A Pescara governatore Visco ricorda Federico Caffè

29 Gennaio 2015   09:59  

Federico Caffe' nasce a Pescara il 6 gennaio 1914. Un'occasione per ricordare la figura dell'economista ma, soprattutto, dello straordinario pedagogo che ha saputo formare e far crescere, secondo la regola del "dubbio sistematico", studenti universitari assurti ai vertici di enti ed istituzioni, gangli del nostro sistema economico, italiano ed europeo. Uno fra questi e' il governatore della banca d'Italia, Ignazio Visco.

Il presidente della Giunta regionale, Luciano D'Alfonso, in ossequio al vincolo di regionalita' che lo lega al professor Caffe', ma, soprattutto, nell'intento di consegnare alle nuove generazioni il ricordo di un Maestro "ricco di conoscenze e di profondissima umanita'", ha organizzato un convegno per la giornata di domani (ore 17.30 Cinema Teatro Circus di Pescara), dal titolo: "La lezione continua....Federico Caffe': economista e maestro per le nuove generazioni".

Ospite d'onore il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, con la partecipazione di Giovanni Legnini, vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Giacinto della Canea, componente del Consiglio di presidenza della Corte dei Conti, Marcello De Cecco, docente alla Luiss, Nicola Mattoscio, presidente della Fondazione Pescarabruzzo. Portera' i suoi saluti il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini. Coordinera' l'incontro il direttore del quotidiano Il Centro, Mauro Tedeschini. Le conclusioni sono affidate a Luciano D'Alfonso.

Il presidente, che gia' nel passato e' stato autore di iniziative in memoria di Caffe', come la intitolazione di una strada, ha evidenziato che "scopo di quest'azione di recupero di uno dei nostri migliori intellettuali non e' di dibattere sulle tesi economiche piu' in voga, le cui formule incidono sulle nostre vite piu' di quanto ciascuno di noi possa allontanarsene per la difficolta' a comprenderle, ma carpire i segreti sempre attuali di insegnamento del professor Caffe', di apprendere il suo metodo che consentiva di stratificare negli allievi uno spirito autonomo e critico di pensiero.

Riteneva, necessario, infatti, che essi fossero forniti di strumenti critici, oltre che dottrinari per la rigorosa analisi della realta'. In questo senso - ha concluso il D'Alfonso - egli ci ha reso piu' familiari, piu' comprensibili, taluni fenomeni".


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