per la Libertà, oggi salvare il pianeta Terra è un "atto" di Resistenza, di Pace, di Libertà, di Giustizia, di Scienza e di Verità. Il 25 Aprile sia una Giornata di festa per tutti, di mobilitazione generale, in difesa dei valori della Costituzione sul cui giuramento è fondata la nostra Libertà. Una festa non per l'odio ma per la Pace. Si risveglino le coscienze dei giovani, colonne portanti della Patria, della Nazione e della Costituzione che dobbiamo preservare e difendere, oggi e sempre, da qualsiasi invasore.


Rendiamo onore ai Martiri della Resistenza e della Libertà. Festeggiamo il 65° anniversario del 25 Aprile 1945, Giornata della Liberazione degli Italiani dal regime fascista e dalle truppe naziste. Una data indelebile scolpita nei nostri cuori e nelle nostre menti, che deve essere vissuta e partecipata da tutti come una Festa Nazionale. Vanno ascoltati i continui richiami del Capo dello Stato al rispetto della memoria storica di tutti i Patrioti, della responsabilità istituzionale e del senso comune della Patria rinata sull'isola di Cefalonia ove perirono per mano dell'esercito tedesco (non delle SS), in nome della Civiltà e della difesa nazionale, migliaia di soldati (Patrioti in stellette) italiani all'indomani dell'Armistizio dell'8 settembre 1943; e sulla gloriosa corazzata "Roma". Nel tratto di mare della Sardegna compreso tra l'estremità settentrionale dell'Asinara e le Bocche di Bonifacio, al largo di Castelsardo, alle ore 15:59 del 9 settembre 1943, dopo soli 12 minuti dall'inizio dell'attacco, si compì il tragico destino della corazzata "Roma" affondata dagli aerei tedeschi mentre navigava scortata dal gruppo navale salpato da La Spezia. Morirono 1393 marinai, tra cui 2 ammiragli e 86 ufficiali d'equipaggio, i superstiti furono 620. La "Roma" fu attaccata da 15 bombardieri tedeschi, con un nuovo tipo di bombe-razzo "intelligenti" radiocomandate FX-1400 sganciate da grande altezza. Insieme alla corazzata ammiraglia, colarono a picco i due cacciatorpediniere "Da Noli" e "Vivaldi". La sua agonia fu documentata con una serie di foto scattate dall'incrociatore "Attilio Regolo".

L'affondamento della "Roma" non fu solo un deliberato atto di vendetta dei tedeschi per il presunto "tradimento italiano", ma la conseguenza di un piano per salvare lo Stato e la monarchia sabauda, elaborato dallo Stato Maggiore della Marina e rimasto segreto per anni. Furono i primi atti eroici della Resistenza attiva delle nostre Forze Armate. Che, benché non coordinati nel caos dell'Armistizio dell'8 settembre, contribuirono insieme ai nostri Partigiani sul territorio, a rendere immortale il messaggio della difesa del suolo patrio dall'invasore. Il 25 Aprile, festa nazionale degli Italiani, vuole essere il richiamo ai valori della Resistenza, attiva e silenziosa, ai valori della Patria, della Nazione e della Libertà che si incarnano nel percorso democratico deciso, voluto e difeso dagli Italiani nelle tre date storiche del 25 Aprile 1945, del 2 Giugno 1946 e del 18 Aprile 1948. Abbiamo sconfitto insieme i misfatti del nazismo e del fascismo in Italia e nel mondo, ristabilendo definitivamente la realtà-verità storica, a cominciare dall'influenza decisiva delle truppe angloamericane, dalla presenza attiva e costante della Chiesa Cattolica Romana (con i suoi sacerdoti martiri nel Teramano che ancora attendono giustizia e memoria!) che diede aiuto e rifugio ai nostri Patrioti Partigiani, ai perseguitati di tutte le fedi politiche, esercitando un ruolo umanitario essenziale per la pacificazione.

Non possiamo negare ed affossare la verità storica: la guerra fu vinta da coloro che sconfissero la brutalità dell'oppressione nazi-fascista ed affermarono con il sacrificio della propria vita la conseguente necessità e urgenza di combattere il male per la Liberazione; ma è altrettanto necessario ricordare che accanto alle vittime del nazifascismo ci furono molte vittime della violenza civile (molti sacerdoti cattolici vennero uccisi dai partigiani, anche in provincia di Teramo, con accuse infamanti di collaborazionismo), sulle quali c'è un colpevole silenzio, durato anche troppo, che finalmente deve portare alla comprensione del sacrificio di tutti. Soprattutto quando si tratta di vittime come quelle cadute tra il '45-'48, a guerra finita. Fatti sui quali la storiografia ufficiale ha preferito glissare con colpevole dimenticanza ed appoggio politico trasversale. Occorre riflettere sul ruolo e sulle motivazioni di alcuni partigiani comunisti che combatterono il nazifascismo non certo per instaurare la libertà in Italia ma un regime "internazionalista", grazie alla presenza tra le fila partigiane comuniste, inquadrate sul modello dell'Armata Rossa, della figura del commissario politico.

Chi ricorda i partigiani-patrioti cattolici? Il 25 Aprile è la data di nascita della democrazia della nuova Italia, che con la Repubblica e la Costituzione gettò le basi del proprio radicale cambiamento istituzionale e civile. Dal collasso dello Stato nel 1943 prese l'avvio un complesso movimento di opposizione al nazifascismo: i partigiani della Resistenza armata, i militari combattenti delle risorte Forze Armate, i militari internati della "resistenza senz'armi" e la popolazione civile. Questo vasto schieramento, con il determinante apporto degli alleati anglo-americani, riuscì ad abbattere gli oppressori, a cacciare gli occupanti dall'Italia, a ricostruire nel Dopoguerra la convivenza civile. Furono la Patria ed il Patriottismo ad animare gli Italiani che si batterono per il riscatto nazionale e la rinascita dell'Italia nella libertà e nella democrazia, preservate nel Patto Atlantico (la NATO) anche durante gli anni della "Guerra fredda" Usa-Urss nel timore di un olocausto termonucleare. Resta intatto nel nostro cuore il debito di riconoscenza verso tutti gli artefici della nostra salvezza. Il nostro memore pensiero va ai caduti ed alle vittime, combattenti e civili, della guerra di liberazione, ai Martiri ed agli eroi che pagarono con la vita la fedeltà alla causa e al giuramento militare.

Il 25 Aprile 1945 restituì agli Italiani la dignità e la capacità di decidere per il proprio futuro. L'anniversario che celebriamo non è una semplice festa di paese ma costituisce una tappa fondamentale della nostra storia ed un monito severo a preservare a qualsiasi costo i valori fondamentali dell'uomo, della persona e della società occidentale. Una data che per gli Abruzzesi tutti, assume un significato particolare insieme a quella dell'anniversario della battaglia di Bosco Martese del 25 Settembre 1943 (Teramo). Le iniziative previste dalle celebrazioni del 25 Aprile assumono un significato molto importante in quanto nel 2005 la Provincia di Teramo è stata insignita della Medaglia d'Oro al Valor Civile per la Resistenza e, nelle motivazioni ufficiali del riconoscimento, è espressamente citata la battaglia di Bosco Martese. La località di Bosco Martese è posta a 1.134 metri sul livello del mare e si trova in località Ceppo di Santa Maria, nel punto terminale della strada che unisce Teramo alla Valle Castellana.

Tantissimi furono i giovani che, sprezzanti del pericolo, offrirono la vita per liberare Teramo dalle truppe d'occupazione nazi-fasciste. Tanti furono gli uomini e le donne a cui le generazioni successive alla guerra di liberazione devono la loro attuale libertà e la possibilità di vivere in una nazione libera. L'Europa deve eterna riconoscenza alle truppe alleate, ai giovani soldati americani, inglesi, indiani, canadesi, russi e australiani, morti per una giusta causa, ma ancora non ricordati sul nostro territorio. Essi lottarono per la sconfitta militare e politica dei nazisti con l'eliminazione della macabra ideologia che ha portato al tentativo di sterminio totale di esseri umani ritenuti "non puri": oltre sei milioni di donne e uomini, giovani e vecchi, bambini uccisi anche nei campi di concentramento, colpevoli solo di essere Ebrei, e altrettanti milioni di non ebrei. Il comando delle operazioni militari partigiane di massa di Bosco Martese, venne affidato ad uno Stato Maggiore composto dal capitano Lorenzini, dal tenente Gelasio Adamoli, dal tenente colonnello Guido Taraschi, dal tenente Arnaldo Di Antonio, dal tenente di vascello Ciro Romualdi, dal tenente Francesco Di Marco. Il responsabile diviene Ettore Bianco, capitano dei carabinieri regi della Stazione di Teramo. Tra il 9 e il 14 Settembre 1943 furono disposte le tende dell'accampamento, vennero inquadrate le formazioni, si installarono le mitraglie Saint Etienne, i pezzi di artiglieria pesante...

Bosco Martese è sicuramente il simbolo della Resistenza Abruzzese ma anche e soprattutto la prima tappa gloriosa della Resistenza Italiana. Dopo Cefalonia, dopo la corazzata "Roma" e l'episodio di Porta San Paolo che furono "atti" di Resistenza attiva del Regio Esercito Italiano e della Regia Marina Italiana, il 25 Settembre del 1943 ad Ara Martese, successivamente denominato Bosco Martese, fu vinta la prima battaglia campale della Resistenza Italiana, grazie anche all'esercito italiano, ai Carabinieri di Teramo, nei confronti di una colonna motocorazzata dell'esercito tedesco che da Foggia cominciava a risalire il territorio per occuparlo. A Bosco Martese ci fu una grande unità d'intenti tra persone di fede politica diversa. Esso ebbe un carattere "nazionale" in quanto si unirono uomini e donne il cui unico intento era quello di combattere gli occupanti nazisti per riconquistare la libertà e difendere l'interesse nazionale dell'Italia. Una città intera, Teramo, che decide di passare alla lotta contro l'invasore tedesco diventando un laboratorio che contiene in embrione quelle caratteristiche che faranno forte e matura la Resistenza dell'Italia del nord.

Il 25 Aprile ricordiamo anche l'eccidio della Divisione Acqui: migliaia di soldati italiani uccisi a sangue freddo per essersi rifiutati, nonostante il caos dell'8 settembre 1943, di consegnare le armi alla Wehrmacht. Commemoriamo i nostri connazionali barbaramente trucidati a Cefalonia e sulla "Roma", per difendere con orgoglio l'onorabilità fino in fondo dei nostri militari che, ieri come oggi, hanno tenuto fede al Giuramento prestato, sacrificando la loro stessa vita per la Patria. Come hanno sempre fatto. E come fanno oggi, sempre nel solco dei valori resistenziali, sotto l'egida delle Nazioni Unite e della NATO, in missioni in tutto il mondo a difesa della civiltà, della libertà e della democrazia dei popoli oppressi. Valori tradotti nella cinematografia moderna in capolavori come "Avatar" di James Cameron, simbolo di lotta per la libertà dei popoli nativi.

"Avatar ha luogo in un mondo distante - ci ricorda il regista canadese - ma è veramente sul pianeta miracoloso che abbiamo qui con noi che è arrivato il momento di prendere una posizione e diventare guerrieri della Terra". Non solo su Pandora del sistema solare Alpha Centauri. Anche per Cameron è urgente una "chiamata alle armi" per salvare il pianeta Terra dall'autodistruzione. Oggi, infatti, prendere posizione in difesa della protezione dell'ambiente naturale, dalla Cina al Brasile, può fare la differenza tra la vita e la morte. Il film ha creato una risposta emotiva nei nativi di tutto il mondo, non soltanto tra gli ambientalisti. "E' interessante davvero che le persone vedano la loro realtà riflessa nel film - fa notare Cameron - e spero che Avatar contribuisca a smitizzare l'idea promossa dalle lobbies che sia necessario scegliere tra un'economia forte e l'ambiente. E' ridicolo. La natura sta raggiungendo i suoi limiti. E la nazione che diventerà leader nelle energie rinnovabili guiderà il mondo tra dieci o vent'anni e stando alle proiezioni quel paese sarà la Cina". Nei giorni scorsi l'Europa è stata messa in ginocchio da una nuvola minacciosa prodotta dall'eruzione di un lontano vulcano ghiacciato islandese. Nulla in confronto a quello che ci aspetta. Salvare il pianeta Terra, oggi è un "atto" di Resistenza, di Pace, di Libertà, di Giustizia, di Scienza e di Verità: è questo il messaggio della 40ma Giornata della Terra. Tuttavia, non ha più alcun senso, il 25 Aprile, strumentalizzare i sacrosanti valori e principi costituzionali della Resistenza (magari, e in abominio, svendendo il prezioso sangue dei nostri Patrioti, sacerdoti cattolici compresi, che hanno donato la vita per la nostra Libertà) sull'altare di interessi politici particolari, di segreteria, di bottega, di potere, di arrivismo, trasformando la Festa della Liberazione di tutti gli Italiani in un "pozzo avvelenato" della vita democratica.

 

Non è assolutamente giusto e, per questo, invitiamo tutte le Istituzioni a vigilare attentamente. La mobilitazione della piazza va indirizzata alla risoluzione della grave crisi economica che attanaglia il mondo, e non solo l'Italia; alla lotta contro ogni forma di terrorismo e di guerra come mezzo per la risoluzione delle crisi e delle controversie territoriali e internazionali; alla conquista della pace con i mezzi e i valori della Persona, della Solidarietà, della Sussidiarietà e della Reciprocità internazionali. Molti Paesi non democratici e molte ideologie alimentati dal terrorismo integralista organizzato, certamente non amano la Democrazia e la Pace che oggi noi Italiani custodiamo in quello scrigno prezioso che è la nostra Carta costituzionale.

 

Di fronte alle grandi emergenze ambientali (vedi catastrofi sismiche e vulcaniche mondiali) dimostriamo al mondo intero di che cosa siamo capaci. Il fronte antigovernativo e le relative lobbies, tuttavia, allontanano "la meglio gioventù" dalla Politica e dalle Istituzioni democratiche: come ispirarsi a quei valori sacrosanti della Resistenza e della Costituzione repubblicana, dimenticando l'esempio dei più saggi? Il rischio è proprio quello di una totale "abdicazione" dalla realtà e dalla verità storica e, soprattutto, dal futuro del Paese reale. In ultima analisi, proprio da quei valori e principi costituzionali del 25 Aprile, che sono intimamente antifascisti, su cui si fonda l'unità nazionale e, quindi, le Istituzioni democraticamente elette. Palmiro Togliatti nel dicembre 1945 ebbe a dichiarare:"Ricorderemo in eterno i soldati e gli ufficiali inglesi, degli Stati Uniti, della Francia, dell'Africa del Sud, dell'Australia, del Brasile, i quali hanno lasciato la loro vita o versato il sangue loro per la liberazione del suolo della nostra patria". Parole che ancora in molti sul territorio italiano non sono in grado di pronunciare; che ancora attendono, dopo 65 anni, la giusta considerazione, il dovuto ricordo, l'imperitura memoria, accanto ai nomi dei nostri Patrioti che hanno versato il sangue nella lotta all'invasore nazista. Il 25 Aprile sia, dunque, una Giornata di festa per tutti, di mobilitazione generale, in difesa dei valori della Costituzione sul cui giuramento è fondata la nostra Libertà. Una festa non per l'odio ma per la pace. L'obiettivo sia chiaro. Si risveglino le coscienze dei giovani ai valori della Resistenza, della Pace, della Libertà, della Giustizia, colonne portanti della Patria, della Nazione e della Costituzione che dobbiamo preservare e difendere, oggi e sempre, da qualsiasi invasore. Viva il 25 Aprile! Viva la Libertà! Viva l'Italia!

 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA Nicola Facciolini

 


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