''Abbattere le casette fai da te sarebbe un secondo terremoto''

Intervista a De Bernardinis, ''Il cratere che resiste''

03 Agosto 2011   10:00  

 Al nostro microfono Lucio De Bernardinis, presidente dell'Associazione Il cratere che resiste, torna a chiedere la regolarizzazione e la sanatoria per tutte quelle casette costruite in emergenza dopo il sisma e che hanno rispettato le regole sancite dall'ordinanza comunale.

Analizzando caso per caso, o meglio casa per casa, tutti gli altri interventi non regolamentari.

In teoria queste casette sarebbero provvisorie, e andrebbero abbattute a partire dal 6 aprile 2012.

'''Bisogna però ricordare – osserva De Bernardinis - che i cittadini hanno realizzato quei manufatti mettendo soldi di tasca propria e senza gravare sulle casse dello Stato, evitando di scegliere soluzioni alloggiateve più costose come il progetto C.a.s.e., i Moduli abitativi provvisori o gli affitti concordati. Non è possibile che chi ha avuto la propria casa distrutta e poi ne ha realizzata un'altra, impegnandosi finanziariamente e presentando tutte le autorizzazioni, ora debba ritrovarsi anche beffato dalla minaccia di un abbattimento, e vivere nell'incubo dell'arrivo delle ruspe, in una condizione di costante logorante precarietà post-sismica".

Lo stravolgimento urbanistico forse inevitabile del post-terremoto, inoltre, a ben pensarci, è stato determinato anche e soprattutto dal Progetto Case e dai villaggi Map, Musp, locali, ristoranti e negozi, sedi decentrate, centri polivalenti ( alcuni dei quali poli inutili), auditorium, mense dei poveri, residence per studenti, chiese prefabbricate e santuari in cartongesso, per mercati outlet e cosi via. Tutti questi manufatti saranno definitivi e nessuno si sognerà di rimuovere, come del resto nessuno ne ha governato la realizzazione e li ha collocatati in un disegno urbanistico, figuriamoci, di lungo periodo.

Le casette fai da te, spiega De Bernardinis, costruite nel rispetto dell'ordinanza, vanno perciò a maggior ragione considerate alla stessa stregua di un'intervenuto di emergenza pagato dalle tasche dei cittadini terremotati a cui, i casi non sono pochi, il Governo non ha dato una C.A.S.A in quanto single, o terremotato invisibile, di anagrafe incerta, e magari gli ah pure requisito il terreno ( agricolo) per edificare.

Molte casette fai da te se le sono poi costruite i terremotati che sono stati costretti a rinunciare al progetto CASE, per avere diritto all'assegno di autonoma sistemazione necessario per sopravvivere. Migliaia di persone, ebbene si, dopo il sisma hanno perso il lavoro, o hanno visto ridursi il loro già magrissimo redditto. Parliamo dei cittadini italiani e aquilani classificati E, ( con danni generazionali e strutturali) cioè i giovani precari sfruttati e sottopagati. Ebbene. Costoro hanno vissuto per mesi ospiti da amici e parenti, spesso di sottecchi nella casa inagibile, in camper. Poi si sono costruiti una casetta fai da te, in giardino, nell'orto, nelle terre del nonno, dove capitava.

''Ora queste casette vanno sanate e regolarizzate – incalza De Bernardinis - ci sono famiglie che hanno investito oltre 100mila euro per una casa di legno e che non potevano dunque considerare provvisoria. Ora a giochi fatti sarebbe assurdo abbatterla. Sarebbe un secondo terremoto. Si rischia la guerra civile. I nervi scoperti sono tanti in questa città, che via via va spopolandosi con l'aumentare dei problemi''

''Quattromila manufatti provvisori – conclude De Bernardinis - stanno a significare altrettante storie personali di difficoltà che hanno bisogno di una difesa. E le centinaia di iscritti all'associazione Il Cratere che resiste, insieme alle migliaia di cittadini che vivono in queste casette è pronto a dare battaglia  per far prevalere la la ragionevolezza''

intervista di Filippo Tronca

immagini di Marialaura Carducci


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