A Pechino i Giochi invernali del 2022. "Calpestati Diritti Umani e Tibet dal Cio!"

01 Agosto 2015   07:14  

Pechino batte Almaty e fa doppietta. La capitale cinese è stata scelta come sede delle Olimpiadi invernali del 2022 e, dopo il successo organizzativo del 2008, entrerà nella storia come la prima ad ospitare Giochi estivi e invernali. I membri del Comitato olimpico internazionale, riuniti oggi a Kuala Lumpur, hanno dovuto votare due volte a causa di un malfunzionamento del sistema elettronico. Sulle schede cartacee della seconda votazione Pechino ha prevalso sulla kazaka Almaty per 44 voti a 40.

Mezz'ora dopo l'annuncio, il presidente cinese Xi Jinping ha preso carta e penna per scrivere al presidente del Cio, Thomas Bach, ringraziarlo della fiducia e assicurare che 1,3 miliardi di cinesi speravano di poter "presentare una fantastica, straordinaria ed eccellente Olimpiade invernale". Completamente opposto il punto di vista delle organizzazioni umanitarie sulla scelta del Comitato olimpico internazionale, a cominciare dall'International Tibet Network per il quale "il messaggio che arriva forte e chiaro a Pechino è che i diritti umani e il Tibet non contano". "L'onore di una seconda Olimpiade -fanno notare gli attivisti pro Tibet- è un regalo di propaganda alla Cina".

Per il presidente del Cio, Thomas Bach, si tratta invece di "una scelta sicura vista la grande esperienza della Cina nell'organizzazione di eventi sportivi" e allo stesso tempo di "una decisione storica". Il precedente delle Olimpiadi estive del 2008 ha quindi giocato un ruolo decisivo: "Sappiamo che la Cina manterrà le sue promesse", ha evidenziato il tedesco.

Nelle intenzioni di Pechino, i Giochi invernali serviranno anche per accelerare lo sviluppo e aumentare l'interesse per gli sport invernali nella regione a nord della Cina in cui vivono più di 300 milioni di persone. Per ridurre i costi la capitale sfrutterà alcuni impianti esistenti, a cominciare dall'avveniristico 'Nido d'Uccello' che già ospitò la cerimonia d'apertura dei Giochi del 2008. Molte gare si svolgeranno però lontano da Pechino, come lo sci alpino e il fondo dislocati rispettivamente a Yanqing e Zhangjiakou.

Le distanze dalla capitale raggiungono i 200 chilometri, ma il governo ha già messo in cantiere una linea ferroviaria ad alta velocità che dovrebbe collegare Pechino alle altre sedi di gara in meno di un'ora. La neve scarseggia in molte 'venue', quindi sarà necessario ricorrere alla neve artificiale.

Su questo aspetto aveva puntato il premier kazako Karim Massimov nel suo discorso a Kuala Lumpur: "Tutto ciò che avete visto oggi è reale: dalle nostre bellissime montagne alla neve vera fino all'atmosfera invernale". Non è bastato però ad Almaty per avere la meglio su Pechino. Per l'Asia, dopo i successi delle candidature di Pyeongchang per il 2018 e Tokio per il 2020, la terza Olimpiade di fila è comunque un successo.

"L'Asia ha vinto ancora e avrebbe vinto anche se i Giochi fossero stati assegnati al Kazakhistan: forse questa è l'ultima volta di un voto con una short list, poiché l'Agenda 2020 del Cio è portata a recuperare candidature che in epoche passate non avevano un po' la forza, un po' il coraggio, e forse anche la voglia, di candidarsi, in modo particolare per i Giochi invernali", è la riflessione del presidente del Coni, Giovanni Malagò, presente alla votazione insieme ai tre membri Cio Mario Pescante, Franco Carraro e Ottavio Cinquanta.

A Kuala Lumpur c'era anche una delegazione del Comitato promotore di Roma 2024 guidata dalla general manager Claudia Bugno. "E' stato comunque molto interessante vedere tutte le dinamiche delle squadre in campo, le forze e il sistema di comunicazione dei filmati, i testimonial, chi ha rappresentato la candidatura a tutti i livelli, dal primo ministro agli ex atleti", ha detto ancora Malagò.


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