A Pescara non si tagliano i servizi al sociale

25 Settembre 2011   09:21  

“L’amministrazione comunale di Pescara non taglierà servizi nel settore sociale, né nell’annualità in corso né tantomeno nel 2012: per far fronte a una paventata riduzione dei trasferimenti dalla Regione, sarà sufficiente, come già oggi stiamo facendo, una razionalizzazione e ottimizzazione degli stessi servizi, una politica che passa anche da un rafforzamento dei controlli sull’effettiva necessità delle prestazioni erogate e richieste, fatte salve alcune fasce protette come i minori e gli anziani. Tale politica in realtà è già partita da mesi, senza far registrare polemiche né proteste, proprio perché mirata a eliminare gli eventuali sperperi, una politica prudenziale dunque avviata proprio perché da tempo stavamo monitorando le decisioni e i provvedimenti della Regione in merito al Piano sanitario, ai Piani di Zona e ai Piani locali, dunque non abbiamo ricevuto sorprese”. Lo ha detto l’assessore alle Politiche sociali Guido Cerolini intervenendo nella querelle aperta dal centro-sinistra sull’allarme tagli al sociale che si ravviserebbero nella delibera degli equilibri di bilancio da approvare entro il 30 settembre.

“Nessuna doccia fredda e nessun allarme per i sindacati ai quali vale la pena ricordare che già nel 2011 l’amministrazione comunale ha investito ben 10milioni di euro sul sociale, una cifra mai erogata prima d’ora dalle precedenti amministrazioni, e lo ha fatto proprio aumentando la propria quota di impegno per assicurare ogni genere di assistenza e servizio – ha proseguito l’assessore Cerolini -. Nei giorni scorsi abbiamo assistito a un balletto di cifre tra sindacati e forze politiche di centro-sinistra per una riduzione dei trasferimenti dalla Regione Abruzzo pari a 600mila euro, taglio che andrebbe a interessare proprio il sociale, provocando, a cascata, un taglio dei servizi erogati dal Comune. Così non è: nel Piano Sanitario regionale 2007-2009 la Regione aveva previsto contribuzioni per la realizzazione dei Piani di Zona pari a 1milione 791mila euro l’anno per tre anni, oltre alle somme destinate al Fondo Minori, che a livello regionale ammontavano a 3milioni 445mila euro l’anno. Tali Piani sono stati prorogati dalla Regione stessa sino al 30 giugno 2011, e noi pensavamo che tale proroga fosse stata concessa alle stesse condizioni economiche. Ora, solitamente, il valore effettivo del fondo viene ufficializzato agli Enti sempre nell’anno successivo a quello in corso e, di conseguenza, a fronte della proroga, il Comune aveva inserito nel bilancio 2011 una previsione pari a 1milione 791mila euro per il Piano di Zona e 560mila euro per il fondo minori 2010 e 2011. Nei mesi scorsi, tuttavia – ha proseguito l’assessore Cerolini – i nostri uffici si sono posti in allarme per un gap di comunicazione da parte della Regione Abruzzo in merito all’erogazione dei contributi del 2010. La prima comunicazione ufficiale pervenuta ha interessato il Fondo Minori: ossia la Regione ci ha comunicato che per il 2011-2013 il Fondo Minori va estrapolato dal 20 per cento del Fondo sociale Regionale, dunque le due voci non sono più dissociate, ma sono state unificate e a oggi non conosciamo ancora la cifra del Fondo complessivo. A questo punto, in via prudenziale, nella delibera degli equilibri di bilancio, abbiamo previsto un taglio pari a 316mila euro nel fondo dei Piani di Zona, 258mila 896 euro in meno per il Fondo minori rispetto al preventivato e 24mila 916 euro per il Fondo per il Piano Locale, per il quale la Regione aveva invece garantito una premialità per gli Enti che, come Pescara, cofinanziavano il Piano stesso. Sommando le tre cifre, arriviamo effettivamente a una riduzione prudenziale delle spese per circa 600mila euro, che però non corrisponderanno a un taglio dei servizi proprio perché i nostri uffici hanno avuto il tempo per prepararsi, studiare la problematica e redistribuire le risorse disponibili. E’ evidente l’obbligo di tutelare le fasce più fragili, come i minori e gli anziani, e quindi siamo partiti già da mesi con la razionalizzazione e il controllo capillare dei servizi erogati, a cominciare dall’assistenza domiciliare. Gli uffici, applicando il nuovo Regolamento, hanno effettuato una nuova verifica dei requisiti a carico di coloro che usufruivano del servizio, scesi automaticamente da 650 a 450 utenti, proprio perché alcuni avevano perso gli stessi requisiti che davano diritto alla prestazione e oggi siamo certi di garantire tale assistenza esclusivamente a coloro che ne hanno effettivamente bisogno. E poi la nostra amministrazione ha saputo stringere degli importanti rapporti di collaborazione con altri Enti, come la Fondazione Caritas che oggi co-finanzia progetti specifici destinati, ad esempio, all’assistenza dei minori. E’ evidente che il meccanismo sta funzionando, senza sollevare alcun allarme sociale, fermo restando che oggi l’amministrazione comunale copre autonomamente per l’80 per cento la spesa sociale mentre la Regione copre solo il 20 per cento, invertendo quasi quel rapporto che c’era stato sino a qualche anno fa”.


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