Aborti imposti e prostituzione, sei arresti del ROS tra Teramo e Milano

Anche matrimoni fittizi

15 Novembre 2011   08:02  

I carabinieri stanno eseguendo, in Abruzzo e in altre regioni, un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 6 indagati per associazione per delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani, riduzione in schiavitu', favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione. Al centro delle indagini del Ros, un sodalizio transnazionale di matrice nigeriana dedito allo sfruttamento sessuale di connazionali ridotte in schiavitu', con il ricorso a violenze, riti esoterici e minacce ai familiari nel paese di origine. Documentate anche interruzioni di gravidanza imposte alle vittime, nonche' la regolarizzazione di alcuni affiliati mediante matrimoni fittizi.

Ad operare, nell'ambito dell'operazione denominata "Sahel 2", sono stati i carabinieri del Ros, unitamente ai Comandi dell'Arma territorialmente competenti, nelle province di Teramo e Milano. I provvedimeti restrittivi sono stati emessi dal gip del Tribunale di L'Aquila su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia. Per gli indagati le accuse sono di associazione per delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani, riduzione in schiavitu', favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione, aggravati dalla transnazionalita' dell'organizzazione, nonche' per interruzione abusiva della gravidanza. I provvedimenti scaturiscono da una segnalazione dell'associazione "On The Road", tendente ad ottenere un permesso di soggiorno per motivi umanitari a favore di una cittadina nigeriana vittima di un grave sfruttamento sessuale da parte di due connazionali .

Le attivita' investigative, inizialmente condotte dalla Polizia di Stato di Teramo e successivamente delegate al Raggruppamento, in quando naturale prosecuzione della precedente indagine "Sahel", hanno consentito di individuare un sodalizio transnazionale di matrice nigeriana, articolato in cellule strutturate su base familiare ed attivo in diverse localita' abruzzesi e lombarde nello sfruttamento di giovani connazionali, fatte giungere dalla Nigeria secondo il consolidato meccanismo di reclutamento ed assoggettamento psicologico. Come in precedenti ed analoghe esperienze investigative del Ros, infatti, le indagini hanno documentato la sottoposizione delle vittime al cosiddetto giuramento, un rito magico del tipo Woodoo, con il quale le ragazze si impegnano a restituire all'organizzazione la somma di denaro utilizzata per il viaggio in Italia con i profitti dell'attivita' "lavorativa" gestita dall'organizzazione. Il giuramento costituisce il mezzo principale usato dalla "madame" per sottomettere psicologicamente le ragazze e porle in condizioni di assoluto assoggettamento.

E' stato inoltre confermato come le vittime, una volta avviate alla prostituzione, corrispondevano alla madame, oltre alla quota destinata a saldare il debito contratto, le spese di alloggio e di vitto, nonche' per l'utilizzo del tratto di marciapiede dove esercitare l'attivita' di meretricio, corrispettivo in gergo detto 'joint'. Il controllo e l'assoggettamento esercitato dal sodalizio si concretizzava in sistematici episodi di intimidazione e violenza, culminati, nel caso della nigeriana che ha dato l'input alle indagini, con l'interruzione di una gravidanza, operata mediante somministrazione di medicinali ed alcool. In seguito a tale episodio, la donna e' stata condotta dalla Lombardia in provincia di Teramo per essere sfruttata nella prostituzione lungo la Bonifica del Tronto, conosciuta come la "strda dell'amore", malgrado fosse affetta da un tumore che ne ha successivamente causato il decesso.

Le indagini, infine, hanno documentato l'utilizzo, per gli spostamenti delle vittime, di un italiano, in possesso di regolare licenza per il trasporto pubblico di piazza. Nel complesso, l'indagine ha confermato i profili criminali dei sodalizi nigeriani, gia' documentati da precedenti attivita' del Raggruppamento, ed in particolare la capacita' di gestire, su scala transnazionale, i traffici illeciti maggiormente remunerativi, quali la tratta di esseri umani.

NIGERIANA AFFETTA DA LINFOMA COSTRETTA AD ABORTIRE

Ruota essenzialmente attorno alla figura di Lilian Solomon, l'operazione "Sahel 2" dei carabinieri del Ros dell'Aquila, che ha portato alle prime luci dell'alba all'emissione di sei ordinanze di custodia cautelare in carcere, (prevalentemente nei confronti di nigeriani) in cui si ravvisano i reati di associazione per delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani, riduzione in schiavitu', favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione ed interruzione abusiva di gravidanza.

Lilian Solomon era una giovane nigeriana di 23 anni, una tra le vittime dell'organizzazione criminale indagata, ma la cui storia - secondo gli investigatori - e' particolarmente emblematica. La ragazza parte da Benin city per sfuggire alla fame, agli stenti, alla poverta' estrema, all'assenza di futuro. Sogna una vita diversa, da realizzare nella societa' del benessere. Arriva in Italia affidandosi a persone che la reclutano e che, prima di farla partire, la sottopongono ad un rito voodoo, una cerimonia magico religiosa, con valenze anche giuridiche, con cui la vittima si impegna a versare all'organizzazione una somma di denaro (almeno 60/65 mila euro) e si impegna a non "tradire" l'organizzazione, a pena di gravi ripercussioni su di se' e sulla sua famiglia.

Lilian - sempre secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri del Ros - giunge in Italia, ma qui scopre che l'attende una vita di violenze, sofferenze, abusi, di privazione della dignita' e della liberta'. E' costretta a prostituirsi prima nell'hinterland milanese e successivamente, dopo l'estate 2009, lungo la Bonifica del Tronto. Resta incinta, vorrebbe anche trattenere il bambino, ma e' costretta ad abortire mediante ingestione di medicinali ed alcool. Continua a prostituirsi malgrado l'insorgenza di gravi dolori, insopportabili, continui. Le viene impedito di curarsi. Sono i sintomi di un linfoma, un tumore da cui per lo piu' si guarisce, sempre che si venga curati.

Dopo mesi in cui, malgrado il tumore in corso, Lilian e' costretta a prostituirsi ed a vivere in condizioni disumane, incontra degli operatori dell'associazione On The Road, che la convincono a fuggire ed a farsi curare. Da allora la conoscono i sanitari del reparto di oncologia dell'ospedale di Pescara. Ricomincia a vivere, rinascono i suoi sogni, ma e' tardi. La sua grande capacita' espressiva si manifesta nella trasmissione televisiva DOC3, in onda su RAI 3 a luglio 2011, in cui Lilian racconta la sua storia e le sue speranze. Se non le fosse stato impedito di curarsi quasi certamente sarebbe guarita e avrebbe vissuto. Lilian e' morta in un letto di ospedale del reparto di oncologia di Pescara il 1 ottobre 2011.

La sua storia, particolarmente drammatica, e' simile a quella di tante altre vittime, di questa e di altre organizzazioni criminali. Molte vittime, meno sfortunate di Lilian, alla fine ritrovano la vita, sottraendosi alle organizzazioni, anche grazie alle forme di assistenza e protezione che la legge gli consente. Le indagini in materia sono particolarmente complesse poiche' riguardano organizzazioni criminali transnazionali "paramafiose", comportano accertamenti anche in altri Paesi e richiedono cooperazione di polizia e giudiziaria che non sempre e' attiva da parte degli stessi Paesi di origine delle vittime.

I NOMI DEGLI ARRESTATI

Sono 5 nigeriani ed un italiano gli arrestati nell'operazione "Sahel 2". Si tratta di Evansi Aiwekhoe, di 24 anni e della compagna Edith Aiyudubie di 30, domiciliati in via dei Gladiatori a Sant'Omero (Teramo). Ad un altro nigeriano, Erold King Enofe di 34 anni residente sempre a Sant'Omero in via dei Gladiatori, l'ordinanza e' stata notificata in carcere a Teramo dove si trova detenuto per altra causa. In manette sono finiti anche Victoria Oviarere Ofiebe di 39 anni residente a Milano e Rose Mary Damisah di 30 domiciliata a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno). L'unico italiano coinvolto nella maxi inchiesta e' Gino Schiavoni, 49 anni, prima residente a Colonnella (Teramo) ora a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno).

LINFOMA, UN FONDO PER VITTIME

Lilian Solomon aveva ventitre' anni e una grandissima voglia di vivere. Aveva lasciato la Nigeria ed era arrivata in Italia con la speranza di poter aiutare la sua famiglia ad uscire dalla grave poverta' in cui tuttora versa. Ma niente ha potuto contro quel terribile linfoma che in pochi mesi l'ha portata via. Per onorarne la memoria e sostenere altre vittime della tratta di esseri umani, l'associazione On the Road ha istituito un fondo a suo nome che vada a sostenere altre vittime della tratta di esseri umani e che, come primo intervento, aiuti proprio la madre Maris che vive in condizioni di grave indigenza. Con il supporto logistico di Oghosa Fondation, organizzazione di Benin City impegnata nella formazione e nell'inserimento lavorativo per donne sole, (vedove o giovani che rischierebbero di essere coinvolte nello sfruttamento della prostituzione in Europa), l'associazione On the Road si fara' carico di tutte le spese necessarie per l'avvio di una piccola attivita' che la mamma di Lilian gestira'. Maris ha gia' optato per l'apertura di un negozio di generi alimentari che, senza questo aiuto, non sarebbe mai in grado di avviare da sola. In futuro il fondo andra' a sostenere interventi in favore di donne e uomini vittime della tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale o lavorativo tesi ad integrare quanto gia' previsto e finanziato dai programmi di assistenza e protezione sociale. Per fare donazioni in memoria di Lilian e per aiutare altre persone vittime della tratta il codice Iban e' IT 16 X 08769 24400 000030100158, per chi lo preferisce il numero di conto corrente postale e' 47034640 intestati a Associazione On the Road Onlus - via delle Lancette, 27 - 64014 Martinsicuro (Teramo). Per maggiori informazioni: fr@ontheroadonlus.it.


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