A Pescara ferme Irpef e Tarsu mentre si sperimenta l'Imu

11 Maggio 2012   10:58  

“Per il 2012 il Comune di Pescara non aumenterà l’addizionale Irpef, ferma allo 0,49 per cento con esenzione fino ai redditi di 15mila 50 euro l’anno, non aumenterà la Tarsu, conservando la tariffa di 1,66 euro, inferiore alla media nazionale, mentre, come imposto dallo Stato, dovremo adottare, in via sperimentale l’Imu, l’Imposta Municipale propria, salvaguardando in ogni modo le fasce più deboli. L’aliquota ordinaria sull’abitazione principale sarà pari al 4 per mille, prevedendo però una serie di agevolazioni che consentiranno a Pescara di avere comunque l’imposta più bassa d’Italia, aliquota che verrà applicata anche agli anziani che sono proprietari di un’abitazione, ma vivono in una casa di riposo, ultima novità che ha introdotto la nostra maggioranza di governo di centro-destra”. Lo ha detto l’assessore alle Entrate Massimo Filippello nel corso della conferenza stampa convocata stamane per fornire le decisioni ufficiali della coalizione di Governo in merito all’entità della manovra finanziaria legata all’Imu, “dalla quale dovremmo ottenere un gettito pari a circa 6milioni di euro 800 mila euro solo sulle abitazioni principali”. Presente anche il Dirigente Marco Scorrano.

“Intanto – ha detto l’assessore Filippello – cominciamo con il dire che la volontà della maggioranza di governo è stata quella di non aumentare alcuna delle imposte vigenti di competenza comunale e piuttosto di ridurre quanto più possibile il prelievo fiscale. Per tale ragione non verrà aumentata l’addizionale Irpef comunale, fissa allo 0,49 per cento con fasce di esenzione sino a un reddito di 15mila 50 euro; non aumenteremo la Tarsu, e manterremo una tariffa sempre più bassa della media nazionale, ossia 1,66 euro a metro quadrato a Pescara a fronte di 1,85 dato nazionale. Purtroppo il Governo Monti ha previsto in via sperimentale l’introduzione dell’Imu al 2012, ovvero l’Imposta Municipale propria che noi chiamiamo ‘imposizione’ perché ci è stata imposta. Tuttavia cercheremo di salvaguardare a ogni costo le fasce più deboli della popolazione. L’aliquota ordinaria sull’abitazione principale sarà pari al 4 per mille, comprese le pertinenze, una per ogni unità abitativa, di categoria C1, C6 e C7. Su tale imposta abbiamo però previsto un’agevolazione, unica in Italia, del 3 per mille per i nuclei familiari composti da almeno due persone che abbiano contratto o contrarranno un mutuo ipotecario per l’acquisto dell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale, censita esclusivamente in una delle categorie catastali da A/2 ad A/5, e relative pertinenze, ovvero tutti gli immobili ad esclusione delle ville; i componenti di tali nuclei familiari non devono possedere sul territorio nazionale altre unità immobiliari oltre all’abitazione principale e devono avere, un reddito lordo non superiore a 30mila euro; tale agevolazione permane anche in caso di decesso di uno dei due coniugi, avvenuto successivamente alla stipula del contratto di mutuo, fermo restando il possesso dei requisiti precedenti. Ovviamente per abitazione principale la legge intende qualunque immobile in cui i componenti il nucleo familiare abbiano la residenza anagrafica e la dimora abituale, ovvero residenza e domicilio. Inoltre ricordiamo che per legge è prevista anche la detrazione di 200 euro e di ulteriori 50 euro per ogni figlio, fino a 26 anni di età, che abbia la residenza nella dimora abituale, fino a un massimo di 8 figli, a tutela delle famiglie numerose. A tale aliquota sono stati assimilate anche le abitazioni che appartengono ad anziani che però sono anagraficamente residenti presso le Case di riposo: nei loro confronti lo Stato ha lasciato ai Comuni la discrezionalità della decisione, fermo restando però che in ogni caso il Comune dovrà versare allo Stato stesso il 3,8 per mille dell’aliquota. A fronte di tale situazione il Comune di Pescara ha comunque deciso di applicare verso tali anziani l’aliquota del 4 per mille con la detrazione di 200 euro: di quel 4 per mille il 3,8 per mille lo verseremo allo Stato, quindi è il Comune che in sostanza rinuncerà al proprio introito. La seconda novità è che – ha proseguito l’assessore Filippello – con l’Imu non è più possibile usufruire dell’aliquota ordinaria per il coniuge che stabilisce la propria residenza in una casa diversa, ovvero l’abitazione principale per l’intero nucleo familiare è unica. Poi per gli altri immobili proponiamo l’aliquota ordinaria dello 10,6 per mille ma con aliquote agevolate del 7,6 per mille, ad esempio, per gli immobili locati con contratto a canone concordato, valido per tutti gli immobili strumentali utilizzati da artigiani e commercianti. E ancora: per i fabbricati inagibili l’Imu viene ridotta del 50 per cento, ma il contribuente deve farsi dichiarare l’inagibilità del fabbricato dal Comune. Poi le case Ater: a oggi l’aliquota che l’Azienda deve pagare per gli alloggi di edilizia popolare è pari al 7,6 per mille, ora stiamo aspettando una nuova circolare per verificare la possibilità di prevedere riduzioni. Complessivamente l’Imu dovrebbe produrre un incasso per il Comune di Pescara pari a 36milioni di euro, di cui 6milioni 800mila euro derivanti dalla prima abitazione, somma che ci aiuterà a coprire i minori trasferimenti dallo Stato, ma non i presunti ‘buchi’ di bilancio denunciati dal Pd, visto che non abbiamo ‘buchi’”. Per quanto riguarda le modalità di pagamento, “consideriamo – ha spiegato il dirigente Scorrano – che per il primo acconto si pagheranno le aliquote di legge, ossia il 4 per mille e il 7,6 per mille. Per pagare si deve prendere la rendita catastale dell’immobile, prima casa o meno, rendita già riportata nei contratti di compravendita o al Catasto, la rendita va rivalutata e moltiplicata per 1,05 e poi per la categoria catastale e si ottiene la Base imponibile. Prendiamo ad esempio una base imponibile pari a 117mila 600 euro: se non si tratta di un’abitazione principale, quella somma va moltiplicata per l’aliquota del 7,6 e il contribuente dovrà pagare 893,76 euro, di cui metà andrà pagata al Comune, metà allo Stato. Ponendo invece che la base imponibile di 117mila 600 euro riguarda l’abitazione principale, la stessa andrà moltiplicata per il 4 per mille, con il risultato di 470,40 euro, al quale andrà applicata la riduzione di 200 euro, quindi la famiglia pagherà 270,40 euro; se ci sono, ad esempio, 2 figli, si applicherà l’ulteriore riduzione di 100 euro, quindi la famiglia verserà solo 170,40 euro. Poi l’Imu si pagherà con il modello F24, e per le abitazioni principali le scadenze saranno il 18 giugno se si paga in un’unica soluzione, il 18 giugno e il 17 dicembre se si paga in due rate; 18 giugno, 17 settembre e 17 dicembre se si paga in tre rate. Per le altre abitazioni si potrà pagare in un’unica soluzione il 18 giugno; o in due rate, il 18 giugno e il 17 dicembre. I modelli F24 si possono reperire negli istituti bancari, presso gli uffici postali o si possono scaricare dal sito dell’Agenzia delle Entrate, all’indirizzo www.agenziaentrate.it; i versamenti si possono eseguire presso gli Istituti bancari, presso gli Uffici postali o telematicamente con l’home-banking. Infine dal primo giugno inseriremo sul sito del Comune una procedura per il calcolo assistito dell’imposta e la compilazione dei modelli F24”.


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