29 agosto 2005, 6 aprile 2009, e un augurio.

28 Dicembre 2010   17:48  

Il 6 aprile 2009 e' la data che tutti gli aquilani non potranno mai dimenticare. Il 29 agosto 2005 magari qualcuno lo ricorda, ma la maggior parte probabilmente no.

E' la data in cui un'altra catastrofe naturale si e' abbattuta su una citta' occidentale e moderna, lontana da L'Aquila, ma che con L'Aquila ha in comune una sorte infausta. Il 29 agosto 2005 l'uragano Katrina si abbatteva con ferocia su New Orleans: oltre 1400 morti, in una citta' che allora contava piu' di 400.000 abitanti, e danni a cose per oltre 80 miliardi di dollari del 2005 (equivalenti a piu' di 90 miliardi nel 2010).

L'80 per cento della citta' fini' sott'acqua, alcune zone sotto 4 metri e mezzo di acqua. L'intervento dei soccorritori e del governo americano fu tardivo, scatenando saccheggi e violenze e rendendo ancora piu' complessa la gestione dell'emergenza. A L'Aquila, diversamente, l'intervento e' stato alquanto tempestivo, tamponando l'emergenza con efficacia e certamente meglio di quanto accaduto a New Orleans. E almeno un'altra differenza va tracciata, questa a sfavore dell'Aquila.

A New Orleans i quartieri storici, costruiti al di sopra del livello delle acque, sono usciti quasi indenni dalla furia dell'uragano. A L'Aquila, per contro, il centro storico e' stato devastato. E a New Orleans e' stata proprio la citta' storica, con il quartiere francese e il garden district, a fungere da motore della rinascita morale, culturale e materiale della citta'.

A L'Aquila, dove il centro storico e' stato ferito nel profondo, questo non potra' accadere altrettanto naturalmente. Ma tante parti della citta' sono scampate alla furia del terremoto e a loro tocchera' quindi guidare la rinascita, dalla periferia al centro e alle altre periferie.

Ma altre similitudini legano L'Aquila a New Orleans: la lunga tradizione tradizione musicale e culturale, il ruolo dell'universita' e dei suoi studenti (due importanti universita' insediate in citta' furono gravemente danneggiate dall'uragano), il turismo. Ma come si presenta oggi New Orleans ai turisti, agli studenti, ai musicisti e ai congressisti? Si presenta senza ferite visibili di quello che accadde 5 anni e mezzo fa.

E' certo che ancora molto e' da fare, soprattutto in zone meno benestanti della citta' ma e' anche vero che molto e' stato fatto. E se il primo intervento nel disastro di New Orleans non puo' essere d'esempio, il recupero di medio termine che ad esso e' seguito e' certamente qualcosa a cui L'Aquila e l'Italia possono e devono ispirarsi.

La citta' e' tornata ad ospitare grandi convention, eventi turistici e sportivi. Il Mardi Gras e il Jazz&Heritage Festival non sono stati mai interrotti o spostati. I New Orleans Saints hanno vinto nel 2009 il loro primo Super Bowl. Ed e' questo l'augurio che al volgere del nuovo anno intendo fare alla mia citta'.

Che trovi la stessa forza di ritornare presto a splendere, con i suoi cittadini, il suo sport, gli studenti e tutti coloro che a L'Aquila hanno trovato qualcosa. E sarebbe un sogno se nel 2014, a 5 anni e mezzo dal quel 6 aprile, come oggi a New Orleans, le ferite saranno guarite per lo piu' e lo sguardo potra' volgere nuovamente alle bellezze della citta' e non piu' alle sue macerie.

Pierluigi Bologna
aquilano - economista al Fondo Monetario Internazionale a Washington D.C.


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