Abrogata leggina

14 Novembre 2007   10:50  
Si conclude la breve e tormentata vita dell´emendamento pro-ipermercati, o almeno di una parte di esso. Il Consiglio regionale ha infatti abrogato all´unanimità, con astensione del solo Bruno Evangelista dell´Italia dei Valori, gli articoli che liberalizzavano l´insediamento dei centri commerciali, dando la possibilità ai Comuni di agire in deroga alla conferenza dei servizi e alla pianificazione regionale. Viene però fatta salva l´apertura domenicale estesa su tutto il territorio regionale, e non ai soli piccoli comuni, come chiesto da Confcommercio e Confesercenti. Il dibattito che ha preceduto il voto è stata anche l´occasione per un riflessione critica intorno alle modalità con cui in quella sera del 23 ottobre l´emendamento- sveltina fu votato, un emendamento non discusso, infilato tra gli altri emendamenti all´ultimo minuto da mano ancora oggi ignota. L´opposizione ha votato a favore, ma non ha perso l´occasione per stigmatizzare ciò che è accaduto e il goffo dietrofront. "Quell´emendamento era un polpetta avvelenata - afferma Mario Amicone dell´Udc - ma ancora non è dato a sapere chi è stato il cuoco che l´ha preparata". Fabrizio Di Stefano, An, propone che d´ora in avanti che accanto al firme, rigorosamente incomprensibili, veri e propri scarabocchi, apposti in calce ai provvedimenti, sia aggiunto nome e cognome del firmatario in stampatello. Fidarsi e bene, non fidarsi è meglio. La maggioranza preferisce guardare avanti: alla legge sul commercio che dovrà essere approvata, e concertata con le associazioni di categoria. Camillo Cesarone, Sdi, rivolto, come quasi tutti i consiglieri, verso la platea gremita dai commercianti più che al presidente del consiglio Roselli, ha ricordato che sono imminenti provvedimenti a favore del piccolo commercio e al recupero dei centri storici. Donato Di Matteo, Ds, con efficacissima espressione sintetizza l´origine della furbata e la sua natura trasversale: "Qui dentro il consiglio, ho spiegato a mio figlio, il più fesso acchiappa le mosche con un mano". Un ulteriore articolo approvato dovrebbe mettere al riparo dagli effetti della cosiddetta "finestra". La norma infatti è stata pubblicata sul Bura, e dunque un Comune potrebbe in teoria, con una corsa contro il tempo, concedere licenze a centri commerciali sul suo territorio. Lo stesso Augusto Di Stanislao, firmatario dell´emendamento, ha però dubbi sull´efficacia giuridica della retroattività del provvedimento: un centro commerciale potrebbe sempre fare ricorso. Per D´Orazio, la destra: almeno si saprà chi sono i potentati economici, e relativi notabili latori occulti dei loro interessi, che hanno beneficiato dell´emendamento e che dunque ne sono stati con ogni probabilità gli ispiratori. Alla soddisfazione più o meno piena dei rappresentanti politici, fa da contraltare il disappunto delle associazioni di categoria, che non si accontentano del parziale dietrofront. Le domeniche aperte sono un vantaggio solo per i centri commerciali e non per i piccoli negozi che non possono organizzare turnazioni del personale. Filippo Tronca

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